Lo
studio del greco e del latino è in ribasso nelle scuole
pubbliche d’Inghilterra – Una lacuna che Lorna
Robinson intende colmare: per questo lascerà la sua
cattedra in un istituto privato e offrirà corsi
integrativi – Sta anche preparando una rivista, Iris,
che l’università di Oxford diffonderà gratuitamente
nel sistema scolastico statale – L’idea è riproporre
la classicità, e le sue ricadute culturali, attraverso
una visione stimolante del mondo greco-romano e della sua
cultura
Buone notizie per la cultura classica arrivano dalla
vecchia Inghilterra. “Non sarei fedele a me stessa se mi
limitassi a insegnare nelle scuole private”. Da questa
considerazione Lorna Robinson ha tratto una decisione che è
anche una scelta di vita: lasciare il comodo incarico di
docente nel Wellington College, la scuola esclusiva del
Berkshire in cui insegna lettere classiche, e offrire corsi
integrativi di greco e latino nel sistema scolastico
pubblico. Laureata a Oxford, specialista di Ovidio e
dell’epica omerica, con le lezioni che impartirà il
sabato o nei pomeriggi feriali si propone di rimediare a
quella che considera una vergognosa ingiustizia sociale: il
divario fra i ragazzi le cui famiglie possono permettersi le
costose rette dell’istruzione privata (ventimila sterline
l’anno, circa trentamila euro, per frequentare il
Wellington College), e che quindi godono del privilegio di
avvicinarsi alla cultura classica, e quelli che nel sistema
statale ne sono sempre più tagliati fuori. “Non sostengo
che l’insegnamento del greco e del latino debba essere
obbligatorio, semplicemente che debba essere accessibile”.
Il problema cui Lorna Robinson intende porre rimedio
nacque con l’adozione del cosiddetto curriculum nazionale,
che ridusse al minimo la presenza delle lingue classiche nei
programmi dell’istruzione pubblica e dunque il complessivo
spessore culturale del sistema. Si tratta di una perdita
dolorosa, oltre che discriminatoria. Perché il latino e il
greco sono “lingue fantastiche, assolutamente
meravigliose”, e aiutano a organizzare logicamente il
pensiero. La docente inglese fa notare che chi ha studiato
lettere classiche è favorito in numerose attività, come
quella di programmatore di computer, o in professioni come
quella di medico. Privare un ragazzo, la maggior parte dei
ragazzi, di questa prospettiva limita di molto il loro
orizzonte culturale e professionale. L’obiettivo di
livellare verso l’alto il sistema scolastico pubblico
corrisponde ai propositi recentemente manifestati da Gordon
Brown, cancelliere dello scacchiere e probabile futuro primo
ministro, dei quali abbiamo parlato nel numero scorso (www.fogliolapis.it/aprile2006-3.htm).
Per appoggiare la sua appassionata riproposta della
cultura classica, Lorna Robinson sta preparando il lancio di
una rivista, Iris, il cui primo numero uscirà alla
fine dell’estate. Lei lo curerà assieme a Antony Makrinos,
un docente greco all’University College di Lontra,
specialista di Omero. Il programma editoriale è piuttosto
ambizioso: dare risposte moderne e innovative a ogni
questione correlata con la cultura classica. La
collaborazione è aperta a chiunque, docente o studente o
semplicemente cultore di quei temi, abbia idee nuove da
proporre e confrontare. Avete un’interpretazione
particolare di un carme di Catullo, un’idea sul senso
dell’Iliade, un modo nuovo di rivivere o attualizzare un
mito? È ammesso qualsiasi genere di collaborazione, dal
saggio alla scrittura creativa, fino al disegno e al cartone
animato. Per chi fosse interessato a saperne di più, ecco
l’indirizzo telematico della rivista: www.irismagazine.org.
I due curatori di Iris contano anche
sull’effetto trainante del cinema: film come quelli di
recente successo, dedicati alla guerra di Troia e alla
figura di Alessandro Magno, potrebbero contribuire a
stimolare l’interesse per il mondo classico, e di
conseguenza per le sue culture e le sue lingue. “Non mi si
venga a dire che si tratta di insegnamenti inutili: per
comprendere a fondo l’inglese, mi servo ogni giorno del
greco e del latino”. Così dice Lorna Robinson, che
nell’ambizione di diffondere una sorta di umanesimo di
massa, rigorosamente filologico ma anche perfettamente
adattato allo spirito del nostro tempo, ha individuato il
senso profondo della sua professione di insegnante.
a.v.
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