I
costi crescenti della carta e della stampa sono diventati
un incubo per l'industria editoriale - Per questo è in
arrivo il giornale elettronico - Non c'è bisogno di
computer per leggerlo: basta un sottile foglio di plastica
sul quale compaiono i testi - Ottima la visibilità, assai
contenuti i costi - L'e-paper consuma energia solo quando
carica parole e immagini, non quando lo si legge - La
stessa tecnologia rivoluziona anche l'e-book: più che un
libro una biblioteca
Il giornale del
futuro non si sfoglia nè si butta dopo averlo letto. Non è
infatti un fascicolo di carta, destinato rapidamente a
invecchiare. É un foglio, un singolo foglio di materiale
sintetico, insomma un supporto fisso: ma non ha niente a che
vedere con i supporti che già conosciamo, come i monitor
catodici o a cristalli liquidi sui quali compaiono i
giornali in rete. Quando lo avremo letto, lo potremo piegare
o arrotolare, e tenere in serbo per la prossima edizione. Al
momento giusto, basterà applicarlo a un portale di
connessione, probabilmente disponibile in futuro in quelle
che oggi sono le edicole oppure attraverso il computer di
casa o d'ufficio, e in pochi istanti caricherà i nuovi
titoli, i nuovi articoli e le nuove immagini. Sarà soltanto
durante la carica che l'e-paper consumerà energia: non
quando lo leggeremo. I tecnici che stanno mettendo a punto
questo progetto ne garantiscono dunque l'economicità: anche
perché si presume che il supporto verrà fornito
gratuitamente dagli editori, o al più caricato di un prezzo
puramente simbolico. Infatti il giornale da non buttare avrà
costi tutt'altro che proibitivi, a differenza di una sua
versione sperimentale tentata qualche anno fa dall'americana
Ibm, che aveva invece l'inconveniente di un costo
improponibile sul mercato.
É anche
assicurata un'ottima leggibilità. A differenza degli
schermi a cristalli liquidi, il giornale elettronico non
richiede un preciso angolo di visione: anche da questo punto
di vista sarà insomma in tutto e per tutto simile ai
quotidiani di carta cui siamo abituati. Lo si potrà leggere
anche in pieno sole, in spiaggia per esempio. Il miracolo è
reso possibile da una meraviglia tecnologica chiamata
inchiostro elettronico. Si tratta di un liquido chiaro
popolato da milioni di microcapsule dal diametro
corrispondente a quello di un capello, ognuna delle quali
contiene particelle bianche con carica positiva e particelle
nere con carica negativa. Siamo come si vede nella logica
del binario. In presenza di campo elettrico negativo, le
particelle nere si collocano sulla parte superiore della
microcapsula, se il campo è negativo emergeranno invece le
particelle bianche, mentre con dosaggi appropriati si può
percorrere la scala dei grigi. Ora, poiché il liquido
contenente le microcapsule è contenuto in una sottilissima
pellicola di plastica, è possibile organizzarle per via
elettrica in modo da formare in superficie quell'alternanza
ordinata di bianchi, neri e grigi che permette di produrre
parole e immagini. É dunque un altro passo avanti nella
storia millenaria della scrittura.
Sulla frontiera
più avanzata di questa tecnologia sono attivi gli
specialisti di un gruppo formato da una dozzina di
quotidiani svedesi e la compagnia olandese Philips. Un
prototipo dell'e-paper, realizzato per conto del gruppo
europeo dalla giapponese Sony, è già stato sperimentato a
Malmö, mentre un altro è in preparazione a Tokyo. Secondo
Stig Nordqvist, uno degli specialisti svedesi coinvolti
nell'iniziativa, entro una quindicina d'anni l'e-paper sarà
diventato uno strumento d'informazione di uso comune. Non è
un caso che a promuovere questo progetto sia un gruppo di
quotidiani: è infatti proprio il giornale tradizionale
quello che nella nuova tecnologia troverà la sua salvezza.
Non si trattava, com'è stato per il caso dei periodici
on-line, di fornire un nuovo canale di distribuzione:
l'obiettivo dell'e-paper è senz'altro quello di sostituire
la stampa su carta. Con enormi vantaggi non soltanto per i
costi delle aziende editoriali, ma anche per l'ambiente,
visto che proprio per la stampa dei giornali si consuma una
quantità di carta, dunque di legname, che ogni anno che
passa è sempre meno ecologicamente sostenibile. Se proprio
vogliamo cercare il lato negativo dell'innovazione, possiamo
citare il quotidiano britannico Financial Times. Questo
sistema ha un difetto, faceva notare tempo fa l'austero
organo della City londinese: finiranno con il mancarci quei
giornali vecchi che servivano per incartare le uova o
imbottire la gabbia del canarino.
Con lo stesso
inchiostro elettronico, sviluppato e prodotto dalla
compagnia americana E-Ink, è ovviamente possibile
"stampare" anche libri. Si parla di e-book, libro
elettronico, ma di volumi può contenerne tanti: insomma più
che un libro è una biblioteca. Come nel caso del giornale,
è agevole da leggersi esattamente come i libri che siamo
abituati a sfogliare. Già sul mercato in Giappone, dove
costa 300 euro, sarà presto proposto nel mondo intero dalla
triade euro-nippo-americana Philips-Sony-E-Ink: è un
supporto che pesa meno di due etti, e con i suoi dieci
megabytes di memoria può immagazzinare cinquecento libri da
250 pagine. Inoltre può contenere dizionari, sistemi di
traduzione (e speriamo che siano meno approssimativi di
quelli disponibili in rete), guide alla pronuncia. É
insomma non soltanto un mezzo per semplificare, ad esempio,
la scelta delle letture da portarsi in vacanza, ma anche un
potenziale maestro di lingue straniere.
r.f.l.
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