A
quasi sette anni dall’inizio dell’attività, la Lapis
concentra la sua azione su un insieme di cinque proposte,
tenute insieme dal filo dell’educazione alla legalità e
dell’integrazione dei potenziali “dispersi” di varia
natura – Dal problema dei rumori molesti al rapporto con
le istituzioni, al ruolo di ponte fra le culture della
musica, dell’arte e dello sport – In autunno prenderà
il via una mostra, che sarà ospitata in varie città, di
libri di lettura provenienti da ogni parte del mondo
Chi
frequenta il nostro sito conosce i cinque progetti nei quali
si concentra in questa fase della sua esistenza l’azione
della Lapis. Si tratta delle proposte che abbiamo denominato
“Non rompermi i timpani” (www.fogliolapis.it/timpani.htm),
“Nascere bene” (www.fogliolapis.it/nascere.htm),
“I bambini ci guardano” (www.fogliolapis.it/bambini.htm),
“Imparo a leggere e scrivere (www.fogliolapis.it/abbecedari.htm)
e “May 31 (www.fogliolapis.it/may.htm).
Per i dettagli di ogni singolo progetto rimandiamo alle
informazioni accessibili a questi indirizzi, ma intanto ci
preme sottolineare lo spirito d’insieme che accomuna
queste iniziative. C’è infatti un filo che lega le nostre
proposte, nonostante siano in apparenza così disparate: un
duplice filo perché da una parte si chiama educazione alla
legalità, e recupero del senso dello Stato attraverso un
buon rapporto con le istituzioni, mentre dall’altra si
chiama integrazione nella scuola, dunque nella società (o,
se si preferisce, nella società attraverso la scuola) di
tutti quei bambini e ragazzi che per varie ragioni possono
considerarsi potenziali vittime della dispersione.
Obiettivi
ambiziosi, come si vede, ma non irrealistici, perché se
ognuno di noi porta la sua piccola pietra, alla fine
l’edificio di una società più armoniosa, di cui una
scuola efficiente e solidale dovrà essere la struttura
portante, potrà essere completato. Le nostre piccole pietre
sono appunto queste iniziative, che abbiamo lanciato con il
concorso prezioso delle istituzioni dello Stato, a
cominciare dal Ministero dell’Interno, da numerose Regioni
e Province, da molti Comuni, da molte ASL, da numerose
scuole e dalle forze dell’ordine. Naturalmente il nostro
è un “lavoro in corso”, e ci auguriamo che altre città,
altre istituzioni e altre scuole accolgano le nostre
proposte. Ci auguriamo che il prossimo anno scolastico sia
l’occasione per una sempre più ramificata realizzazione
locale di questi progetti.
Intanto possiamo anticipare che una di queste
iniziative, “Imparo a leggere e scrivere”, sarà
lanciata proprio a ridosso dell’apertura dell’anno
scolastico, il prossimo mese di ottobre, in quella stessa
città di Arezzo che vide sette anni fa la nascita della
Lapis. Il Comune di Arezzo sarà infatti il primo ad
ospitare la mostra di libri di lettura provenienti da ogni
parte del mondo, con la quale intendiamo offrire agli
specialisti, agli insegnanti, ai ragazzi delle scuole e ai
semplici curiosi una panoramica di grande interesse sui modi
della prima alfabetizzazione. La casa editrice Fatatrac di
Firenze ha in preparazione il catalogo illustrato bilingue,
italiano e inglese, che s’intitola “Le parole del
mondo”. Successivamente la mostra “migrerà” in varie
altre sedi: già numerose città e biblioteche si sono fatte
avanti per prenotare l’allestimento dell’esposizione.
Anche un’altra delle nostre iniziative che coinvolge
i Comuni, “Non rompermi i timpani”, ha suscitato un
vasto interesse. Alcune città del Sud, per esempio
Caltanissetta, hanno già affisso i manifesti di questa
campagna anti-rumori firmati da Suor Maria Rosa Guerrini. È
una campagna di cui ci preme sottolineare la doppia valenza:
da una parte l’educazione acustica è parte
dell’educazione alla legalità (perché i rumori molesti
si configurano come reato penale), dall’altra è una
crociata per la salute: perché l’esposizione prolungata a
dosi eccessive di decibel può comportare danni psicofisici
molto rilevanti. Ci piace ricordare che proprio in questi
giorni è giunta notizia da New York che anche la metropoli
americana, la capitale del mondo come qualcuno la chiama, ha
dichiarato guerra ai rumori.
Ancora
più strettamente caratterizzati nel senso della legalità
sono i progetti “Nascere bene” e “I bambini ci
guardano”. Il primo si propone per così dire di
strangolare in culla il mostro dell’emarginazione, e della
dispersione, che minaccia i bambini venuti al mondo in
contesti di disagio familiare o sociale. Molte ASL si sono
dette interessate e hanno allacciato i necessari contatti
per dare corso all’iniziativa, che si rivolge alle madri
in attesa desiderose di garantire ai loro figli un completo
sviluppo delle potenzialità. Quanto a “I bambini ci
guardano”, ha come obiettivo il recupero di un buon
rapporto delle giovanissime generazioni con lo Stato, visto
soprattutto attraverso l’immagine dei tutori
dell’ordine: polizia di stato, carabinieri, guardia di
finanza, corpo forestale, vigili del fuoco, vigili urbani,
di cui si propone un denso interscambio con le scuole.
“May 31” è un’iniziativa nata alcuni anni fa, che
in questi ultimi tempi è stata ripresa e rilanciata con una
particolare accentuazione dell’aspetto musicale. Si tratta
cioè di valorizzare la musica come linguaggio universale
(caratteristica che condivide con l’arte e lo sport, gli
altri due capisaldi della nostra proposta) capace di unire
oltre le differenze: pensiamo in particolare alle differenze
etniche e all’importanza che può avere, agli effetti di
un’armoniosa integrazione dei ragazzi stranieri, lo
scambio di tecniche ed esperienze musicali dei vari Paesi di
provenienza.
Mentre ci avviamo alla breve stagione delle vacanze,
ci sembra francamente di avere fatto un buon lavoro, di
avere seminato qualcosa che sta già germogliando e presto
darà buoni frutti. Ne riparleremo in ottobre, alla ripresa
della scuola e delle nostre fatiche di ostinati inseguitori
del miraggio di una società giusta, capace di dare a tutti
la possibilità di farsi avanti, senza lasciarsi alle spalle
emarginati e dispersi.
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Marilena Farruggia Venturi
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presidente della Lapis
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