Torna a Foglio Lapis - giugno 2001
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L’autonomia ha moltiplicato le testate: se ne pubblicano circa cinquemila, di solito a periodicità mensile, soltanto nelle medie superiori – Sono soprattutto di carta, ma anche in forma digitale o in rete - I giornali scolastici hanno anche il loro Pulitzer, il premio “Verba Volant” di Riccione: quest’anno è toccato a uno scientifico di Mestre, un artistico di Frosinone e un classico di Genova

 
E’ una vera e propria babele di pubblicazioni, di solito escono una volta al mese, hanno testate fantasiose, per la maggior parte si presentano nella tradizionale forma cartacea ma ci sono anche videogiornali su disco, o notiziari illustrati e commentati in rete, o nella veste sonora di programmi radio. Portano i segni del più aggiornato linguaggio giovanile, dai gerghi convenzionali o cifrati agli acronimi in uso nei messaggini telefonici, fino a quelle particolari composizioni di caratteri chiamate emoticons, o smileys, che Internet ha ormai trasformato in un linguaggio simbolico universale. E infatti quei giornali li scrivono i ragazzi: siamo nella galassia in piena espansione del giornalismo scolastico, che al di là dei suoi intenti specifici è una vera e propria miniera di informazioni e impressioni sull’universo giovanile.

Ce ne sono sempre stati di giornali scolastici, ma negli ultimi anni due fattori hanno potentemente rilanciato questo importante canale di espressione. Un fattore tecnico, cioè le risorse dell’elaborazione di testi e immagini al computer che ha reso più facile la manifattura del giornale, e un fattore economico, cioè la facoltà che l’autonomia ha concesso agli istituti non solo di finanziare, fra le altre, anche questo genere di attività ma anche di inserire il giornalismo fra le discipline in programma. Soltanto nelle medie superiori si pubblicano attualmente in Italia circa cinquemila periodici, generalmente a cadenza mensile. Ma anche nella scuola dell’obbligo il fenomeno è in crescita, e non c’è dubbio che andrebbe decisamente incoraggiato.

Il giornale è infatti uno strumento utilissimo di partecipazione, di aggregazione, di sondaggio degli umori, di coinvolgimento nelle scelte della scuola, di approccio alle più varie tematiche sociali e culturali. Come i modelli della stampa tradizionale, gli organi scolastici offrono inchieste (fra i temi preferiti la diffusione della droga, il problema degli sbocchi professionali dopo gli studi, l’organizzazione degli spazi ricreativi nella scuola e fuori), commenti, proposte, rubriche, per esempio di musica o sport. C’è naturalmente un notiziario sugli eventi della scuola, e ci sono le lettere, cui i ragazzi affidano i loro dubbi e i loro interrogativi. A volte, ma non sempre, i docenti partecipano alla preparazione dei giornali, in qualche caso con funzioni di guida o coordinamento. Il tono, a parte le esuberanze di linguaggio, è quasi sempre controllato e contenuto: insomma i ragazzi di solito non si lasciano andare, si trattengono, probabilmente intimiditi dall’insolita qualità del mezzo non ne approfittano per esercitarvi la loro tradizionale carica trasgressiva e provocatoria.

Questo giornalismo in espansione non poteva non avere il suo premio Pulitzer. Che non è riservato a singoli autori, ma alle testate in quanto manifestazioni di un lavoro di gruppo. E’ stato il comune di Riccione, in cooperazione con la regione Emilia-Romagna e con il ministero della Pubblica Istruzione, a lanciare il premio “Verba Volant”, che sottolinea nella sua stessa titolazione latina l’importanza della parola scritta. Il premio, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, è riservato alle proposte giornalistiche della scuola media superiore. Ogni anno la giuria mette in palio tre computer particolarmente avanzati e scelti proprio in funzione di questa attività: sono infatti dotati di software grafici di impaginazione.

C’erano in questa edizione 750 testate in lizza e i premi sono toccati a Il Candelaio, del liceo scientifico “Giordano Bruno” di Mestre, a Mal d’Estro (complimenti per la raffinatezza del titolo) del liceo artistico “Bragaglia” di Frosinone, a Dragut del classico “Doria” di Genova. Un altro liceo classico, il “Romagnosi” di Parma, ha ottenuto una menzione speciale per una ricerca sul giornalismo scolastico. In margine al premio c’è stata anche un’assemblea in cui studenti-giornalisti provenienti da ogni parte d’Italia si sono scambiati le loro esperienze. Ne è emerso fra l’altro che i ragazzi si dedicano volentieri alla lettura del loro organo d’istituto, ma non altrettanto alla scrittura. Quelli che scrivono generalmente sono pochi e a volte le collaborazioni sono frutto di reiterate pressioni su compagni generalmente riluttanti. Anche qui, evidentemente c’è della strada da fare, ci sono barriere di confidenza da superare.

Così come un po’ di strada bisognerebbe percorrere anche in direzione del riconoscimento sociale di questo fenomeno. Per esempio da parte della stampa, quella tradizionale. E’ un antico lamento quello sulla scuola italiana che produce, o almeno ha prodotto fin qui, un popolo refrattario alla lettura. Le statistiche comparate internazionali sono lì a confermarlo, anno dopo anno: siamo agli ultimi posti fra i paesi, diciamo così, economicamente e socialmente omogenei, non soltanto per il consumo di libri ma anche per la lettura della stampa soprattutto quotidiana.

Se si considera che un corretto rapporto con la stampa è un elemento di insostituibile valore democratico, appare evidente che la diffusione del giornalismo scolastico può essere in prospettiva uno strumento efficace per il rilancio di un settore così vitale. Sarebbe dunque il caso che quotidiani e settimanali dedicassero molta attenzione agli organi prodotti dalle scuole nelle rispettive aree di diffusione, analizzandoli, recensendoli, segnalandoli, offrendo supporto tecnico e consigli professionali. Da alcuni di quei “giornalini”, fra l’altro, avrebbero molto da imparare.

                        

                                                                                                                                                                     f.s.

FOGLIO LAPIS - GIUGNO 2001