FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO 2025

 

Secondo la pedagogista Vanna Iori l'interesse teorico per le discipline
dell'educazione è inseparabile dall'impegno politico e sociale, la
capacità della ricerca dalla responsabilità di agire

 

Nell'aula di Montecitorio e a Palazzo Madama la professoressa Vanna Iori, a suo tempo deputata e poi senatrice della Repubblica, ha segnalato a più riprese la condizione difficile iin cui si trovano i parlamentari provenienti non dalle organizzazioni partitiche ma dalla cosiddetta società civile. Chi è abituato alla libera ricerca, per esempio, isi trova a mal partito di fronte alle regole, spesso incomprensibili, che condizionano l'agire politico. Eppure lei stessa ha sviluppato il tema dell'approccio fenomenologico alle discipline educative, che implica uno stretto rapporto fra ricerca e decisioni operative. Vanna Iori è stata professore ordinario di Pedagogia generale all'Università cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Dal connubio fra il rigore teoretico e il rigore etico scaturisce, nella visione della prof. Iori illustrata in un recente articolo, l'impegno politico. É persino ovvio, spiega, che “il rinnovamento del sistema dell’istruzione in relazione ai nuovi saperi, l’investimento sui diritti e le opportunità culturali a fronte del dilagare delle povertà educative, il governo della rete e l’esigenza di difenderla dalle sue stesse degenerazioni, sono altrettante sfide pedagogiche e politiche che occorre affrontare se non si intende abbandonare la democrazia al disordine e alla violenza”

Di fronte a queste sfide occurre tener presente che “ogni scelta educativa non è mai una questione privata ma è sempre pubblica e dunque politica”. É imprescindibile la connessione fra le azioni educative e le finalità della politica. Infatti è proprio su questa connessione che si edifica il progetto per il fiutuo di società che si intende costruire”. Dunque “l'agire educativo non è mai neutro, è sempre un prendere posizione per determinati fini, sulla base di valoroi, principi, ideali, speranze che si traducono in progetto, scelta, impegno, rischio, coraggio per una trasformazione” della realtà educativa. “Nel momento storico attuale, caratterizzato dalla crisi, che non è solo economica ma anche crisi di senso, le persone appaiono disorientate fino al punto di non saper più come impostare la propria vita, verso dove orientare i propri sforzi, verso quali obiettivi impegnarsi giorno per giorno.”

La progettazione educativa e politica devono necessariamente cogliere il senso delle attività umane, del loro associarsi, del costruire idee, usi, leggi, religioni, visioni del mondo. In una parola, il costruire progetti”. E ancora: “L'assunzione di responsabilità di chi educa, come di chi governa, ha una funzione tanto più conservatrice (trasmissione del patrimonio culturale ereditato) quanto più intende perseguire regole uniformanti dei comportamenti e del pensiero. Movimenti o partiti conservatori e progressisti (o rivoluzionari e controrivoluzionari) si contrappongono e si alternano da sempre nella storia politica”.

In conclusione, “l'assunzione di responsabilità di chi educa, come di chi governa, ha una funzione tanto più conservatrice (trasmissione del patrimonio culturale ereditato) quanto più intende perseguire regole uniformanti dei comportamenti e del pensiero. Movimenti o partiti
conservatori e progressisti (o rivoluzionari e controrivoluzionari) si contrappongono e si alternano da sempre nella storia politica”. Dunque si pone una prima questione: se l’educazione possa configurarsi come supporto delle strutture politiche esistenti in difesa dello status quo, o debba invece assumere quello di costruzione dell'umanità in un'apertura al futuro ed al cambiamento. In tal senso non può non prendere posizione”.

Abbiamo infatti un preciso dovere, “dobbiamo ricostruire con urgenza un’identità democratica, fondata su un nuovo welfare, sull'educazione, sulla redistribuzione della ricchezza e su una gestione europea solidale dei flussi migratori. È in gioco il futuro della politica e dell’educazione e dunque del Paese intero”.

                                       r. f. l.

 

 


                                           

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