FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO 2024

 

“Imparare per una pace duratura”: é il tema della sesta edizione della Giornata internazionale dell'educazione, voluta dall'ONU per sottolineare il ruolo cruciale della scuola nel contrasto all'odio. La situazione in Italia

 

Si è celebrata lo scorso 24 gennaio la sesta Giornata internazionale dell'educazione con al centro un tema nevralgico nei tempi bui che stiamo attraversando: Imparare per una pace duratura”. Come sottolinea l'UNESCO, “senza un'istruzione di qualità, inclusiva ed equa, e senza opportunità sicure per tutti, i Paesi non potranno raggiungere l'uguglianza di genere e spezzare il ciclo di povertà che lascia indietro milioni di bambini, di giovani e di adulti”. L'agenzia ONU per l'istruzione, la scienza e la cultura segnala nell'occasione una drammatica realtà: abbiamo nel mondo 763 milioni di analfabeti e 250 milioni di bambini tagliati fuori dalla scuola.

É ancora l'UNESCO a sottolineare il ruolo della scuola nel contrastare l'incitamento all'odio, “cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni con l'uso dei social media, danneggiando il tessuto delle nostre società”. Un'altra agenzia ONU, l'UNICEF, ricorda che nel mondo più di seicento milioni di bambini sono al di sotto dei livelli minimi di competenza nell caacità di lettura e nella matematica. Eppure due terzi di costoro a scuola ci vanno. Per quanto riguarda le aree di crisi, si fa notare che proprio il sistema educativo ha subito i danni peggiori dalle guerre in corso. In Ucraina 365 strutture scolastiche sono state distrutte, quasi quattromila danneggiate. Analoga la situazione a Gaza, dove quasi quattrocento scuola, i tre quarti del totale, sono state distrutte o danneggiate.

Per quanto riguarda la situazione italiana siamo fortunatamente al riparo da simili emergenze, ma non per questo mancano i punti critici. Ecco i dati di fondo. Le 364.069 classi della scuola pubblica sono frequentate da 7.194.400 studenti. Di costoro 809.861 affollano i banchi della scuola dell'infenzia, mentre sono 2.219.151 gli alunni della primaria, la vecchia scuola elemntare. La secondaria di primo grado, quella che un tempo sichiamava scuola media, è frequentata da 1.533.509 ragazzi e ragazze, mentre 2.631.879 hanno a che fare con la secondaria di secodo grado. Questi ultimi sono così suddivisi: il 51,4 per cento frequenta i licei, il 31,7 gli istiuti tecnici, il 16,9 gli istituti professionali.

I dati ISTAT relativi al 2020 rivelano infine che poco più di un quinto della popolazione italiana ha concluso con la laurea il suo corso di studi, mentre il 62,9 per cento possiede un diploma. Sono cifre largamente in feriori a quelle medie dell'Unione europea, che può contare su un 32,8 per cento di laureati e un 79 per cento di diplomati. Sul territorio nazionale italiano la distribuzione dei titoli di studio è disuguale, favorendo le regioni settentrionali a scapito soprattutto del Mezzogiornoe e delle isola, ma i ogni caso è dappertutto inferiore alle medie europee. Resta insomma un lungo cammino da compire per adeguare il nostro sistema educativo ai livelli del mondo che ci circonda, speriamo dunque che i segnali d'allarme lanciati dalla Giornata internazionale dell'educazione trovino lìascolto dovuto alle grandi emergenze.

                                       r. f. l.

 

 


                                           

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