La
Francia s'interroga sulla corrispondenza fra la necessità
di educare la classe dirigente ai temi della crisi ambientale
e un'ottica universitaria visibilmente legata al passato.
L'urgenza del problema legata alle scadenze degli impegni
internazionali
Si
fa un gran parlare, di fronte all'aggravarsi del deterioramento
climatico, di transizione ecologica, ma in che misura il
mondo accademico è in grado di fare la sua parte?
L'organizzazione universitaria avrà la possibilità
di sfornare le competenze necessarie per affrontare questa
sfida? Alcuni intellettuali francesi si sono posti questo
problema, denunciando il fatto che la struttura tradizionalmente
inerte del sistema accademico non lascia presagire un approccio
positivo a un tema così urgente e così delicato.
Un
paio di anni fa si è costituito dunque un gruppo
di lavoro, presieduto dall'ecologo Luc Abbadie e dal climatologo
Jean Jouzel, con l'incarico specifico di analizzare la questione.
Ma le raccomandazioni emerse da questa analisi sono state
a lungo ignorate fino a quando, lo scorso autunno, la politica
ha fatto finalmente sentire la sua voce. É toccato
a Sylvie Retailleau, ministra della ricerca e dell'insegnamento
superiore, il compito di rassicurare chi ha a cuore le sorti
del pianeta.
Lo
ha fatto parlando all'università di Bordeaux e creando
non poca sorpresa fra gli addetti ai lavori, apparentemente
rassegnati a una sorta di ignavia governativa. La ministra
Retailleau ha ripreso le argomentazioni e le richieste del
gruppo di lavoro Abbadie-Jouzel, annunciando che entro il
2015 i corsi negli atenei francesi saranno integrati con
le tematiche della transizione ecologica, trasformandosi
così da spettatori passivi ad attori di questo sforzo
nazionale e internazionale di adeguamento alle necessità
imposte dalla crisi climatica.
Le
parole della ministra sono state accolte con sollievo ma
anche con qualche perplessità: ci si chiede infatti
se il governo manterrà la sua promessa. Qualcuno
ha ricordato gli anni Settanta, quando soltanto sull'onda
dei tumulti del Sessantotto gli studenti francesi ottennero
finalmente con la legge Faure il diritto di contribuire
in qualche modo alla gestione dell'insegnamento superiore.
s. f.
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