La
vicenda di Sylvia Plath: come un suicidio può diventare
poesia. Una critica ragionata: sarà vero che sono
come obbligato a far giochi di parole? Che sono in trappola,
come tutti? Rispondo con l'area della poesia: frase per
altezza!
LA
BIBLIOTECA UMANA
In
Danimarca ci sono biblioteche dove puoi prendere in prestito
una persona invece di un libro per ascoltare la sua storia
di vita per 30 minuti. L’obiettivo è combattere
i pregiudizi. Ogni persona ha un titolo: “disoccupato”,
“rifugiato”, “bipolare”, e così
via… Ma, ascoltando la sua storia, ti rendi conto
di quanto non dovresti “giudicare un libro dalla copertina”.
Questo progetto innovativo e brillante è attivo in
più di 50 paesi. Si chiama “La Biblioteca Umana”.
“Io scrivo semplicemente perché
C’è una voce che senza di me
Non sarà ancora”
- Che bella! Chi l’ha scritta? Non sembra il tuo stile.
“L’unica cosa che ho imparato a fare è
piangere
Piango mentre parlo, mentre leggo, mentre cammino, mentre
sogno, mentre penso. Soprattutto mentre penso. Piango in
silenzio. Piango senza un grido. A volte piango anche mentre
rido”…
P l a t h !
Sono
una delle ombre di Sylvia. Sono tornata col vento. Sono
un’ombra levigata dal tempo. C’era uno spigolo
di muro in quel momento, il sole era al tramonto, sono un’ombra
di Sylvia pallida, un’ombra sghemba e spezzata. Ombra
di poeta intossicata. C’erano ombre migliori di Sylvia
sui lastricati di Cambridge ma sono stata io la prescelta.
Sono una delle sue ultime ombre. L’ombra di Sylvia
sul muro della cucina, un’ombra china. In ginocchio
mentre sigilla con gli stracci le porte che proteggono i
bambini. Stracci per fermare il gas, un confine di stracci
tra la vita e la morte. E’ questa la sua ultima poesia:
mani tremanti bambini stracci nella fessura. Scuotete le
mie parole, spremete la mia uva: io sono Sylvia di nuovo
viva a raspare parole nella terra dura…
E
così anche un suicidio può diventare poesia.
Ma la vorrei anche fisicamente viva.
I
rapporti tra gli esseri viventi non sono
paragonabili a un ping pong, come sembra. In realtà
sono un cerchio di fuoco in cui un’energia elettrica
sotto forma di fiamma gira vorticosamente. Di continuo e
CONTEMPORANEAMENTE IN TUTTI E DUE I SENSI. Il che significa
che QUELLO CHE RIVERSIAMO SUGLI ALTRI SI RIVERSA IDENTICO
SU DI NOI.
L’ANIMA NON ESISTE, MA E’ ESSENZIALE
Caro
Filippo, ho un caratteraccio, ma non sono rancorosa: mi
è passata. Però cerca di ascoltare di più
gli altri, non stare sempre, (sempre!), solo dentro al tuo
meccanismo inceppato. Ti accorgi che sei come obbligato
a fare giochi di parole? A vaniloquiare? Che non riesci
mai ad avere un confronto semplice, diretto, equilibrato
con gli altri? Ci hai messo 3 ore! (3 ore!) per rispondermi
a tono. Questa non è creatività, è
patologia. E’ la tua nevrosi che ti strappa via, che
ti seppellisce dentro a te stesso. Sono anni che cerco di
dirtelo, di fartelo capire. Quella che tu credi libertà
mentale è in realtà una prigione che ti impedisce
di essere diverso, di avere un po’ di pace. Devi continuamente
destrutturare il linguaggio, il mondo, i rapporti, perché
ti fanno paura e non sai gestirli: li smonti per avere l’impressione
di dominarli. Sono le tue paure che ti muovono, ma è
terribile vivere così. E’ triste davvero che
tu non ti prenda nessuna cura di te, che non ti faccia aiutare
da uno psicologo per abbassare la tua ansia. Sei in trappola
Filippo, come tutti noi, chi più chi meno. Ma le
persone intelligenti e colte cercano e riescono a farsi
aiutare ad allentare la morsa, e trovano una stradina per
uscire dalle proprie cantine, salire una scalettina e affacciarsi
a un alto balcone di se stessi. E da lì respirare,
vedere luce e guardare un cielo sgombro e quieto.
LA GIO HA VENDUTO LA CASA
E’
gennaio, abbiamo messo in vendita la casa. La portafinestra
affaccia su un prato intirizzito, morto stecchito. Un brutto
ramo grigio batte nel vento, picchia sui vetri. Gli acquirenti
latitano. Il prezzo è buono, i clienti cattivi. Entrano,
guardano, fanno fiacche domande, non si slacciano le giacche.
Ci guardano sospettosi mentre noi sorridiamo e li cataloghiamo
con odio: poveracci, impiegatucci, fascistoni, pescivendoli,
figli da papà, rozzi, fessi, fanfaroni, quaquaraquà.
Poi se ne vanno, chiedendo piantine, rogiti, permessi. Farfugliano
promesse. Passerà gennaio, penso, creperà
febbraio, ci libereremo anche di marzo, e poi finalmente
tintinnerà aprile. Maledetti! Verrete nello scintillante
aprile a vedere il nostro cielo di cristallo, a bagnarvi
i capelli con il canto degli uccelli, a respirare fiori
nell’aria della sera. Vedrete, il prezzo della casa
sarà molto più alto: insieme ai muri, in aprile,
si paga anche la primavera.
CIRIFLETTO
Essere
scontati è un pregio solo se sei in vendita.
OGGI
In
quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la
potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta
la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano
lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo
il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e
si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta
Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo
dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è
sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a
proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la
vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare
l’anno di grazia del Signore”. Riavvolse il
rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette.
Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è
compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
Parola del Signore
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frase per altezza.
1° febbraio 1935 \ 1° febbraio
2022
Filippo Nibbi
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