Il
ministro dell'Educazione nazionale con la sua riforma
della scuola varata nel 2019 ha sacrificato la matematica.
Se ne chiede la reintroduzione nel “tronco comune”
degli insegnamenti obbligatori. Si tratta di un elemento
di cultura ma anche di uno strumento professionale
Bisogna
risolvere, scrive Le Monde, l'equazione della matematica
nei licei francesi. Il quotidiano parigino si riferisce
con un suo editoriale al dibattito sollevato dalla pubblicazione
dei risultati di un'indagine statistica, secondo la quale
un terzo dei liceali abbandona questa disciplina a partire
dal secondo anno. Occorre ricordare che la riforma della
scuola che porta la firma di Jean-Michel Blanquer ha creato
un sistema che si fonda sulla compresenza di materie obbligatorie
e altre facoltative. Fra queste ultime la matematica. Facendosi
interprete di un'opinione assai diffusa negli ambienti della
scuola, Le Monde chiede la reintroduzione di questa disciplina
nel “tronco comune” delle materie principali.
Il
fatto che nel Paese di Cartesio la matematica abbia perduto
il suo ruolo tradizionale è considerato un errore
da correggere prima possibile. Infatti questa materia non
è soltanto parte della cultura generale, è
anche un insostituibile strumento professionale. In proposito
si segnala che c'è in Francia una grave penuria di
ingegneri: secondo l'associazione degli industriali ne mancano
cinquemila ogni anno. Si chiede dunque di rilanciare la
matematica non soltanto per elevare il livello della formazione,
ma anche per rispondere alle necessità del Paese.
La
riforma Blanquer è stata varata nel 2019, da allora
la percentuale di liceali che comprendeva la matematica
nel suo programma di studi nella classe terminale, quella
che si conclude con il baccalauréat, è crollata
dal 90 al 59 per cento. Sono effetti perversi che vanno
corretti rapidamente, anche in considerazione del fatto
che nelle statistiche dell'Unione europea la Francia figura
agli ultimissimi posti nel rendimento in questa materia.
Non si tratta di sollecitare un ritorno al passato, quando
la matematica era un temuto strumento di selezione, una
sorta di spauracchio che intimoriva molti liceali, ma semplicemente
di rivalutarla come elemento di cultura e come base formativa.
s. f.
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