Due
insegnanti di liceo costretti allo sciopero della fame
per denunciare una serie di aggressioni che da tempo colpiscono
il corpo docente. Un problema comune a molte scuole francesi,
soprattutto nelle aree urbane più degradate. Fra
le cause, le restrizioni imposte dalla pandemia
Racconta
il quotidiano parigino Le Monde che Pierre R. e Leila M,
due insegnanti in una scuola secondaria di secondo grado,
il collegio Lucue Aubrac di Givors, nei pressi di Lione,
hanno cominciato uno sciopero della fame. La decisione di
rinunciare al cibo, riducendo la dieta all'acqua e a qualche
brodino, intende denunciare la condizione di pericolo costante
in cui vive il corpo docente, vittima frequente di aggressioni
e intimidazioni da parte di alcuni alunni. L'eco che la
notizia ha avuto sulla stampa segnala che il problema non
si limita certo a quel piccolo centro sul Rodano, ma angustia
d tempo l'intero sistema scolastico francese.
Il
clima nella nostra scuola, fanno sapere i due docenti, da
sempre piuttosto pesante è diventato insopportabile.
Nel mese di gennaio le aggressioni si sono moltiplicate.
Un giorno al culmine di un alterco un allievo ha scagliato
un paio di forbici contro un professore, mancandolo di poco.
Un'altra colta una sua collega è stata circondata
e pesantemente intimidita da tre ragazzi all'uscita da scuola.
Un trzo insegnante è stato inseguito da alcuni allievi
in auto mentre rientrava a casa in bicicletta. A questo
punto si è riunito il corpo docente per tentare di
tradurre l'esasperazione e l'insicurezza personale in un'azione
di contrasto. Si è deciso così di denunciare
le lacunose misure di protezione mentre Pierre R. e Leila
M. hanno scelto la via dello sciopero della fame.
Nello
specifico, i due insegnanti chiedono che la loro scuola
venga classificata fra quelle sottoposte al regime di “educazione
prioritaria rafforzata”. Questo implica lo sfoltimento
delle classi e dunque una maggiore possibilità di
contatto e di controllo sugli alunni. Quello che vogliamo,
hanno dichiarato a Le Monde, è promuovere un'azione
non violenta che possa permettere al collegio di garantire
la regolarità dei corsi. Dall'inizio di questo anno
scolastico, precisa Pierre R., che a Givors insegna storia
e geografia, ci sono state sette aggressioni gravi e un'infinità
di intimidazioni all'apparenza minori, ma tali da farci
vivere in un perenne stato d'inquietudine.
Non
si tratta certo di un fenomeno isolato, fanno sapere i dirigenti
scolastici di Lione. Nell'insieme di quel distretto nei
primi due mesi dell'anno scolastico somo stati registrati
292 episodi gravi contro i 170 dell'anno precedente. La
gravità si riferisce al fatto che sono state colpite
le persone o i loro beni. Il problema delle violenze a scuola
riguarda del resto l'intero sistema scolastico francese
(e non soltanto francese!) Una delle possibili spiegazioni
sta probabilmente nell'emergenza sanitaria, che limitando
le possibilità espressive degli adolescenti concentra
la loro insofferenza e la loro esuberanza su obiettivi a
portata di mano, come i compagni e i docenti nelle aule
scolastiche. E in questa situazione oggettivamente critica
gli insegnanti sono soli, e la loro condizione d'insicurezza
fa sì che non sempre riescono a impostare il dialogo
con i ragazzi in modo che non degeneri in rissa.
r. f. l.
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