FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO- 2021

 

La costa occidentale è stata particolarmente colpita dalla pandemia che vede gli Stati Uniti al primo posto nel mondo per contagi e vittime. Per riavviare in sicurezza il sistema scolastico decisa una nuova soglia: al massimo 25 casi alla settimana ogni 100 mila residenti

 

L'apprendimento non è negoziabile, dice Gavin Newsom governatore della California. Riportare a scuola in sicurezza ragazzi e docenti ci aiuterà a “svoltare l'angolo” di questa pandemia. Ma per l'appunto la necessità di garantire sicurezza complica maledettamente le cose. Per conciliare le due esigenze il governatore ha corretto, rendendola più prudente e severa, la soglia al di sotto della quale potranno riprendere le attività didattiche sospese ormai da troppo tempo. Per riempire di nuovo le classi svuotate dalla pandemia bisognerà che nel territorio di competenza si registrino in media meno di venticinque contagi alla settimana ogni centomila abitanti. Prima d'ora il dato massimo per la riapertura delle scuole era fissato a 28 contagi. Dunque la prospettiva di una ripartenza delle attività scolastiche si è ulteriormente allontanata, considerando l'imperversare dei contagi nello Stato sul Pacifico, soprattutto nella California del Sud.

Da quelle parti i dati sono infatti sensibilmente peggiori. A Los Angeles, per esempio, si registrano settantasette casi per 100 mila abitanti, settantanove nella contea di Orange, addirittura centotre a San Bernardino. Siamo dunque lontanissimi dalla soglia fissata dal governatore Newsom e quindi si do<vrà andare ancora avanti con la didattica a distanza, che d'altra parte suscita critiche perché penalizza i ragazzi provenienti da famiglie povere o contesti disagiati. Le cose vanno un po' meglio nella parte settentrionale dello Stato, per esempio nell'area di San Francisco: è qui che il rilancio delle attività didattiche è ipotizzabile in tempi brevi.

Nelle scuole riaperte, in ogni caso, bisogna osservare severissime misure restrittive. Ogni alunno, indipendentemente dall'età, dovrà portare la mascherina, o docenti dovranno proteggere se stessi e i loro contatti con mascherine chirurgiche. La distanza fra i banchi e fra in banchi e la cattedra dovrà essere di almeno sei piedi, poco meno di due metri, e in nessun caso potrà scendere al di sotto dei quattro piedi. Anche in California, come nel resto degli Stati Uniti e ovunque nel mondo, c'è polemica su queste misure, spesso considerate eccessive e incuranti del fatto che i ragazzi hanno bisogno di muoversi, interagire, respirare a pieni polmoni. Inoltre c'è chi le considera inutilmente ripetitive: se si porta la mascherina, che bisogno c'è del distanziamento sociale? E se si osservano le distanze, che bisogno c'è della mascherina? Non si potrebbe almeno scegliere una delle due misure eliminando l'altra? Sono interrogativi di strettissima attualità in ogni parte del mondo, ogni immaginabile risposta deve fare i conti con il rapporto fra due esigenze purtroppo contrastanti: la difesa della salute e la voglia di vivere una vita il più possibile normale.

 

 

                                       f. s.

 

 


                                           

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