Un tasso aumentato di natalità e l'apporto di una forte immigrazione fanno crescere la domanda di istruzione primaria, ma non ci sono abbastanza insegnanti – Le cause sono da ricercarsi non soltanto nel trattamento economico non soddisfacente, ma anche nel fatto che la professione docente provoca disturbi psico-fisiologici – Lo conferma uno studio condotto dall'università di Monaco in cooperazione con un ente assicurativo
Uno studio pubblicato a fine gennaio dalla Fondazione Bertelsmann denuncia la carenza di insegnanti e la conseguente situazione critica delle scuole elementari tedesche. Entro il 2025 serviranno 105.000 nuovi docenti, ma in questo periodo saranno soltanto 70.000 gli studenti che otterranno la corrispondente laurea in pedagogia.
La ragione di un quantitativo così alto di posizioni lavorative aperte non dipende soltanto dal numero di insegnanti prossimi alla pensione, ma soprattutto dal boom dei bambini in età scolare, che nei prossimi sette anni eccederanno di oltre un milione la cifra prevista dal ministero dell’istruzione tedesco. Le cause di questo fenomeno risiedono nell’aumentato tasso di natalità e nell’ingente immigrazione. Anche il programma che prevede il diritto al tempo pieno per i bambini nella scuola elementare, promesso sia dalla SPD che dalla CDU-CSU, richiede l’impiego di molti docenti.
Udo Beckmann, presidente del sindacato degli insegnanti (VBE), si rivolge con toni duri ai politici, denunciando il fatto che bisognasse aspettare l’aiuto esterno di una fondazione per effettuare un calcolo realistico del fabbisogno di personale insegnante e per spingere gli stati federali, ai quali tocca la cometenza per la gestione scolastica, a fare qualcosa.
Alexander Lorz, vicepresidente del comitato consultivo dell’istruzione, sottolinea come alcune soluzioni proposte dalla fondazione Bertelsmann siano già in uso o in fase di realizzazione in diversi stati federali. Si cerca, per esempio, di coinvolgere gli insegnanti part-time affinché lavorino più ore o di offrire un ritorno in aula ai già pensionati. Queste due operazioni ad ogni modo non sono sufficienti a coprire il fabbisogno ed è necessario assumere personale dalla formazione non specifica, che tramite un breve corso abilitante e una prima fase accompagnata da un tutore sia in grado di intraprendere la nuova carriera.
Esperimenti di questo tipo sono già stati effettuati con più o meno successo e a questo proposito Udo Beckmann critica il metodo utilizzato finora, che prevedeva l’inizio immediato della nuova attività, accompagnato da corsi che piano piano assicurassero una preparazione sufficiente. “A nessuno verrebbe mai in mente, neanche in caso di forte carenza, di impiegare un autista di autobus come pilota d'aereo, lasciarlo decollare e poi formarlo durante il volo per i nuovi compiti”, osserva.
Ad ogni modo, le porte sono spalancate per chi volesse porsi come obiettivo quello di insegnare nella scuola primaria, ma sono tanti a volerlo? La paga non sembra essere delle più alte, come si deduce dall’affermazione di Marlis Tepe, presidente del sindacato GEW, che sottolinea come questo problema attuale sia il conto da pagare per gli stipendi così bassi concessi al corpo insegnante della scuola primaria.
Ma, stipendio a parte, il lavoro pare essere molto duro di per sé, in quanto quella degli insegnanti in Germania risulta essere una delle classi lavorative più soggette a burnout e disturbi psico-fisiologici. Uno studio condotto dall’assicurazione sanitaria DAK in cooperazione con l’Università di Monaco rivela percentuali allarmanti: un quinto dei circa 1900 partecipanti è sovrappeso, un decimo soffre di pressione alta o di acufene, un quarto di frequenti dolori di schiena o cervicali, il 17% lamenta fastidi ortopedici, sempre il 17% disturbi del sonno, il 13% mali di testa frequenti. I problemi lavorativi denunciati sono la pressione continua, la mancanza di pause e l’impossibilità di staccare anche una volta concluse le ore di insegnamento.
Laura Venturi
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