FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO - 2016

 
 

L'organizzazione Sos Villaggi dei bambini lancia il primo manuale europeo per i diritti dei minori fuori famiglia, destinato agli operatori dell'accoglienza etero-familiare – Elemento essenziale, non a caso raccomandato dalla Commissione Europea, la partecipazione dei minori ai processi decisionali che li riguardano – Non basta migliorare le strutture di accoglienza, bisogna soprattutto curare le prassi operative dei professionisti che vi operano

 

Sono circa trentamila in Italia i bambini che per le più varie ragioni vivono al di fuori della dimensione familiare. Nel vasto ambito dei diritti dei minori, è dunque importante che si realizzi un codice specifico a tutela di coloro che sono privi del contesto così difficilmente rinunciabile della famiglia, che dunque entrano a far parte del sistema dell'accoglienza etero-familiare. Di questa esigenza si è fatta interprete l'organizzazione Sos Villaggi dei bambini, che con il supporto del Consiglio d'Europa, del Consiglio regionale della Lombardia, della Regione Veneto, della Provincia di Trento, dell'Autorità garante per l'infanzia e di enti umanitari quali Eurochild, Istituto degli Innocenti, Associazione Agevolando, ha lanciato lo scorso 28 gennaio, attraverso un convegno a Milano, il primo manuale europeo per i diritti dei bambini fuori famiglia.

Si tratta di un lavoro in corso di definizione che procede attraverso un progetto denominato InFo – Insieme Formando, frutto della collaborazione fra le organizzazioni Sos di otto Paesi: Italia, Francia, Bulgaria, Croazia, Estonia. Lettonia, Ungheria e Romania. Come è stato sottolineato nel corso del convegno milanese il progetto, finanziato dalla Commissione Europea, contribuisce al perseguimento degli obiettivi del governo italiano a proposito di riduzione della povertà. Destinatari del manuale dei diritti sono gli operatori dell'accoglienza etero-familiare, cioè tutti coloro sui quali incombe l'enorme responsabilità di sostituirsi alla famiglia e garantire ai minori che ne sono privi la possibilità di percorsi proficui verso l'età adulta. Si tratta di annullare, o almeno ridurre, le conseguenze del disagio iniziale e riportare quei bambini, per quanto possibile, alle stesse condizioni dei loro coetanei potenzialmente più fortunati che crescono in famiglia.

La presidente di Sos Villaggi dei bambini, Maria Grazia Rodriguez y Baena, ha ricordato come la sua organizzazione si preoccupi da sempre di assicurare un elemento considerato essenziale, il diritto alla partecipazione, a quei bambini che sono privi di cure familiari o sono a rischio di perderle. Ricorda che già alcuni anni or sono la Commissione Europea invitò i Paesi dell'Unione ad adottare meccanismi che favoriscano la partecipazione dei minori ai processi decisionali che li riguardano. Si tratta, spiega, di “formare i professionisti dell'accoglienza etero-familiare attraverso un approccio incentrato interamente sui diritti”. Per cambiare positivamente le vite dei bambini e dei ragazzi in accoglienza etero-familiare non basta, infatti, intervenire sulle strutture e migliorare la qualità dell'accoglienza, ma bisogna anche “lavorare sulle prassi lavorative dei professionisti che operano in tali strutture”.
                                                          m. f. 
                                         

    


                                                  

 
 

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