L'organizzazione
Sos Villaggi dei bambini lancia il primo manuale
europeo per i diritti dei minori fuori famiglia, destinato
agli operatori dell'accoglienza etero-familiare –
Elemento essenziale, non a caso raccomandato dalla
Commissione Europea, la partecipazione dei minori ai
processi decisionali che li riguardano – Non basta
migliorare le strutture di accoglienza, bisogna
soprattutto curare le prassi operative dei professionisti
che vi operano
Sono
circa trentamila in Italia i bambini che per le più varie
ragioni vivono al di fuori della dimensione familiare. Nel
vasto ambito dei diritti dei minori, è dunque importante
che si realizzi un codice specifico a tutela di coloro che
sono privi del contesto così difficilmente rinunciabile
della famiglia, che dunque entrano a far parte del sistema
dell'accoglienza etero-familiare. Di questa esigenza si è
fatta interprete l'organizzazione Sos Villaggi dei
bambini, che con il supporto del Consiglio d'Europa, del
Consiglio regionale della Lombardia, della Regione Veneto,
della Provincia di Trento, dell'Autorità garante per
l'infanzia e di enti umanitari quali Eurochild, Istituto
degli Innocenti, Associazione Agevolando, ha
lanciato lo scorso 28 gennaio, attraverso un convegno a
Milano, il primo manuale europeo per i diritti dei bambini
fuori famiglia.
Si
tratta di un lavoro in corso di definizione che procede
attraverso un progetto denominato InFo – Insieme
Formando, frutto della collaborazione fra le
organizzazioni Sos di otto Paesi: Italia, Francia,
Bulgaria, Croazia, Estonia. Lettonia, Ungheria e Romania.
Come è stato sottolineato nel corso del convegno milanese
il progetto, finanziato dalla Commissione Europea,
contribuisce al perseguimento degli obiettivi del governo
italiano a proposito di riduzione della povertà.
Destinatari del manuale dei diritti sono gli operatori
dell'accoglienza etero-familiare, cioè tutti coloro sui
quali incombe l'enorme responsabilità di sostituirsi alla
famiglia e garantire ai minori che ne sono privi la
possibilità di percorsi proficui verso l'età adulta. Si
tratta di annullare, o almeno ridurre, le conseguenze del
disagio iniziale e riportare quei bambini, per quanto
possibile, alle stesse condizioni dei loro coetanei
potenzialmente più fortunati che crescono in famiglia.
La presidente di Sos Villaggi dei bambini, Maria
Grazia Rodriguez y Baena, ha ricordato come la sua
organizzazione si preoccupi da sempre di assicurare un
elemento considerato essenziale, il diritto alla
partecipazione, a quei bambini che sono privi di cure
familiari o sono a rischio di perderle. Ricorda che già
alcuni anni or sono la Commissione Europea invitò i Paesi
dell'Unione ad adottare meccanismi che favoriscano la
partecipazione dei minori ai processi decisionali che li
riguardano. Si tratta, spiega, di “formare i
professionisti dell'accoglienza etero-familiare attraverso
un approccio incentrato interamente sui diritti”. Per
cambiare positivamente le vite dei bambini e dei ragazzi in
accoglienza etero-familiare non basta, infatti, intervenire
sulle strutture e migliorare la qualità dell'accoglienza,
ma bisogna anche “lavorare sulle prassi lavorative dei
professionisti che operano in tali strutture”.
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m. f.
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