Troppi
adolescenti, finita la scuola a quindici anni, attendono
inoperosi l'età adulta – Per questo rischiano di farsi
trovare impreparati all'impatto con il mondo del lavoro
– Di qui l'iniziativa annunciata dal governo di Vienna:
fino ai diciotto anni i ragazzi dovranno o proseguire gli
studi o frequentare corsi di formazione professionale –
Una mossa destinata, fra l'altro, a combattere una
disoccupazione giovanile troppo alta
Sono circa cinquemila i ragazzi
austriaci tra i quindici e i diciotto anni che ogni anno
abbandonano la scuola senza sostituire l'impegno scolastico
con alcun lavoro o corso di formazione professionale.
"Questa cifra è fin troppo alta", afferma il
Ministro degli Affari Sociali Rudolf Hundstorfer, promotore
della nuova legge che dal prossimo anno accademico obbligherà
i giovani fino ai diciotto anni ad essere iscritti ad un
qualsivoglia programma di formazione, che sia professionale
o scolastico.
La scuola dell'obbligo in
Austria è della durata di nove anni, fino ad adesso era
quindi potenzialmente possibile ritirarsi dai banchi di
scuola a quindici anni e darsi alla nullafacenza, per poi,
qualche anno più tardi, scoprirsi troppo poco qualificati
per accedere al mercato del lavoro. A quel punto era lo
stato a dover intervenire con aiuti finanziari. Uno degli
obiettivi della legge appena promossa è proprio quello di
combattere il ricorso dei giovanissimi ai sussidi di
disoccupazione.
Il nuovo ordinamento andrà a
toccare anche quei minori che, una volta abbandonata la
scuola, si dedicano a lavori minimamente qualificati
(pulizie e simili): dovranno rinunciare a questa attività
ed iscriversi ad un corso di formazione. Le multe per la
mancata osservanza della legge avranno un importo variabile
dai 100 ai 1000 euro e verranno applicate a partire dal
luglio 2017.
Coloro che, non soddisfatti,
decidessero di abbandonare un corso di formazione
professionale dovranno sceglierne un secondo entro quattro
mesi. Molti giovani probabilmente opteranno semplicemente
per un più lungo soggiorno tra i banchi scolastici. I
promotori della legge sono convinti che qualunque sia la
scelta che i singoli effettueranno, questa avrà delle
ripercussioni positive e determinanti sul loro futuro
professionale e che il mercato del lavoro li incontrerà più
solidi e preparati. La speranza è anche quella di ridurre
il tasso di disoccupazione del paese e specialmente quello
che riguarda i giovani.
I minori e le loro famiglie
verranno seguiti da vicino nella valutazione del percorso
migliore tra quelli disponibili e per questo dovranno essere
aperte delle apposite strutture e create delle figure
professionali. Saranno necessari anche dei grossi
investimenti nell'ambito dell'offerta formativa e
l'attivazione del nuovo decreto legislativo, prevista per il
prossimo autunno, costerà alla repubblica austriaca circa
ventidue milioni di euro soltanto per il primo anno,
cinquantacinque milioni fino al 2019.
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Laura Venturi
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