Secondo
la valutazione di un esperto inglese, le interruzioni
dovute al negativo comportamento in classe provocano a
ogni allievo per ogni anno la perdita di 130 ore di
apprendimento – D'altra parte proprio il caos che spesso
regna nelle aule è fra le cause della disaffezione
professionale di molti docenti – Una proposta: ricorrere
a insegnanti addestrati proprio per la cura dei
comportamenti – Toccherà a loro mantenere l'ordine in
classe
Il
governo britannico prova a ridare lustro al mestiere di
docente, attraverso una campagna che cerca di motivare i
giovani a questa scelta professionale. Ma l'impresa si
rivela più difficile del previsto, perché sono molte le
ragioni d'insoddisfazione che gli insegnanti trasmettono
all'opinione pubblica, scoraggiando così i giovani che
altrimenti potrebbero immaginare il loro futuro in cattedra.
Il corpo docente lamenta che far bene questo mestiere è
estremamente faticoso, che oltretutto bisogna continuamente
adeguarsi ai cambiamenti imposti nella didattica e nei
programmi, e che per di più il prestigio sociale di questa
professione non è altro che un ricordo del passato.
Ma
c'è un'altra ragione di scontento che sta scalando da anni
questa particolare classifica. É la crescente e dilagante indisciplina nelle classi. In un
intervento sul quotidiano The Sun il “segretario
ombra” all'educazione Tristram Hunt traccia un quadro
desolante: “ragazzi che giocano con gli smartphones,
che girellano fra i banchi, che chiacchierano in fondo
all'aula”. Come se non bastasse, nelle scuole del Regno
Unito si registrano ogni giorno in media cinquantacinque
aggressioni. Hunt ha fatto un rapido calcolo, arrivando alla
conclusione che il disordine comportamentale nelle classi
produce ogni anno, per ogni allievo, la perdita media di
centotrenta ore di apprendimento.
Insomma
un fenomeno d alle gravi implicazioni, che non riguardano
soltanto i singoli ragazzi responsabili (che a loro volta
alimentano fenomeni come l'assenteismo, il bullismo, oltre
ad avere generalmente pessimi risultati in termini di
rendimento scolastico), ma incidono evidentemente anche
sugli altri. Impossibile concentrarsi in mezzo al caos, fa
notare Hunt. É inoltre inaccettabile che un docente debba
operare nel timore di essere intimidito o aggredito. Che
fare? Il contrasto repressivo che si è usato finora non ha
dato i risultati sperati: non basta espellere dalla scuola i
ragazzi più riottosi, né ha prodotto risultati
soddisfacenti l'uso di insegnanti di sostegno per seguire i
singoli alunni.
D'altra parte non si possono certo reintrodurre quelle
punizioni personali che hanno assicurato a lungo nelle
scuole britanniche un ordine passivamente fondato sulla
paura. Ora il
segretario ombra lancia una proposta: introdurre nella
scuola insegnanti espressamente addestrati a occuparsi del
comportamento in classe. Toccherà a loro il compito di
riportare l'ordine perduto nelle scuole di Sua Maestà.
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l. v.
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