Per
i nostri ragazzi Internet è ormai un ingrediente
essenziale della quotidianità – Ma la rete non è
soltanto un formidabile strumento d'informazione e di
comunicazione: è anche la sede di molti rischi – Si
pone la necessità di vigilare, sia pure evitando
pressioni che potrebbero interferire con l'armonia della
crescita – Bisogna trasmettere le necessarie cautele
della navigazione, allo stesso modo in cui insegniamo ai
nostri figli ad attraversare sulle strisce
Un
bambino britannico su tre tra i cinque e i sette anni di età
possiede un tablet personale e due su cinque
trascorrono quotidianamente più di un'ora online. Tra i
tredici e i sedici anni la media è quella di due ore e
mezza al giorno e ben nove adolescenti su dieci hanno la
possibilità di accedere a internet anche dal proprio smartphone.
La televisione sembra perdere importanza rispetto alla rete
ed essere praticamente sostituita da youtube, uno dei
siti più cliccati in assoluto. Ogni notte i giovanissimi
trascorrono su internet più tempo di quello che durante
tutta la settimana dedicano all'attività sportiva.
Queste
le cifre emerse dall'ultimo sondaggio di Childwise,
condotto su un campione di circa duemila bambini di età
compresa tra i cinque e i sedici anni residenti nel Regno
Unito. Il sondaggio fotografa un fenomeno che non si limita
certo alla Gran Bretagna. L'accesso ad internet è ormai
parte integrante della quotidianità dei piccoli, al punto
che questi tendono a considerarlo un diritto fondamentale,
rendendo ancora più complesse le dinamiche familiari di
divieti e condizioni che si instaurano a questo proposito.
Sempre dallo stesso sondaggio emerge che il tipo di
punizione attualmente più in voga sia proprio quello che
consiste nel limitare l'accesso alla rete.
Lo
scorso autunno è uscita negli Stati Uniti l'ultima
pellicola di Jason Reitman: Men Women & Children,
una commedia drammatica che racconta il rapporto con
internet, social media e cellulari di alcune
famiglie e dei rispettivi figli. I comportamenti
rappresentati spaziano dall'ossessione di madri
iperprotettive che controllano continuamente il cellulare
dei bambini alla noncuranza di altri genitori, che si
tradiscono vicendevolmente cercando partner su siti di
incontri e che pubblicano in rete foto dei propri bambini
senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze possibili.
Questa
del pubblicare le immagini dei figli è una questione
recentemente molto dibattuta. Il fenomeno dei social media
nelle dimensioni che ha assunto con Facebook è
ancora relativamente giovane e negli scorsi anni molti
neogenitori hanno pubblicato foto dei propri bambini con la
stessa euforica generosità con la quale precedentemente
pubblicavano sempre aggiornatissime immagini rappresentanti
la propria vita. Di recente però assistiamo ad
un'inversione di tendenza da parte di molti, specie negli
Stati Uniti. Effettivamente non si ha la certezza assoluta
di chi possa o non possa accedere ai contenuti e per un
malintenzionato può essere veramente molto semplice
individuare aspetto e abitudini di un bambino. Inoltre
spesso non è possibile eliminare completamente un contenuto
dalla rete e non è giusto infliggere ai piccoli una
mancanza di privacy senza che siano loro a sceglierla.
Infine, il genitore non può esimersi dal porsi alcune
domande, in quanto deve inevitabilmente assumere un ruolo
educativo e di controllo riguardo l'accesso (sempre più
precoce) e l'attività dei propri figli su internet.
Mezzo
potentissimo per la condivisione culturale nel senso più
ampio, la rete può anche rappresentare un grave pericolo
per i giovani navigatori. Ci sono due aspetti preponderanti,
l'uno relativo alle persone o ai contenuti negativi nei
quali è possibile imbattersi (pornografia, violenze,
eccetera) e l'altro, più subdolo, legato alla dipendenza da
mezzi tecnologici che è facile sviluppare e che tende a
sottrarre l'attenzione dei più piccoli dall'approccio
fisico al mondo che li circonda. Tale dipendenza crea anche
le premesse per gravi disturbi identitari, quali la rinuncia
ai rapporti in “carne ed ossa”, la costruzione di false
identità ed una squilibrata percezione di se stessi. E'
necessaria, e non solo auspicabile, la presenza di genitori
in grado di insegnare quali rotte intraprendere e quali no,
con la stessa scrupolosità con la quale si insegna ad
attraversare sulle strisce e a non lasciare che loschi
estranei si avvicinino per la strada. Utili anche i numerosi
mezzi tecnologici in grado di filtrare i contenuti
accessibili dal computer domestico.
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Laura Venturi
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