Un
quotidiano americano analizza il livello d'istruzione
degli uomini che in oltre due secoli si sono avvicendati
alla Casa Bianca – Dei quarantatré presidenti, otto non
hanno fatto studi universitari, altri quattro sono stati
al college ma hanno gettato la spugna prima di
raggiungere la laurea – Altri uomini di successo hanno
fatto a meno di un formale curriculum d'istruzione
superiore: per esempio i divi del digitale a cominciare da
Bill Gates
Ci
vuole la laurea per insediarsi alla Casa Bianca? Se lo
domanda il New York Times e la risposta è non
necessariamente, anche se trentuno dei quarantatré
americani che si sono avvicendati alla presidenza hanno
compiuto regolari studi fino a conquistare la dignità
accademica. L'attuale presidente, Barack Obama, si è
laureato in legge all'università di Chicago, dove ha anche
insegnato.
Dei
quattro immortalati nella roccia di Mount Rushmore nel South
Dakota (George Washington, Abraham Lincoln, Thomas Jefferson
e Theodore Roosevelt), i primi due non erano laureati.
Washington rinunciò a proseguire gli studi dopo
l'istruzione elementare, suo padre aveva deciso di mandarlo
in una scuola inglese, ma venne a mancare prima di poter
realizzare il progetto. Quanto a Lincoln, era un colto
autodidatta. Come Washington e Lincoln, altri sei presidenti
non hanno mai frequentato le aule universitarie: Andrew
Jackson, Martin Van Buren, Zachary Taylor, Millard Fillmore,
Andrew Johnson e Grover Cleveland.
Infine
ce ne sono quattro che hanno vissuto l'esperienza del
college, ma interrompendola prima di portare a casa la
laurea. Sono James Monroe, William Henry Harrison, William
McKinley e Harry Truman. Quest'ultimo, successore di
Franklyn Delano Roosevelt, di cui era stato il vice, è il
più recente fra i presidenti senza titolo di studio
superiore. Il presidente che concluse la seconda guerra
mondiale autorizzando l'attacco nucleare al Giappone aveva
frequentato corsi serali nella scuola di giurisprudenza di
Kansas City, ma dovette abbandonare per ragioni economiche.
La
storia degli Stati Uniti ci offre anche alcuni presidenti
molto legati al mondo dell'istruzione superiore. Per esempio
Thomas Jefferson, che fondò l'università della Virginia, e
James Madison che ne prese il posto di rettore. Anche
Woodrow Wilson, Dwight Eisenhower e William Howard Taft
ebbero incarichi di dirigenti universitari, rispettivamente
a Princeton, nella Columbia University e nella scuola di
diritto di Cincinnati.
Dunque
una carriera universitaria condotta fino alla laurea non è
un requisito essenziale per governare gli Stati Uniti. Ma c'è
anche chi sostiene che abbandonare gli studi intrapresi può
essere interpretato come un segnale di scarsa costanza.
Eppure, fa notare il NYT allargando il discorso oltre
il recinto della politica, c'è in America gente di grande
successo che ha alle spalle proprio il drop out dagli
studi superiori. Per esempio i divi della Silicon Valley, i
protagonisti della rivoluzione digitale. A cominciare da
Bill Gates, fondatore di Microsoft e uomo più ricco del
mondo, che frequentò la Harvard University utilizzandone la
sofisticata dotazione di computer, ma non nritenne
d'impegnarsi fino alla laurea. O Steve Jobs della Apple,
studente del Reed College di Portland, Oregon. O Mark
Zuckerberg, fondatore di Facebook, anche lui studente
a Harvard, dove s'iscrisse segnalando la sua padronanza del
francese dell'ebraico, del
latino e del greco classico. Assorbito dal progetto Facebook,
interruppe la frequentazione prima della laurea. Infine
Larry Ellison, capo ella Oracle Corporation, che frequentò
prima l'università dell'Illinois, quindi quella di Chicago,
ma prima di concludere gli studi imboccò con enorme
successo la strada della Silicon Valley.
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f. s.
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