Negli Stati Uniti il fenomeno viene ormai
considerato alla stregua di un’epidemia –
Un’università della Pennsylvania scopre che ne soffre
in media il quindici per cento degli studenti e lancia un
controverso segnale: niente diploma di laurea a chi è
soprappeso – Si chiede a gran voce un aumento delle ore
di educazione fisica in ogni ordine scolastico, e
soprattutto che quel tempo venga riempito con esercizi
collaudati di fitness – Ma non tutte le scuole possono
disporre di palestre attrezzate
Avete
un indice di massa
corporea superiore a 30? Niente diploma, fino a quando
avrete recuperato un accettabile peso-forma. Ha fatto rumore
la decisione della Lincoln University di Philadelphia. Dopo
avere accertato che molti, troppi studenti esibivano fisici
debordanti di grasso, i dirigenti dell’ateneo hanno scelto
di correre ai ripari: vogliamo offrire al paese, devono aver
pensato, non soltanto gente intellettualmente ben preparata,
ma anche giovani che con un fisico asciutto sappiano
dimostrare di essere attenti a se stessi e di curare la
propria salute. Di qui l’asticella fissata a un indice di
massa corporea (si ottiene dividendo il peso per il quadrato
della statura, per esempio se uno è alto 1,70 e pesa 75
chili, il calcolo è questo: 75/2,89 uguale 25,95) che non
superi la fatidica soglia di 30, oltre la quale secondo i
fisiologi si annidano i molti rischi dell’obesità.
Di
obesi, in America ne ce sono sempre di più. Basta fare
quattro passi in una qualsiasi città fra Atlantico e
Pacifico per notare una presenza assai diffusa. Sono
prevalentemente giovani, indifferentemente uomini e donne,
bianchi e neri. Né si tratta di fenomeno esclusivamente
americano: anche nelle strade europee e particolarmente
italiane l’obesità è ormai di casa. Alla Lincoln
University hanno voluto vederci chiaro pesando e misurando
gli studenti: ne è risultato che mediamente, in ogni
classe, il quindici per cento dei ragazzi è soprappeso. Di
fronte alla prospettiva di laureare una così imbarazzante
quota di ciccioni, è partito l’avvertimento: volete il
diploma finale? Lo avrete soltanto se il vostro rapporto
peso-statura sarà in linea con le esigenze della salute. Se
così non è, dovete iscrivervi agli appositi corsi di
fitness. Molti lo hanno fatto, ma si sono levate anche aspre
polemiche, con gruppi militanti a favore dei diritti civili
che accusavano l’università di discriminare gli studenti
sulla base del peso corporeo. I dirigenti dell’università
hanno dovuto correggere il tiro, non più imponendo ma
limitandosi a “consigliare e raccomandare” la frequenza
ai corsi di ginnastica.
Del
resto, notano in molti, è un po’ tardi affrontare questo
problema nell’età degli studi superiori. È negli anni
dell’istruzione primaria e secondaria che va prevenuta
l’obesità degli adulti. Per questo va potenziato e
riformato il ruolo dell’educazione fisica in ogni ordine
di scuola. L’associazione che raggruppa gli insegnanti
americani di questa disciplina raccomanda almeno 150 minuti
di esercizio fisico per ogni settimana di cinque giorni
nelle scuole primarie, 225 minuti nelle secondarie. Siamo
molto lontani da queste cifre, secondo stime recenti i tempi
dell’educazione fisica nelle scuole degli Stati Uniti
oscillano fra gli 85 e i 98 minuti settimanali. Del resto
non si tratta soltanto di dedicare più tempo alla
ginnastica, ma anche di farne una pratica effettivamente
rivolta a tutelare la salute, in particolare prevenendo
l’obesità. Dunque non più ore assorbite dai tradizionali
giochi di squadra, dal football alla pallacanestro, che non
garantiscono un’armonica distribuzione del carico fisico
fra tutti gli alunni. Secondo gli esperti, le palestre
scolastiche dovrebbero assumere l’aspetto caratteristico
delle sale di fitness, dotandosi di quegli strumenti che la
tecnologia mette a disposizione, anche per graduare e
personalizzare le cadenze e gli sforzi.
Anche
qui c’è una lunga strada da percorrere, sia perché molte
scuole americane non dispongono di queste attrezzature né
delle risorse finanziarie per procurarsele, sia perché
l’ambizioso programma di lotta alla dispersione scolastica
varato qualche anno fa durante la presidenza Bush junior,
denominato No Child Left Behind (nessun bambino
lasciato indietro), è stato realizzato in molti casi
proprio sottraendo tempo all’educazione fisica per
dedicarlo ai necessari corsi di recupero. Per cui capita che
effettivamente molti bambini sono stati sottratti alla
dispersione, ma per presentarsi alle superiori appesantiti
da qualche chilo di troppo.
- l.
v.
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