FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO - 2009

 
 

Due secoli or sono nasceva nei pressi di Parigi Louis Braille, che a soli tredici anni inventò, e successivamente perfezionò, il sistema di scrittura e lettura tattile per i ciechi che porta il suo nome – La seconda “giornata nazionale del Braille”, che come lo scorso anno si celebra il 21 febbraio, acquista dunque stavolta un significato particolare – Varato a Torino un articolato programma d’iniziative

 

Louis Braille, 1809-1852

Si avvicina l’appuntamento annuale del 21 febbraio, data in cui si celebra la seconda “Giornata nazionale del Braille”, ricorrenza considerata solennità civile per disposizione legislativa (Legge 3 agosto 2007, n. 126). Le regioni si apprestano - in diversa misura - a celebrarla, promuovendo molteplici iniziative che ne esprimano l’osservanza sul piano giuridico e  l’intima partecipazione sul piano etico, civile e psico-pedagogico.

L’iniziativa del Legislatore conferisce, al Parlamento italiano, il merito d’aver riconosciuto l’importanza cruciale di questo codice linguistico alternativo, che è divenuto uno strumento fondamentale per l’integrazione, l’inclusione, la partecipazione e la formazione delle persone che convivono con una minorazione visiva.

Quest’anno ricorre altresì il bicentenario della nascita di Louis Braille (Coupvray, nei pressi di Parigi, 4 gennaio 1809), l’inventore del metodo di letto-scrittura che da lui prende il nome. L’uomo, che morì a soli 43 anni di tubercolosi, perse la vista a soli tre anni, a causa di un incidente nell’officina artigianale paterna: una lesina gli si conficcò in un occhio e la sopravvenuta infezione lo portò alla cecità totale.

L’idea di elaborare questo alfabeto, basato sulla diversa combinazione di sei puntini in rilievo, nacque in seguito all’incontro di Braille ancora tredicenne con un militare, Charles Barbier de la Serre, in visita presso l’Istituto per ciechi in cui il giovane viveva, che gli descrisse un metodo di lettura in rilievo, basato sulla disposizione di dodici puntini metallici. Lo aveva immaginato per permettere di comunicare silenziosamente, anche di notte.

La genialità dell’invenzione di Braille consisteva nella possibilità, non solo di leggere, ma anche di scrivere: si aprì così “l’era Gutenberg” anche per i non vedenti e, con essa, l’opportunità di progettare la propria esistenza e di inserirsi come protagonisti nel tessuto sociale. L’inventore perfezionò successivamente la sua creatura, aggiungendo la rappresentazione stenografica di suoni al semplice alfabeto, e poi estendendolo alla notazione matematica e a quella musicale. Louis Braille è sepolto nel Panthéon di Parigi, il sacrario dei francesi illustri.

La città di Torino, in occasione del bicentenario della nascita di Braille, ha avviato un variegato ventaglio di iniziative che si articolano lungo tutto il mese di febbraio e che coinvolgono tutti i sensi, non ultimo quello del gusto, realizzato mediante gli appuntamenti: “Braille in tavola” e “Cioko Braille”. Informazioni più dettagliate si potranno reperire sul sito appositamente implementato: http://www.torinoinbraille.com/home.php

 

                                                 Patrizia Todaro 
                                         

    


                                                  

 
 

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