Molte
scuole rurali sono state chiuse, per altre si prospetta lo
stesso destino a causa delle richieste di nuovi servizi,
come il doposcuola e dunque la giornata di dieci ore, che
non si possono permettere – Sullo sfondo una tendenza
demografica che ha visto il numero di allievi delle scuole
primarie calare del dieci per cento nell’ultimo decennio
– È dunque a rischio uno dei più efficienti modelli
educativi del Regno Unito, un elemento caratteristico
della tradizione britannica
Se
ne va un altro pezzo della vecchia Inghilterra: la
leggendaria village school, la piccola scuola rurale che ha
contrassegnato secoli di tradizione, è minacciata di
estinzione. Sono già oltre un centinaio, in Inghilterra e
nel Galles, le scuole che hanno chiuso i battenti, mentre
per moltissime altre si prospetta lo stesso destino. La
ragione, denuncia un gruppo di pressione istituito per
l’occasione, l’Associazione nazionale per le scuole
minori, sta nel fatto che i parametri educativi elaborati a
livello centrale impongono a ogni istituto scolastico il
dovere di soddisfare a sempre nuove esigenze. Ma per una
scuola rurale frequentata soltanto da poche decine di alunni
la sfida è spesso impossibile. Non possono per esempio
permettersi di offrire servizi come il doposcuola o
l’orario prolungato per l’intera giornata. Forse che si
persegue consapevolmente l’obiettivo di diradare la rete
scolastica?
A
questo sospetto, avanzato dai difensori delle village
schools,
le autorità educative di Londra rispondono negando
che esista una politica di questo genere. Si rivendica al
contrario che fondi ingenti sono stati stanziati per aiutare
le istituzioni locali a rispondere alla sfida rappresentata
da un’evoluzione demografica che ha visto gli allievi
delle scuole primarie diminuire del dieci per cento
nell’ultimo decennio. Questo fenomeno offre l’opportunità,
fanno rilevare gli ambienti ministeriali, di ridisegnare
l’organizzazione scolastica sul territorio: fermo restando
che nel collaudato sistema britannico ogni decisione, in
particolare se mantenere o chiudere una scuola, è di
competenza esclusivamente locale.
Ma
quelli dell’Associazione fanno notare che imporre a una
scuola con poche decine di alunni di fornire servizi costosi
equivale, in pratica, a decretarne la fine. Lo scorso
gennaio nella contea dello Shropshire è stato reso pubblico
un piano che prevede la chiusura di una ventina di scuole,
mentre per altre sedici è stata prospettata la fusione.
Immediatamente ci sono state proteste. Altri progetti
analoghi, ugualmente accolti da proteste pubbliche, sono in
corso di elaborazione da altre parti, come l’Herefordshire,
l’Isola di Wight, la contea gallese di Gwinned. Lo stesso
problema si profila in molte altre contee, come il Kent, il
Cheshire, l’Oxfordshire e il Lincolnshire.
La
politica scolastica di Londra, denuncia Mervyn Benford,
dell’Associazione nazionale per le scuole minori, mette in
pericolo “uno dei modelli educativi più efficaci del
nostro paese”. Esattamente come l’ufficio postale, la
village school è un luogo d’incontro, una risorsa
comunitaria: “se quelle scuole vengono soppresse, la
comunità viene impoverita”.
-
f. v.
-
|