Siamo
abituati a denunciare la scarsissima propensione alla
lettura degli italiani, ma non sempre si va alla ricerca
delle cause – Ecco che cosa ne pensa l’animatrice di
una Libreria per ragazzi a Torino – La sua diagnosi
chiama in causa la scuola, dove il libro sottoposto a
vivisezione viene in pratica condannato a morte – Come
indurre a leggere attraverso esperienze di gioco –
L’importanza della lettura a voce alta
Come
ogni anno eccoci di nuovo a parlare degli italiani che non
leggono, perchè è vero, il bel paese ha una quota
significativa di cittadini illetterati, soprattutto se
confrontati con i paesi scandinavi o soltanto rispetto alla
Gran Bretagna, Germania o Francia, per non parlare dei paesi
dell’est europeo. Il territorio dei lettori è vasto, infatti mi occuperò di giovani
lettori e di libri per ragazzi.
Non
possediamo la storia della letteratura popolare anglofona,
né abbiamo avuto lo sviluppo di autori per l’infanzia
come la
Gran Bretagna, eppure anche in Italia ci sono molti
autori che scrivono libri per ragazzi. Anche
da noi si comincia a leggere all’età giusta, cioè
nell’infanzia e nell’adolescenza poi,
stranamente, ci perdiamo i lettori per strada, perchè?.
E
ogni anno puntuali riprendiamo l’argomento, si
moltiplicano le interviste a sociologi, psicologi, psicologi
dell’infanzia e dell’adolescenza,
ciascuno a tentare una ricetta. Ma in realtà nessuno con
una soluzione, una proposta che non sia l’imperativo,
“bisogna leggere”, ma c’è una soluzione?
Il
quotidiano La Repubblica, qualche settimana fa, ha dedicato
un inserto speciale alla lettura dei ragazzi e ha pubblicato
una lista: “i
cento libri che i
nostri figli devono leggere“
riprendendo un articolo del Daily
Telegraph, “i cento libri che ogni bambino dovrebbe
leggere“, per l’infanzia e l’adolescenza.
Se
andiamo a vedere i titoli troviamo, Tom Sawyer, Peter Pan,
Oliver Twist, Lord Jim,
Robinson Crusoe, I ragazzi della via
Pal, tra gli altri. Ma questi titoli sono adatti allo
scopo per il quale sono stati individuati? Sono
davvero quelli, i libri che i bambini, gli
adolescenti,
dovrebbero leggere?
Potrei
definirmi un lettore tardivo, non so se per la dislessia di
cui mi sono accorto, tardi,
di avere, alla quale nessuno badava, oppure perché la mia
maestra diceva ai miei genitori che “dovevo leggere” ma
ho un’idea del perché i ragazzi non leggono o smettono di
leggere. Credo che sia l’assenza del fascino che si prova
di fronte a qualcosa che non si conosce e si desidera
conoscere o a cui si
voglia appartenere.
Il
libro con il suo lettore/ lettrice prende vita, è la storia
alla quale si decide di appartenere che lo rende tale. I
ragazzi desiderano appartenere ad una storia perché
appartenere da loro il senso della vita. Il libro possiede i
percorsi delle storie in
cui dove ci si riconosce e che permetteranno la
costruzione della storia di ciascuno.
Siamo
entrati in luogo di esperti, nella Libreria
per Ragazzi a Torino, per cercare di conoscere la
risposta alle domande, perché i ragazzi smettono di
leggere? o perché non leggono? e abbiamo cercato qualcuno
che ci raccontasse una storia convincente e a suo modo ci
affascinasse.
Le
librerie per ragazzi non sono come le altre, hanno almeno un
soppalco, ci sono libri colorati ad altezza di
bambino, scaffali che nascondono altri scaffali, ovviamente
una scala che porta al soppalco, che si intravede, e poi
bambine, bambini,
mamme, ma di quelle moderne, quelle della pubblicità
dell’auto Idea, che fanno la danza della Haka degli All
Black, prima di affrontare la giornata e si salutano con “ah
quello l’ho gia letto,
te lo passo“, per cui non si capisce per chi stiano
comprando il
libro rosso che il bimbo, più o
meno 2 anni, gli sta porgendo. Perfetto,
siamo in una commedia del grande Bardo, William Shakespeare.
La scala, tende, soppalchi, anfratti, scaffali alti, angoli
scuri, ……
Siamo
nella libreria di Katheleen Kelly per intenderci, “The
shop around the corner“ in italiano è la libreria del
film,“C’è posta per te“ e la nostra Meg Ryan è Anna Parola, ha lo
stesso piglio, le
stesse manie, la stessa passione compulsiva, anche i capelli
sono biondi e corti , si chiama Anna Parola, perché
stupirsi.
Anna
Parola: “É la scuola che fa smettere di leggere!” ci
risponde subito, quando
cerco di capire che cosa accade
nel mondo dei giovani. I ragazzi leggono, poi ad un
certo punto smettono.
D:
Secondo lei,
perchè?
AP:
Perchè i genitori smettono di legger loro libri, articoli,
racconti, così anche loro smettono.
Ero
a Pinerolo in una libreria e facevo una lettura ad alta
voce, c’era una bambina molto seria che ascoltava, entra
una madre con aria severa e indispettita, prende la bambina
e la porta via dicendo che la lettura è una perdita di
tempo.
D:
Nell’articolo de La Repubblica viene dato molto spazio ai
libri per ragazzi facendo riferimento ad un elenco di libri.
Secondo l’inchiesta, questi sono i libri che i ragazzi
devono leggere.
AP:
Quelli sono libri ai quali i ragazzi arrivano quando
decidono di leggere.
Il
mondo si divide in due categorie: il primo popolato dai
grandi lettori, onnivori, che leggono di tutto, saggi,
narrativa, romanzi, altri libri di ogni tipo, poi ci sono
gli altri, sono quelli che dobbiamo convincere, l’elenco
citato nell’articolo si riferisce ai classici, non si
possono offrire classici ai ragazzi, hanno traduzioni
difficili, sono fuori del tempo.
D:
E gli scrittori contemporanei?
AP:
Vi sono molti narratori moderni tipo Roald Dahl, quello che
ha scritto, le streghe,o, gli sporcelli,
la
fabbrica di cioccolato, dal quale è stato tratto
l’omonimo film, storie
che catturano, che affascinano, non ha importanza che
facciano paura.
Ci
sono bravi autori anche tra gli italiani come Bianca Pitzorno
o Roberto Piumini
D:
Perché la responsabilità è della scuola, che accade?
AP:
Perché far leggere i ragazzi è una magia e la magia ha
bisogno di trucchi.
Gli
insegnanti non credono
alle magie e il libro improvvisamente diventa un oggetto,
non una storia. Si comincia a chiedere la scheda del libro, che è una sorta
di vivisezione, così il libro grida, soffre, poi
smette di vivere, smette di appartenere a chi lo
legge, ….muore
Una
storia affascina perchè stabilisce un’appartenenza e chi
lo legge entra nella storia, non l’ha notato?
D:
La, Libreria per
Ragazzi, nasce 35 anni fa, che ha fatto per conquistare
i suoi lettori?
AP:
Libri in gioco: abbiamo inventato un gioco, (Eros Miari lo ha
inventato e io collaboro), che abbiamo lanciato con il
Salone del Libro e che ora coinvolge non soltanto in
Piemonte, 500 classi dalla 4 / 5 elementare e della media
Noi
inviamo alle scuole un elenco bibliografico di 120 libri per
le elementari e 120 per le medie
Ci
sono le tappe e ognuna prevede 3 / 4 giochi, dove i ragazzi
leggono e cercano le risposte
Il
“premio”, che non è un premio nel senso tradizionale,
consiste nell’invitare al
Salone del Libro i ragazzi delle classi che hanno superato
le tappe, per le finali di 2 giorni
Il
gioco si svolge tutto in rete,
i ragazzi si incontrano, di persona, soltanto durante le
gare finali.
In
parte dormono a Torino, in parte vanno e vengono dai luoghi
di provenienza.
Il
gioco parte a gennaio e si conclude a maggio con il Salone
D:
Qual è la vostra storia?
AP:
La nostra libreria è stata aperta 35 anni fa
Noi
leggiamo tutti i libri in catalogo. Siamo 4 socie e una
dipendente, ciascuna si è specializzata in un settore,
narrativa, fantasy, racconti e così via.
Noi
leggiamo i libri ad
alta voce a bambini e adolescenti da 2,5 anni a 7/8.
La
lettura dura un’ora,
dipende dal gruppo, da come funziona.
La
stessa cosa facciamo con le classi che invitiamo in
libreria. Nelle scuole organizziamo mostre.
D:
Ma il libro,che cos’è?
AP:
tante cose ………..
Roberto
Denti ha 85 anni e ha
fondato le librerie per ragazzi in Italia. A Milano la
prima, la sua 37 anni fa ed era la più grande d’Europa.
C’è
un progetto “Nati
per leggere” dove
i pediatri ad esempio per i bambini agitati consigliano la
lettura con una ricetta, come terapia, e funziona, i bambini
si calmano.
Si
fanno corsi pre-parto per
le mamme per la preparazione alla lettura
D:
Ma la domanda è sempre la stessa, perché non leggono i
ragazzi?
AP:
Un problema
sono le famiglie, che prestano meno attenzione. Man
mano che i figli crescono i genitori non leggono più
a alta voce perché pensano che non ne abbiano bisogno.
C’è
una rivista, Fuori
Legge, gestita da Eros
Miari.
Gruppi di bibliotecari, insegnanti, anche librai,
organizzano,
gli avamposti, ragazzi più grandi che raccontino per i più piccoli
che cosa si legge e perché.
L’idea
è quella di cogliere la fascia di età durante
la quale i ragazzi
smettono di leggere che si attesta tra i
12 / 14 anni.
D:
In libreria i ragazzi vengono perché la conoscono, magari
se devono spostarsi non sono più interessati.
AP:
Non è vero! A gennaio c’è stato un incontro con Anne Fine,
scrittrice britannica, tra i suoi
libri Mrs
DoubtFire, è stata una sorpresa, 200 tra adolescenti
bambini in prima fila a Piacenza alle 4 del pomeriggio hanno
ascoltato per due ore in silenzio l’autrice tradotta.
D:
Che cosa leggono gli adolescenti?. Tra i libri che leggono i
ragazzi ve ne sono di quelli, ridicoli penosi, non so come
definirli?
AP:
certamente, ad esempio, Scusa
ma ti chiamo amore, di Federico Moccia,
è un libro vuoto. È la forma della scrittura che cattura,
perché è scritto come un serial
o una soap – opera, non smetti di vederla fino che non hai finito, ma la
storia è identica a se stessa, ogni volta.
AP:
ma vi sono storie che affascinano come, Qualcosa
in comune, di Anne Fine, nel quale si scopre che gli
asterischi dei registi scolastici vicino ai nome degli
studenti, corrispondono a bambini con genitori separati,
bambini che abitano con i nonni o che sono sballottati da
una famiglia all’altra.
D:
Farebbe una lista di libri che i ragazzi devono leggere?
AP:
Non c’è classifica per i libri che i bambini devono
leggere. Quella di Repubblica è di classici, ma come ho
detto sono difficili.
Il
libro è anche una moda. Il lettore ha una vita autonoma, si
sceglie i libri che vuole leggere
D:
E dei film, ad esempio Matilda,
che ne dice ?
AP:
Ci sono molte ragioni o strade che portano a leggere, il
film è una di queste, lavoro molto con Sara Cortellazzo
della Aiace,
D:
Quale potrebbe essere allora la sua classifica?
AP:
le cento circostanze, occasioni che portano a leggere un
libro: un incontro, una parola con un certo suono, un film,
ascoltare qualcuno, perdersi con la mente, vedere un viso
esotico, guardare un paesaggio, guardare un cane che gioca,
ridere per una cosa buffa.
AP:
I ragazzi leggono molto di più degli adulti.
Far
leggere è anche una questione di trucchi, far vedere agli
adolescenti che i libri in alto negli scaffali li potranno
leggere più avanti, con la scusa che sono per ragazzi più
grandi. I libri vietati;
leggere ad alta voce interrompendo la storia per una
qualche ragione.
Trucchi
e circostanze
AP:
Noi siamo fermi al decalogo del piacere di leggere di Pennac
ma è per adulti e comunque non si convince nessuno
a leggere dicendo che leggere è piacevole, il
piacere è individuale.
Alessia
Cantucci, attrice di teatro, lettrice di libri, ha uno
spettacolo “Per questo resisto” : lo spettacolo
ha una colonna sonora rock e parla di ragazze
“resistenti” e di olocausto. È per ragazzi, e sono
affascinati.
Grazie,
a presto.
Sitografia
1940's
The
Shop Around the Corner
to the Internet Age, You've Got Mail
http://www.lalibreriadeiragazzi.it
http://www.liberweb.it/index.php?module=CMpro&func=viewpage&pageid=707
http://www.youtube.com/watch?v=3-Snj4IGN3Q
http://www.roalddahl.com
http://www.robertopiumini.it
http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=3905
http://www.aiacetorino.it
http://www.annefine.co.uk
http://www.natiperleggere.it/
Bianca Pitzorno, riportiamo alcuni riferimenti vista la
vasta bibliografia. Alla Pitzorno si deve il primo
esempio italiano di "scrittura junior al
femminile" che appare nel 1989
presso Arnoldo Mondadori con il romanzo Speciale
Violante dove viene affrontato il tema delle telenovelas,
davanti al piccolo schermo e dietro le quinte e, sempre
nello stesso anno, scriverà la sua prima raccolta di racconti
umoristici Parlare a vanvera.Nel 1990
pubblica con Arnoldo Mondadori un romanzo
a carattere psicologico intitolato Principessa
Laurentina, con gli stessi personaggi di
"Speciale Violante" e traduce le poesie
per bambini di Sylvia
Plath A letto, bambini!.
Roberto Piumini: Scrive testi per opere musicali
di Sergio Liberovici, Andrea Basevi Gambarana, Pavle
Merkù, Dimitri Nicolau, Mario Ruffini e altri
musicisti. Insieme a Bianca Pitzorno e altri autori
progetta il programma televisivo “Albero Azzurro”,
per cui scrive testi per dieci anni. Progetta e conduce
con Caviezel le trasmissioni radiofoniche
“Radicchio” e “Il mattino di zucchero”. Nel 1990
inizia a pubblicare prosa e poesia per adulti. Traduce i
sonetti di Shakespeare per Bompiani e poemi di Browning
per Interlinea. Scrive soggetti per film e cartoni
animati. Fa spettacoli di lettura e recitazione con
musicisti e attori, per bambini e per adulti. Risiede in
parte a Milano, in parte presso Buonconvento (Siena).
Eros
Miari. Progetta
e conduce, un po’ in tutta Italia, svariate attività
di promozione della lettura, presso biblioteche, scuole
e librerie. Eros Miari, esperto nazionale di letteratura
per l'infanzia, legge e gioca con i libri per bambini e
ragazzi già da molto tempo. Per Mondadori collabora
alla redazione della rivista Mondo Junior. Per
biblioteche, scuole e librerie un po' in tutta Italia
progetta e conduce svariate attività di promozione
della lettura, tra veri e propri "campionati di
lettura". Per Mondadori ha scritto "A che
libro giochiamo?" Per Idest "Ridere,
sorridere, leggere". E' uno dei coordinatori
nazionali del progetto NATI PER LEGGERE, nonchè
creatore e direttore responsabile della rivista :
FuoriLeggo: la letteratura bandita".
Figlio d'arte, suo padre Giuseppe Moccia - meglio
conosciuto come Pipolo
- è stato primo sceneggiatore
cinematografico, assieme a Castellano,
di varie pellicole con Totò,
Franco
Franchi e Ciccio
Ingrassia ed altri comici nostrani, e poi regista di
alcuni tra i maggiori successi commerciali della
commedia all'italiana a cavallo tra gli anni '70 e '80,
come 'Il bisbetico domato', 'Attila flagello di Dio',
'Il ragazzo di campagna' o 'Scuola di ladri'.
L'AIACE nasce in Italia nel 1962 ed è presente su tutto
il territorio nazionale. La sede principale è quella di
Torino. Nata nel 1968, è la realtà di punta per numero
di soci e per sale che afferiscono al circuito: 15
cinema d'essai aderenti e tutte le prime visioni
affiliate a Torino e 18 sale d'essai in Piemonte.
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Ferdinando Cabrini
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