La
vicenda di una donna che dopo avere conosciuto
l'inebriante successo negli spettacoli circensi si è
dedicata all'assistenza ai minori disagiati - Suo marito,
oggi nostro collaboratore, ha a sua volta abbandonato la
carriera di cantante e batterista per seguire la nuova
vocazione solidaristica - Insieme hanno fondato e
gestiscono il Centro Laila a Castel Volturno (Caserta):
una struttura che ha visto passare in meno di vent'anni
800 bambini, quasi tutti stranieri
Esiste un tipo di
bellezza fisica che nessun beauty center può procurare.
Questa è il risultato l'espressione di un'armonia e di un
equilibrio che sono connaturati alla persona. Qui comincia
la storia di un essere maraviglioso che abbandonò il mondo
di fiaba in cui viveva felice, fatto di luci suoni colori e
di tantissime soddisfazioni professionali, come soltanto gli
artisti al suo livello conoscono, e lasciati gli abiti dalle
paillettes sfavillanti si mimetizzò a tal punto in mezzo a
quel pubblico che l'applaudiva da arrivare a condividerne i
dolori più profondi, riuscendo a vibrare all'unisono con
gli ultimi, le genti più emarginate nella nostra società,
per confortare, per alleviare le pene, per "essere
tutto per tutti" come diceva San Paolo. Per essere la
dolce fatina in carne ed ossa nella cui casa sono stati
ospitati con amore più di ottocento bambini.
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Marcelle,
a sinistra, con la sorella |
Questa è la
storia di Marcelle, nata a Parigi in una famiglia dalla
lunga tradizione circense. Il padre di origine spagnola,
Najarros, la madre francese di origine italiana, di nome
Lavacchi. I Lavacchi di Firenze erano una famiglia di
artisti di circo. Il padre equilibrista cominciò
prestissimo la carriera in Algeria ed è lì che incontrò
lei, acrobata. Secondogenita tra un fratello e una sorella,
Marcelle all'età di quattro anni cominciò a lavorare nel
circo come contorsionista fino a tredici anni, poi ha fatto
l'acrobata sempre con la famiglia. Ha lavorato in Germania,
Spagna, Francia, Cina, Giappone. A Parigi nei circhi stabili
più famosi, Medrano, Bublion, poi in Germania con Krone,
Collins, Sarrazani, quindi in teatri a Mosca, in Danimarca.
In Persia ha lavorato per lo Scià, per esempio per
l'incoronazione di Farah Diba nel suo castello. A Mosca per
Kruscev nel circo di stato. La madre di Marcelle era una
grande artista ed anche insegnante, ed è ancora ricordata
nell'Enciclopedia del circo.
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Marcelle
e il fratello tra i genitori |
In Israele
Marcelle incontra Angelo, che si esibisce a Tel Aviv come
cantante e batterista. Si forma così una coppia di artisti
che improvvisamente decide di voltar pagina. Eccoli infatti
a Castel Volturno, dove i due comprano un terreno per
allestire un campeggio turistico. L'operazione riesce bene
dal punto di vista commerciale, ma la loro prospettiva è
destinata a cambiare profondamente. Perché il luogo è fra
i più problematici d'Italia: da quelle parti più che
altrove un'immigrazione incontrollata offre migliaia di
emarginati allo sfruttamento nei lavori agricoli, per non
parlare del facile richiamo della criminalità. Cediamo la
parola alla stessa Marcelle: "Un giorno siamo andati
con la macchina in un posto dove c'era una donna di colore,
venditrice ambulante, con un bambino appeso alla schiena. Io le dissi che se voleva sentirsi più libera sul lavoro poteva
affidare a me il bambino. Dopo una settimana i bambini erano
quaranta. Venivano tutte queste donne nere in ginocchio, mi
dicevano 'Tu pigli bambino mio, io lavoro'. Insomma era un
affar serio". In mezzo a quelle donne, ricorda Marcelle,
"c'erano anche delle prostitute, ma non era compito
nostro giudicare, compito nostro era aiutare quei
bambini".
L'improvvisa
vocazione assistenziale di Marcelle e Angelo si scontra con
l'ostilità locale, perfino delle istituzioni cattoliche, ma
nonostante questo l'iniziativa va avanti. Anche grazie a un
singolo sacerdote che mette a loro disposizione un vecchio
furgoncino nel quale Angelo sistema delle amache, perché i
bambini da prendere al mattino sono tanti e così piccoli
che non saprebbe in quale altro modo trasportarli. Marcelle
racconta che anche nei momenti in cui sembrava non potessero
più andare avanti il cibo alla fine per i bambini non
mancava mai, magari solo la pasta, perché le mamme poi non
avevano niente e dormivano negli scantinati al freddo. Come
tutta questa vicenda sia cominciata e come sia potuta
proseguire nè lei nè suo marito sono in grado di
raccontarlo razionalmente: è andata e basta, sta di fatto
che adesso si può tracciare un primo bilancio incredibile:
in quasi venti anni circa ottocento bambini sono passati
dalle loro cure.
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Marcelle
con il padre |
Chi lavora nel
circo ha un modo di arrangiarsi non comune: se non si può
fare in un modo si fa nell'altro. Bisogna essere veloci,
intelligenti e sapersi adattare alle circostanze. Proprio in
questo sta l'unicità del Centro Laila (nome della loro
secondogenita). Nel fatto che due artisti, un'acrobata e un
cantante, unendosi, hanno creato un piccolo mondo nel quale
le differenze linguistiche, culturali, di colore della pelle
vengono vissute come elementi che arricchiscono. Un piccolo
mondo che si considera una famiglia, quasi tutti i bambini
chiamano Marcelle e Angelo mamma e papà, anche perché loro
medesimi fra loro si chiamano così. E c'è allegria, come
potrebbe non esserci, e c'è pure spazio e amore per alcuni
fortunatissimi cani e gatti ex randagi: questo a
dimostrazione che come dice Marcelle "nei circhi seri
gli animali vengono amati e rispettati".
Adesso qualche
bambino che fu tra i primi ospitati ha studiato ed è
diventato "operatore", e la primogenita Gisèle
(che si chiama come la famosa nonna materna) è la
principale coordinatrice del centro. Proprio come nel circo:
di padre in figlio, la tradizione continua, e se come dice
Shakespeare "tutto il mondo è una ribalta" noi
spettatori-attori non possiamo che unirci almeno con il
cuore a questa meravigliosa famiglia che ha reso realtà la
finzione dello spettacolo. Il nostro applauso così forte da
oltrepassare le montagne e da arrivare fino alle orecchie
della nostra dolcissima parigina, la più bella ed
equilibrata artista, così brava che Dio l'ha scelta per
riequilibrare dove maggiore è lo squilibrio sociale e
umano.
Marilena Farruggia
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