Nato
a Firenze il 27 maggio 1923, Lorenzo Milani entrò in
seminario a vent’anni, in piena guerra – Due libri che
ripercorrono la vicenda umana dell’autore di “Lettera
a una professoressa” – Alla fine del 1954 il
“confino” fra i monti del Mugello, dove quel prete
scomodo fu protagonista di una straordinaria esperienza
educativa – Negli anni Sessanta il processo, concluso
con una condanna post mortem, per avere difeso gli
obiettori di coscienza
Quest’anno,
2003, cadono due anniversari legati a don Lorenzo Milani,
animatore della “Scuola di Barbiana” tra i monti del
Mugello in Toscana, che tanta influenza ha esercitato con
“Lettera a una professoressa” nel Sessantotto
italiano. Infatti il 27 maggio 1923 sono 80 anni dalla sua
nascita a Firenze, e il 9 novembre cadono 60 anni dal suo
ingresso in seminario nel capoluogo toscano. Due nuovi
libri ne consentono una visione più completa e più
ricca.
Il
primo è “Don Milani tra solitudine e Vangelo“,
Edizioni Borla, Roma, seconda edizione gennaio 2002, pag.
416 (E.20,66). É il primo testo, in Italia, che, con
pignoleria cronachistica (il che ha obbligato l’autore
ad astenersi da ogni valutazione personale) rilegge la
vicenda milaniana in ‘chiave esistenziale’. Lo fa con
l’aiuto di 58 documenti (dei quali 47 inediti)
provenienti dall’archivio di Mario Cartoni (1921/1987)
già cronista giudiziario de “La Nazione “ e
collaboratore discreto e tenace di don Milani,
sopravvissuto per oltre 20 anni alla scomparsa di don
Milani avvenuta il 26 giugno 1967. Nel libro emerge anche
la figura di Carla Sborgi, la ‘quasi fidanzata’ di
Milani preseminario, “una donna crocifissa “ secondo
chi l’ha frequentata (morta nel 1993 a Milano) e
destinata in futuro a gettare nuova luce sull’intera
vicenda milaniana.
Gran
parte delle lettere inserite in questo libro e
contestualizzate riguardano la vita di don Milani a
Barbiana, dove fu confinato fin dal dicembre 1954 dalla
curia fiorentina per motivi, ancora oggi, non del tutto
chiariti. Stando a Barbiana don Milani scrive
“Esperienze Pastorali “ che fatto ritirare dal
commercio dalle autorità vaticane, sotto Giovanni XXIII,
lo avrebbe proiettato come notorietà a livello nazionale.
Il libro ricostruisce anche i circa sei anni nei quali don
Milani rimane in silenzio. Nell’inverno 1965 difende gli
obiettori di coscienza al servizio militare di leva (in
quell’anno ancora fuorilegge) e finisce sotto processo.
Assolto il 15 febbraio 1966 in primo grado, era condannato
in appello a cinque anni e 10 giorni sennonché era già
morto da tempo.
- Le
due lettere ‘aperte’ legate a quella temperie (a
un gruppo di ex cappellani
- militari
toscani e ai giudici di primo grado) figurano in
questo libro, secondo un testo rivisto e approvato da
don Milani. Il libro ha anche una lista con tanto di
email di 14 centri studi milaniani che in Italia e in
Spagna ne curano l’approfondimento e la
divulgazione. (Prima o poi decollerà una
‘Fondazione don Lorenzo Milani’; il comitato che
la vuole istituire ha un sito: www.donlorenzomilani.it).
Il
secondo libro, “Scritti su don Milani “ (a cura di
Marco Moraccini), Jaca Book, Milano, marzo 2002, pag.300 +
1 CDrom (Euro 19), è un ottimo strumento per una
riflessione di gruppo su don Milani. Fa conoscere testi di
diversa sponda ideale e religiosa che aiutano a intuire
quale sconquasso quel sacerdote ed educatore ha
rappresentato nella società civile e nella chiesa del suo
tempo (don Milani è scomparso quando il Concilio Vaticano
II era terminato da poco e la ferita del Muro di Berlino
nel cuore dell’Europa era ancora molto fresca…). I
testi offerti da Moraccini e un’introduzione che prova a
spiegare perché oltre 600 lettere private di don Milani
non riescono ancora a venire alla luce, rendono anche
questo libro uno strumento prezioso per chi voglia
accostarsi al Priore di Barbiana oltre numerose letture
mitizzate e riduttive circolanti da molti anni sul suo
conto.
Maurizio
Di Giacomo
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