Nonostante
gli allarmi e le campagne, dilagano fra i giovani gli
stupefacenti, l’alcool e le sigarette – Forse si è
sbagliato a concentrare gli sforzi di prevenzione su
elementi di tipo moralistico, troppo spesso destinati a
essere accolti con indifferenza – Meglio puntare sul
concreto, sulla devastazione prodotta da queste
“sostanze d’abuso” – Ecco una ricerca
specialistica che documenta i danni a carico
dell’apparato genitale: la droga come generatrice di
impotenza
Quando
un giovane si rivolge al medico denunciando disfunzioni
sessuali, “vale sempre la pena di indagare l’uso
eventuale, abitudinario, di sostanze stupefacenti”. È
quanto osservano gli autori di uno studio sul tema
“Sostanze d’abuso e funzione sessuale nell’uomo”.
Si tratta di specialisti (Paolo Turchi, Alessandro Papini,
Giuseppe Fabrizio Menchini Fabris, in collaborazione con
il Gruppo di studio sulla prevenzione in andrologia della
Società italiana di andrologia) convinti che “aumentare
la conoscenza scientifica sul rischio sessuale maschile,
soprattutto nei giovani adulti, e aumentare la diffusione
di queste informazioni in ambito scolastico e
ambulatoriale, potrebbe aumentare la possibilità di
prevenire l’abuso di sostanze”. Quali sostanze? Nello
studio si fa riferimento non soltanto alle droghe
tradizionali, come l’eroina, la cocaina e la cannabis,
ma anche alle cosiddette nuove droghe, come le amfetamine,
l’Lsd, l’ecstasy, e infine gli alcolici e al fumo di
sigaretta.
Sulla
portata del problema gli specialisti non hanno dubbi:
“il diffondersi dell’uso di droghe, cosiddette
leggere, nella popolazione maschile adolescenziale o
tardo-adolescenziale, cioè in una fascia d’età in cui,
spesso, ha inizio la vita sessuale, può avere sicuramente
un ruolo nel condizionare il modo di vivere la sessualità.
Esiste una precisa correlazione tra l’uso delle droghe e
un rischio sessuale”. Anzi due rischi: da una parte
quello di contrarre malattie sessualmente trasmissibili,
Aids compresa (chi fa uso di droghe tende alla promiscuità,
moltiplicando questo pericolo), dall’altra quello di
danneggiare, a volte irrimediabilmente, la propria
funzione sessuale. È dunque necessario allertare i
ragazzi, nel momento in cui non solo i comportamenti a
rischio non mostrano segni di correzione, ma addirittura
aumentano a causa dell’introduzione di nuove droghe,
“solo apparentemente meno rischiose”. A questo punto
non resta che confidare nell’informazione: diffondere la
conoscenza dei rischi a carico della sfera sessuale,
infatti, “potrebbe costituire un deterrente in più,
forse più efficace di altri”.
Passando
a considerare le singole sostanze, lo studio del gruppo di
specialisti si sofferma anche su quelle non proibite, anzi
socialmente accettate, come l’alcool e le sigarette. Si
crede che le bevande alcoliche favoriscano la sessualità,
e da un certo punto di vista è vero, visto che provocano
disinibizione. Tuttavia “l’attività sedativa può
sovrastare quella disinibente”. Se poi si passa
dall’uso all’abuso, allora la sedazione provoca
diminuzione della libido e disfunzione erettile. Si è
calcolato che addirittura il 71 per cento dei giovani
alcolisti soffra di disfunzioni sessuali di varia natura.
Inoltre un’alta percentuale di costoro mostra segni di
deviazione, cioè ha compiuto o ideato crimini a sfondo
sessuale. Naturalmente si apre qui il dilemma se sia stato
l’abuso di alcool a portare a queste tendenze, o se
invece queste tendenze abbiano indotto a gettarsi sulle
bevande alcoliche. Quanto alle sigarette, c’è un dato
molto eloquente: la disfunzione erettile ha tra i fumatori
un’incidenza doppia rispetto a chi non fuma.
Quando
il discorso si trasferisce ai veri e propri stupefacenti,
il rapporto fra abuso e disfunzioni sessuali si fa ancora
più evidente. Per esempio nel caso della marijuana e
degli altri cannabinoidi come l’hascisc, che provocano
impotenza e riducono la produzione di testosterone. O
della cocaina, del crack e delle sostanze
amfetamino-simili, che se possono aumentare la libido in
caso di assunzione occasionale, alla lunga provocano
l’effetto contrario e diminuiscono l’attività
sessuale. Anche l’ecstasy, un nome che copre una serie
di sostanze sintetiche, in un primo tempo aumenta la
libido, provocando un senso di euforia che induce a
rapporti occasionali (spesso non protetti, fra l’altro),
per poi alla lunga deprimerla. In più, può provocare
degenerazioni neuronali (manda in pappa il cervello, come
si dice) e manifestazioni epilettiche. Quanto all’Lsd,
è un allucinogeno che altera la percezione della realtà,
aumenta pressione e temperatura, provoca tachicardia e
nausea e inibisce l’attività sessuale. Infine gli
oppiacei: eroina, morfina, metadone. Da un’indagine
condotta nel 1996 fra gli ospiti di alcune comunità di
recupero per tossicodipendenti, è l’eroina la droga più
spesso indicata come distruttrice del desiderio e
generatrice di impotenza sessuale.
“Le
sostanze d’abuso più comuni” – così si conclude lo
studio – “influenzano sicuramente la funzione sessuale
e riproduttiva maschile, forse aldilà, secondo le
indagini mirate effettuate fino ad oggi, di quanto ci si
potrebbe aspettare in base al meccanismo d’azione delle
varie molecole. Questo farebbe pensare a meccanismi
ulteriori e diversi rispetto a quelli conosciuti e
richiede uno sforzo di approfondimento sia sul piano
farmacologico sia, soprattutto, di indagine ‘sul
campo’”. In attesa di questo approfondimento, ci
sembra che le certezze acquisite fin qui siano sufficienti
a far scattare un campanello d’allarme. È necessario
che la conoscenza di queste acquisizioni sia diffusa fra i
nostri ragazzi: che si ficchino bene in testa la relazione
droga-impotenza. Che il quadro tracciato dagli specialisti
venga posto a base di ogni campagna di prevenzione della
tossicodipendenza, che venga affisso, se possibile, nelle
scuole e nelle discoteche.
a.v.
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