FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO 2003

 
 

Non rompermi i timpani”: uno slogan per l’ultima campagna avviata dalla Lapis – Nel programma generale di educazione alla legalità non può che trovare posto un progetto specifico di educazione acustica – Non è soltanto questione di legge: si tratta di rendere partecipi i ragazzi, e i cittadini, dei danni che l’esposizione prolungata a rumori eccessivi provoca a numerose funzioni organiche – Il progetto si indirizza verso i comuni e le scuole

 

 

Vedete questo disegno? È opera di Suor Mariarosa Guerrini, la stessa artista che sta curando il materiale grafico del nostro corso “irregolare” di educazione alla legalità (www.leggilalegge.it). È uno dei bozzetti che la Lapis, grazie alla preziosa disponibilità di Suor Mariarosa, mette gratuitamente a disposizione dei comuni. Può essere, come gli altri, trasformato in manifesto, e i manifesti affissi per strada. Magari nei punti critici del traffico, dove l’impazienza di molti automobilisti e motociclisti si traduce spesso in rumori inutili e molesti: brusche accelerazioni con motori fuorigiri, stridio di gomme sull’asfalto, clacson urlanti. Per tacere delle musiche assordanti che a volte prorompono dagli impianti di bordo, contribuendo non poco a quella fragorosa colonna sonora che non contribuisce certo a rendere vivibili le nostre città.

Vogliamo fare qualcosa per tentare di rimediare? Ecco, questa dei manifesti può essere un’idea, e infatti costituisce la prima parte di una nuova iniziativa che stiamo lanciando. Fornendo suggerimenti e materiali per un’efficace campagna antirumore. Poiché pensiamo che simili rappresentazioni del problema possono avere effetti concreti, dunque misurabili, proponiamo ai comuni che in corrispondenza dei manifesti vengano installati dei rilevatori acustici: chissà che non registrino col passare del tempo un minore inquinamento sonoro…E che in certi quartieri, in prossimità di certi incroci dove le notti sono così difficili, non sia finalmente possibile prendere sonno…

Certo nessuno si illude che questo tipo di prevenzione persuasiva possa bastare. Bisogna anche decidersi ad applicare alcune fra le norme meno applicate che ci siano. Come quella contenuta nell’articolo 659 del codice penale, che sanziona chiunque disturba “le occupazioni o il riposo delle persone” e chi esercita “una professione o un mestiere rumoroso”. O come quelle cui si riferiscono due articoli del codice della strada: il 155 (Limitazioni dei rumori) e il 156 (Uso dei dispositivi di segnalazione acustica). Il codice della strada è attualmente in fase di revisione, ma la materia contenuta nei due articoli sui rumori resterà sostanzialmente invariata. Invitiamo dunque non soltanto i cittadini, ma anche coloro che sono chiamati all’applicazione della legge, a rileggersi queste norme, rispettarle e farle rispettare.

Come sempre, l’azione va particolarmente indirizzata alle scuole. Come già per l’iniziativa generale di educazione alla legalità, proponiamo visite di uomini di legge che illustrino ai ragazzi anche questa specifica normativa. Ma questi interventi non chiudono certo il discorso, infatti non è soltanto questione di legge, ma anche di salute. Da qualche tempo è alto l’allarme nel mondo scientifico per l’aumento fra i giovani e i giovanissimi dei casi di sordità: è l’effetto di prolungate esposizioni a rumori eccessivi, come quelli tipici delle discoteche. Del resto non sono a rischio soltanto i timpani: gli effetti di queste esposizioni non riguardano soltanto l’udito, investono le più disparate funzioni organiche. Prevediamo dunque anche le “lezioni” di medici specialisti, che spieghino ai ragazzi quanto la loro salute dipenda da una guerra senza quartiere ai decibel di troppo.

I primi contatti per il lancio di questa campagna sono stati assai incoraggianti: in particolare diversi comuni hanno preso in considerazione la proposta relativa alle affissioni, e numerosi dirigenti scolastici si sono detti pronti a mettere in calendario l’invito a uomini di scienza e di legge perché illustrino nelle classi le due facce del problema rumori. Quando l’iniziativa sarà decollata, metteremo in programma un convegno nazionale destinato a fare il punto sullo stato dei lavori: saranno invitati specialisti (medici e giuristi) e rappresentanti dei comuni coinvolti.

                                                              r.l.

                                                                                                   

 

                            

 

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