“Non
rompermi i timpani”: uno slogan per l’ultima campagna
avviata dalla Lapis – Nel programma generale di
educazione alla legalità non può che trovare posto un
progetto specifico di educazione acustica – Non è
soltanto questione di legge: si tratta di rendere
partecipi i ragazzi, e i cittadini, dei danni che
l’esposizione prolungata a rumori eccessivi provoca a
numerose funzioni organiche – Il progetto si indirizza
verso i comuni e le scuole
Vedete
questo disegno? È opera di Suor Mariarosa Guerrini, la
stessa artista che sta curando il materiale grafico del
nostro corso “irregolare” di educazione alla legalità
(www.leggilalegge.it).
È uno dei bozzetti che la Lapis, grazie alla preziosa
disponibilità di Suor Mariarosa, mette gratuitamente a
disposizione dei comuni. Può essere, come gli altri,
trasformato in manifesto, e i manifesti affissi per
strada. Magari nei punti critici del traffico, dove
l’impazienza di molti automobilisti e motociclisti si
traduce spesso in rumori inutili e molesti: brusche
accelerazioni con motori fuorigiri, stridio di gomme
sull’asfalto, clacson urlanti. Per tacere delle musiche
assordanti che a volte prorompono dagli impianti di bordo,
contribuendo non poco a quella fragorosa colonna sonora
che non contribuisce certo a rendere vivibili le nostre
città.
Vogliamo
fare qualcosa per tentare di rimediare? Ecco, questa dei
manifesti può essere un’idea, e infatti costituisce la
prima parte di una nuova iniziativa che stiamo lanciando.
Fornendo suggerimenti e materiali per un’efficace
campagna antirumore. Poiché pensiamo che simili
rappresentazioni del problema possono avere effetti
concreti, dunque misurabili, proponiamo ai comuni che in
corrispondenza dei manifesti vengano installati dei
rilevatori acustici: chissà che non registrino col
passare del tempo un minore inquinamento sonoro…E che in
certi quartieri, in prossimità di certi incroci dove le
notti sono così difficili, non sia finalmente possibile
prendere sonno…
Certo
nessuno si illude che questo tipo di prevenzione
persuasiva possa bastare. Bisogna anche decidersi ad
applicare alcune fra le norme meno applicate che ci siano.
Come quella contenuta nell’articolo
659 del codice
penale, che sanziona chiunque disturba “le occupazioni o
il riposo delle persone” e chi esercita “una
professione o un mestiere rumoroso”. O come quelle cui
si riferiscono due articoli del codice della strada: il
155 (Limitazioni dei rumori) e il
156 (Uso dei dispositivi
di segnalazione acustica). Il codice della strada è
attualmente in fase di revisione, ma la materia contenuta
nei due articoli sui rumori resterà sostanzialmente
invariata. Invitiamo dunque non soltanto i cittadini, ma
anche coloro che sono chiamati all’applicazione della
legge, a rileggersi queste norme, rispettarle e farle
rispettare.
Come
sempre, l’azione va particolarmente indirizzata alle
scuole. Come già per l’iniziativa generale di
educazione alla legalità, proponiamo visite di uomini di
legge che illustrino ai ragazzi anche questa specifica
normativa. Ma questi interventi non chiudono certo il
discorso, infatti non è soltanto questione di legge, ma
anche di salute. Da qualche tempo è alto l’allarme nel
mondo scientifico per l’aumento fra i giovani e i
giovanissimi dei casi di sordità: è l’effetto di
prolungate esposizioni a rumori eccessivi, come quelli
tipici delle discoteche. Del resto non sono a rischio
soltanto i timpani: gli effetti di queste esposizioni non
riguardano soltanto l’udito, investono le più disparate
funzioni organiche. Prevediamo dunque anche le
“lezioni” di medici specialisti, che spieghino ai
ragazzi quanto la loro salute dipenda da una guerra senza
quartiere ai decibel di troppo.
I
primi contatti per il lancio di questa campagna sono stati
assai incoraggianti: in particolare diversi comuni hanno
preso in considerazione la proposta relativa alle
affissioni, e numerosi dirigenti scolastici si sono detti
pronti a mettere in calendario l’invito a uomini di
scienza e di legge perché illustrino nelle classi le due
facce del problema rumori. Quando l’iniziativa sarà
decollata, metteremo in programma un convegno nazionale
destinato a fare il punto sullo stato dei lavori: saranno
invitati specialisti (medici e giuristi) e rappresentanti
dei comuni coinvolti.
r.l.
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