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Un'attualità non proprio incoraggiante rivisitata, e forse un poco sdrammatizzata, attraverso le risorse dell'invenzione linguistica - Come una improvvisata geografia in rima può facilmente condurre da Arezzo a Siena, da Reggio ad Anghiari: per verificare curiose abitudini, senza escludere la possibilità di imbattersi in una inaspettata morale
 

"Un modo per "congegnare la Fantastica", sperimentato da Gianni Rodari con successo (vedi "Esercizi di fantasia"), è il seguente. Attacca uno e dice: "Ho conosciuto un tale". Il secondo prosegue, nominando le origini geografiche del personaggio: "Un tale di Arezzo". Il terzo deve riassumere in due versi la caratteristica principale del personaggio. Per esempio: "Che mangiava sua nonna / e provava ribrezzo". Ecco la quartina completa:

Ho conosciuto un tale

un tale di Arezzo

che mangiava sua nonna

e provava ribrezzo.

 

Per continuare a "congegnare", basta domandarsi perché quel tale abbia contratto la curiosa abitudine. Era vissuto per un lungo periodo della sua vita a Papua, in Nuova Guinea?

Rivolgevo, proprio in questi giorni, la domanda a ragazze e ragazzi di una scuola media aretina.

- Gli indigeni la chiamano con terrore "kuru"! Rispose Gabriele Frosini, che aveva trovato la notizia sulla "Repubblica" portata in classe. Leggemmo insieme dallo stesso giornale: "Il rituale della tribù richiedeva di smembrare il corpo dei defunti e di cibarsene".

- "Katim na kukim na kaikai", dicevano gli indigeni della tribù "Fore" in lingua locale, che significa: "tagliare, cuocere e mangiare". Le donne il cervello, gli uomini i muscoli. Le donne si ammalavano, gli uomini no. Gli indigeni chiamavano questa moria delle loro donne "kuru", ed era la prima causa di morte tra le donne della tribù "Fore". Ne uccideva talmente tante che per ogni tre maschi di quella comunità era rimasta una sola femmina…

- La Fantastica è dunque Realistica? Chiesi a ragazze e ragazzi lasciandoli esterrefatti.

La "cosa dell'altro mondo" che uccide chi infrange i tabù, invitava a nominare altre origini geografiche.

Francesco Meloni, che faccio conoscere in Internet tramite il suo autoritratto

propose di spostarci da Arezzo a Lucca.

Attacca Francesco e dice: "Ho conosciuto un tale". Un secondo prosegue: "Un tale di Lucca". Lisa Salvini riassume in due versi le caratteristiche del personaggio: "che mungeva il latte / e beveva la mucca"…

"Il latte è sicuro?", chiese ridendo Marco Rossi.

Ridevano tutti facendo: "Ue Ue Ue…".

Era il pianto dell'Unione europea ancora in fasce??

L'IMITAZIONE NON E' LIMITAZIONE!

Scrissi col gesso occupando la lavagna intera.

Poi ragazze e ragazzi congegnarono ancora:

Ho conosciuto un cavallo

un cavallo di Siena

che per vincere il Palio

allungava la schiena.

Ho conosciuto un pallone

un pallone di Reggio

che entrava in campo

e cercava il parcheggio…

 

Qualche volta, indipendentemente dalle intenzioni dei loro inventori, queste storie riescono perfino a produrre una morale.

Ho conosciuto un tale

un tale d'Anghiari

che saliva sul trattore

e predicava ai somari…

 

- Nonostante che la "trattoria", sorella del "trattore", fosse piena di gente e di amici che lo aspettavano per bere un goccio e giocare a carte!

Concludo facendo notare a chi ci segue in Internet che l'invenzione ha pressappoco la forma del "limerick" inglese, ma con un più ampio respiro narrativo.

Un ragazzo disse che bisognava chiamare questo gioco "La Lucca pazza". E così è andata.

 

Filippo Nibbi

FOGLIO LAPIS - FEBBRAIO 2001