Secondo
un'autorevole ricercatrice spagnola, esperta in psicologia
dell'educazione, nelle scuole che organizzano iniziative
pedagogiche anti-bullismo il fenomeno è in decrescita
José
Díaz-Aguado non ha dubbi. Dopo avere accuratamente
analizzato il fenomeno del bulliamo nelle scuole spagnole
è giunta a una conclusione
che premia gli sforzi di chi affronta la questione dal punto
di vista pedagogico. Diaz-Aguado è una ricercatrice
nel campo della psicologia evolutiva che dirige l'Unità
di psicologia preventiva dell'Università Complutense
di Madrid. Proprio la prevenzione è il fattore positivo
che emerge dall sua ricerca.
Come
rivela la psicologa in un'intervista al quotidiano madrileno
El Paìs, “gli adolescenti che partecipano a
corsi d'informazione sulla violenza rischiano meno degli
altri di subirla e di praticarla”. Questo è
il risultato dei sondaggi condotti nelle scuole in cui si
sono organizzati questi corsi e dei confronti con quelli
in cui non si è fatto nulla del genere. La tendenza
è emersa con grande chiarezza: l'educazione preventiva
è dunque la chiave per garantire una buona convivenza
scolastica, combattedo iìun fenomeno che soprattutto
attraverso le manifestazioni del bullismo e della violenza
di genere si manifesta in Spagna e del resto in tutti i
paesi. Alimentate, fra l'altro, da uno spirito di emulazione
che non conosce frontiere.
Secondo
Diaz-Aguado la violenza che da molti anni serpeggia nelle
nostre società, in particolare fra i giovani, scaturisce
da una base comune, la scelta del dominio e della sottomissione
come elementi fondamentali di ogni relazione sociale e umana.
Di qui la sua proposta: puntare su iniziative di carattere
preventivo che pongano l'accento sull'assurdità di
una simile visione del mondo evidenziandone la parzialità
e la fondamentale iniquità. Ovviamente a partire
dalla scuola, dove è assolutamente necessario spargere
i semi della tolleranza e sradicare quello che per molti
ragazzi è tuttora il fascino della violenza.
r. f. l.
|