Per
la terza volta è stato applicato l'ICILS (International
Computer and Information Literacy Study) che valuta le
competenze digitali degli studenti di 34 Paesi. I risultati
rivelano l'influsso dei disagi familiari e sociali
Centotrentamila
studenti, età media tredici anni e mezzo, delle scuole
secondarie di trentaquattro Paesi che sul variegato atlante
geopolitico del mondo occupano posizioni assai diverse,
fra le quali prevalgono sistemi ad elevato livello di scolarizzazione
e di attenzione ai problemi della scuola. É questo
il campione sul quale è stata compiuta per conto
dell'IEA (International Education Agency) una ricerca ICILS
(Internatonal Computer and Information Kiteracy Study) volta
a stabilire e confrontare la qualità dell'alfabetizzazione
digitale.
Dall'esito
dell'indagine risultano, sullo sfondo della proverbiale
attitudine dei ragazzi all'uso degli strumenti digitali,
situazioni assai diverse sia in relazione alla diversità
degli approcci educativi e soprattutto della disponibilità
di risorse da destinare alla scuola, sia come conseguenza
delle diversissime condizioni economiche e sociali delle
famiglie. I Paesi europei registrano mediamente valori superiori
alla media. La situazione è simile a quella fotografata
da altre comparazioni internazionali sul rendimento scolastico,
come l'indagine PISA (Programme for International Student
Assessment) che ogni triennio viene condotta per conto dell'OCSE
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
É
dunque confermato una volta ancora che il principale freno
allo sviluppo della personalità umana non è
altro che la discriminazione economica e sociale. Nel caso
dell'alfabetizzazione digitale indagata dall'IEA la condizione
divisiva risiede nella disponibilità mancante o insuffifiente
o comunque significativamente inferiore alla media di dispositivi
elettronici nelle famiglie economicamente disagiate. Siamo
infatti di fronte alla versione tecnologica del vecchio
detto, secondo il quale dalle case senza libri non usciranno
studenti in regola. Fortunatamente i giovani amano questi
strumenti, e questo spesso favorisce il superamento della
discriminzione.
r. s.
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