FOGLIO LAPIS - DICEMBRE- 2023

 

Non diversamente dalle medie OCSE, gli studenti californiani hanno crescenti lacune nel padroneggiare la matematica. Un'editorialista del Los Angeles Times suggerisce un rimedio un po' provocatorio: premi in denaro, perché no?

Sono ormai nove anni che il sistema educativo californiano ha introdotto un nuovo meccanismo di valutazione dei rendimenti scolastici. La più recente fra queste valutazioni fa registrare un calo generale nei rendimenti. Abbastanza contenuto, meno di un punto percentile, nella capacità di lettura, che rimane comunque insoddisfacente per oltre il 46 per cento degli studenti della scuola secondaria. Questo significa che oltre la metà dei ragazzi non sa leggere in modo corretto.

Ben peggiore la situazione nell'insegnamento della matematica, anche se registra un miglioramento marginale: si passa dal 33,4 per cento della rilevazione precedente al 34,6 di oggi. Il dato è decisamente allarmante. Significa che due terzi degli studenti californiani non è a proprio agio con la scienza dei numeri. Il risultato scomposto di questa valutazione rivela che la situazione è peggiorata con la recente pandemia, a causa dei download e della didattica a distanza.

Un'altra causa dei pessimi risultati medi della matematica risiede, una volta ancora, nel disagio sociale. Gli alunni provenienti da famiglie svantaggiate sul piano socio-economico pagano a scuola uno scotto supplementare. Ci sono in California 5,9 milioni di alunni: fra costoro la quota che ha alle spalle famiglie svantaggiate è salita nell'ultimo anno scolastico dal 60 al 63 per cento.

Infine i ricercatori chiamati in causa dalle autorità scolastiche dello Stato puntano il dito sul un cronico e crescente assenteismo. Considerato che statisticamente viene considerata cronico perdere almeno il 10 per cento del tempo scolastico, circa diciotto giornate per anno, risulta che la situazione nell'ultimo anno è migliorata, ma non certo fino al punto di poter considerare il problema risolto. Infatti la quota di coloro che possono essere definiti assenteisti cronici è passata dal 30 al 25 per cento: decisamente troppi.

Tornando alla questione nella matematica, che allarma particolarmente i responsabili del sistema educativo californiano, Robi Abcarian, un'editorialista del Los Angeles Times, propone una soluzione che è al tempo stesso una provocazione: perché non stimolare lo studio della scienza dei numeri con qualche premio in denaro? Insorgono i conservatori in difesa del buon tempo antico e dei suoi imperativi etici: dare dollari in cambio di un'equazione risolta o di un'impeccabile recitazione delle tabelline significa asservire la scienza al dio denaro! Ma insomma, volete o non volete che i vostri figli imparino la matematica?, replica la Abcarian ispirandosi machiavellicamente al fine che giustifica i mezzi.

                                                                  f. s.

 

 


                                                  

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