FOGLIO LAPIS - DICEMBRE- 2023

 

I dati OCSE rivelano che l'apprendimento della matematica va piuttosto male nella media dei Paesi rappresentati. Particolarmente grave la situazione in Italia, soprattutto per quanto riguarda la componente femminile

 

L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (OCSE) ha pubblicato l'esito del sondaggio PISA (Programme for the International Student Assessment) relativo al 2022. L'indagine riguarda i quindicenni di 81 Paesi e ha cadenza triennale, ma quest'ultima è stata ritardata di un anno a causa della pandemia e dunque il riferimento precedente risale a quattro anni prima. Ebbene, rispetto al 2018 si registra un generale arretramento delle competenze in matematica, mentre gli altri due oggetti dell'indagine, capacità di lettura e scienze confermano a grandi linee l'esito del precedente sondaggio.

L'indagine ha riguardato 700 mila ragazzi e ragazze, dei quali 10552 in rappresentanza del mezzo milione di giovani quindicenni che frequentano le scuole italiane, precisamente la prima classe della secondaria di secondo grado. I risultati conseguiti dagli italiani rivelano una capacità di lettura che con 482 punti è leggermente superiore alla media OCSE (476). Inferiore alla media risulta invece la competenza nelle discipline scientifiche degli alunni italiani, 477 punti contro 485. Ma il risultato peggiore è quello che si riferisce alla matematica, con un valore di 471 punti che è sì in linea con la media OCSE, ma è largamente inferiore ai 487 punti registrati nel 2018.

Come sempre in Italia, ci sono vistose differenze fra le regioni e i tipi d'istituto: la situazione è migliore nel Nord, dove i liceali raggiungono addirittura 498 punti distanziando decisamente i loro compagni degli istituti professionali, fermi a quota 397. Un'altra differenza notevole riguarda il genere: infatti i ragazzi registrano mediamente un vantaggio di 21 punti sui valori assegnati alle ragazze, nelle regioni del Nordovest addirittura di 33 punti. Naturalmente ci si chiede quali siano le ragioni di questi divari così marcati.

Per quanto riguarda la componente femminile, si pensa a una situazione di tipo culturale, che assegnerebbe alle donne una marcata presenza nel campo delle discipline umanistiche a scapito delle cosiddette STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). La responsabilità del negativo dato d'insieme viene invece attribuita una volta ancora alle conseguenze della pandemia, in particolare al lockdown che ha imposto la didattica a distanza. Si ritiene infatti che la matematica, per la sua intrinseca estraneità rispetto al pensiero comune, richieda più delle altre materie il contatto costante con l'insegnante, e dunque sia particolarmente penalizzata dalla rarefazione di quel rapporto.

Sarà interessante verificare, attraverso i prossimi sondaggi, se il ritorno alla normalità nell'interazione docente-discente porterà gradualmente la situazione alla normalità.

                                                                  r. f. l.

 

 


                                                  

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