I
dati OCSE rivelano che l'apprendimento della matematica
va piuttosto male nella media dei Paesi rappresentati.
Particolarmente grave la situazione in Italia, soprattutto
per quanto riguarda la componente femminile
L'Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo (OCSE) ha pubblicato l'esito
del sondaggio PISA (Programme for the International Student
Assessment) relativo al 2022. L'indagine riguarda i quindicenni
di 81 Paesi e ha cadenza triennale, ma quest'ultima è
stata ritardata di un anno a causa della pandemia e dunque
il riferimento precedente risale a quattro anni prima. Ebbene,
rispetto al 2018 si registra un generale arretramento delle
competenze in matematica, mentre gli altri due oggetti dell'indagine,
capacità di lettura e scienze confermano a grandi
linee l'esito del precedente sondaggio.
L'indagine
ha riguardato 700 mila ragazzi e ragazze, dei quali 10552
in rappresentanza del mezzo milione di giovani quindicenni
che frequentano le scuole italiane, precisamente la prima
classe della secondaria di secondo grado. I risultati conseguiti
dagli italiani rivelano una capacità di lettura che
con 482 punti è leggermente superiore alla media
OCSE (476). Inferiore alla media risulta invece la competenza
nelle discipline scientifiche degli alunni italiani, 477
punti contro 485. Ma il risultato peggiore è quello
che si riferisce alla matematica, con un valore di 471 punti
che è sì in linea con la media OCSE, ma è
largamente inferiore ai 487 punti registrati nel 2018.
Come
sempre in Italia, ci sono vistose differenze fra le regioni
e i tipi d'istituto: la situazione è migliore nel
Nord, dove i liceali raggiungono addirittura 498 punti distanziando
decisamente i loro compagni degli istituti professionali,
fermi a quota 397. Un'altra differenza notevole riguarda
il genere: infatti i ragazzi registrano mediamente un vantaggio
di 21 punti sui valori assegnati alle ragazze, nelle regioni
del Nordovest addirittura di 33 punti. Naturalmente ci si
chiede quali siano le ragioni di questi divari così
marcati.
Per
quanto riguarda la componente femminile, si pensa a una
situazione di tipo culturale, che assegnerebbe alle donne
una marcata presenza nel campo delle discipline umanistiche
a scapito delle cosiddette STEM (Science, Technology, Engineering,
Mathematics). La responsabilità del negativo dato
d'insieme viene invece attribuita una volta ancora alle
conseguenze della pandemia, in particolare al lockdown che
ha imposto la didattica a distanza. Si ritiene infatti che
la matematica, per la sua intrinseca estraneità rispetto
al pensiero comune, richieda più delle altre materie
il contatto costante con l'insegnante, e dunque sia particolarmente
penalizzata dalla rarefazione di quel rapporto.
Sarà
interessante verificare, attraverso i prossimi sondaggi,
se il ritorno alla normalità nell'interazione docente-discente
porterà gradualmente la situazione alla normalità.
r. f. l.
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