FOGLIO LAPIS - DICEMBRE- 2023

 

Il piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall'Unione Europea, prevede massicci stanziamenti per aggiornare il sistema educativo. Un vasto programma, dalla transizione al digitale alla riduzione dei divari territoriali

 

Un programma di formazione che riguarda sia il corpo docente, sia il personale amministrativo e ausiliario della scuola. Si tratta di un obiettivo ambizioso e ci si augura che finalmente alle parole seguano i fatti, considerando che lo sforzo finanziario è a carico dell'unione Europea ma che troppe volte in passato gli stanziamenti sono rimasti sulla carta e il vecchio meccanismo scolastico ha continuato a marciare vincolato ai limiti di sempre. La novità è rappresentata dal PNRR, piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrebbe riavviare il cammino economico e sociale dei paesi d'Europa dopo la lunga paralisi provocata dalla pandemia.

Quella che dovrebbe essere la traduzione in pratica di questi propositi innovativi, relativamente al cruciale settore educativo, porta un titolo ambizioso e beneaugurante, Scuola Futura. Dovrebbe proiettare il sistema verso gli anni che verranno realizzando un'opera capillare di formazione sia del corpo docente, sia del personale amministrativo e ausiliario. Infatti la cosiddetta transizione digitale non riguarderà soltanto la corretta applicazione delle nuove tecnologie allo sforzo didattico, ma anche la trasformazione digitale della stessa organizzazione scolastica.

Un altro settore che Scuola Futura intende aggiornare riguarda il multilinguismo e le materie STEM. É questo un acronimo inglese (Science, Technology, Engineering and Mathematics) che designa le discipline tecnico-scientifiche la cui conoscenza svolge un ruolo essenziale nel rapporto fra l'esperienza scolastica e il mondo del lavoro. Quasi a simboleggiare le radici classiche dell'attività educativa le materie STEM sembrano riallacciarsi al retaggio storico del cosiddetto quadrivio (comprendeva quelle che venivano chiamate anche arti reali: aritmetica, geometria, astronomia, musica) che affiancavano il trivio (grammatica, retorica, dialettica) nella formazione dell'uomo colto del Medioevo.

Infine le risorse del PNRR saranno impiegate, e auguriamoci che lo siano sul serio, per correggere i divari territoriali del rendimento scolastico. É notorio che nel nostro paese queste differenze sono profondamente radicate, e penalizzano fortemente le regioni meridionali e le isole. Si tratta di incoraggiare, con incentivi economici o di carriera, una più opportuna distribuzione dei docenti sul territorio, cercando di togliere di mezzo le cosiddette sedi disagiate. Un settore di pronto e necessario intervento dovrebbe essere il contrasto alla dispersione scolastica, i cui alti libelli sono fra le cause dei divari territoriali, facilitando in misura sostanziale i percorsi casa-scuola soprattutto nelle aree rurali.


                                                                  ave.

 

 


                                                  

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