Il
piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall'Unione
Europea, prevede massicci stanziamenti per aggiornare
il sistema educativo. Un vasto programma, dalla transizione
al digitale alla riduzione dei divari territoriali
Un
programma di formazione che riguarda sia il corpo docente,
sia il personale amministrativo e ausiliario della scuola.
Si tratta di un obiettivo ambizioso e ci si augura che finalmente
alle parole seguano i fatti, considerando che lo sforzo
finanziario è a carico dell'unione Europea ma che
troppe volte in passato gli stanziamenti sono rimasti sulla
carta e il vecchio meccanismo scolastico ha continuato a
marciare vincolato ai limiti di sempre. La novità
è rappresentata dal PNRR, piano nazionale di ripresa
e resilienza, che dovrebbe riavviare il cammino economico
e sociale dei paesi d'Europa dopo la lunga paralisi provocata
dalla pandemia.
Quella
che dovrebbe essere la traduzione in pratica di questi propositi
innovativi, relativamente al cruciale settore educativo,
porta un titolo ambizioso e beneaugurante, Scuola Futura.
Dovrebbe proiettare il sistema verso gli anni che verranno
realizzando un'opera capillare di formazione sia del corpo
docente, sia del personale amministrativo e ausiliario.
Infatti la cosiddetta transizione digitale non riguarderà
soltanto la corretta applicazione delle nuove tecnologie
allo sforzo didattico, ma anche la trasformazione digitale
della stessa organizzazione scolastica.
Un
altro settore che Scuola Futura intende aggiornare riguarda
il multilinguismo e le materie STEM. É questo un
acronimo inglese (Science, Technology, Engineering and Mathematics)
che designa le discipline tecnico-scientifiche la cui conoscenza
svolge un ruolo essenziale nel rapporto fra l'esperienza
scolastica e il mondo del lavoro. Quasi a simboleggiare
le radici classiche dell'attività educativa le materie
STEM sembrano riallacciarsi al retaggio storico del cosiddetto
quadrivio (comprendeva quelle che venivano chiamate anche
arti reali: aritmetica, geometria, astronomia, musica) che
affiancavano il trivio (grammatica, retorica, dialettica)
nella formazione dell'uomo colto del Medioevo.
Infine
le risorse del PNRR saranno impiegate, e auguriamoci che
lo siano sul serio, per correggere i divari territoriali
del rendimento scolastico. É notorio che nel nostro
paese queste differenze sono profondamente radicate, e penalizzano
fortemente le regioni meridionali e le isole. Si tratta
di incoraggiare, con incentivi economici o di carriera,
una più opportuna distribuzione dei docenti sul territorio,
cercando di togliere di mezzo le cosiddette sedi disagiate.
Un settore di pronto e necessario intervento dovrebbe essere
il contrasto alla dispersione scolastica, i cui alti libelli
sono fra le cause dei divari territoriali, facilitando in
misura sostanziale i percorsi casa-scuola soprattutto nelle
aree rurali.
ave.
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