Un
comune della Brianza, Cesano Maderno, ha costruito fra
i rami di un parco di cedri un'aula completamente attrezzata.
Un esempio di quell'outdoor learning che offre ai bambini
immersi nella natura esperienze e stimoli capaci di migliorarne
il processo formativo
E’
il litigio familiare per un piatto di lumache ad indurre
il giovane rampollo di una nobile famiglia ligure di Ombrosa
a rifugiarsi su di un albero e ad eleggere questo a propria
dimora esistenziale. Se Cosimo Piovasco, il dodicenne protagonista
de Il barone rampante di Italo Calvino, è l’emblema
di tutti quei ragazzi che compiono una fuga anarchica per
la libertà e che con tenacia e caparbietà
perseguono una autoimposta regola interiore, la casa sull’albero
è il tropo dell’infanzia capace di marcare
la propria distanza dall’età adulta.
A
dar vita ad un luogo che nell’immaginario collettivo
è destinato ai bambini, e a loro soltanto, nascondiglio
ideale e meta di fuga perfetta, ci ha pensato il comune
brianzolo di Cesano Maderno che ha terminato da poco la
realizzazione di una casa-aula posizionata a tre metri di
altezza fra i rami di un parco di cedri. E così il
parco urbano di via San Bernardo è divenuto il primo
in Italia ad ospitare una treehouse didattica.
L’aula,
ampia 17 metri quadri, è stata costruita con materiali
ecocompatibili e legno certificato PEFC (Programme for Endorsement
of Forest Certification schemes), programma di certificazione
internazionale che garantisce la gestione sostenibile delle
foreste. L’interno è arredato con lavagna,
banchi e sedute, una libreria per il book crossing e la
xiloteca, utile per conoscere e distinguere le diverse varietà
di legno. Non mancano oggetti di design ecosostenibili capaci
di stimolare la fantasia e rendere più accattivanti
le attività didattiche: un oblò di osservazione,
la casetta per impollinatori e quella per gli uccelli, uno
speaking tube, utile per parlarsi a distanza, e un Eco Phone
Speaker, un amplificatore per smartphone realizzato con
il legno recuperato dagli alberi del Trentino abbattuti
dalla tempesta Vaia del 2018.
Grande
cura è stata rivolta anche agli spazi esterni dotandoli
di parete e rete di arrampicata, scivolo, terrazza, ponte
tibetano, palo da pompiere e, naturalmente non poteva mancare,
la scala che si inerpica fra i rami degli alberi. Il tutto
con l'unico obiettivo di offrire ai bambini uno spazio per
sognare, per fare attività all’aperto, per
imparare divertendosi.
La
didattica contemporanea sembra sempre più orientata
verso una maggiore integrazione degli spazi outdoor negli
ambienti scolastici tradizionali. Il modello educativo è
quello dell’outdoor education, una didattica capace
di offrire una molteplicità di esperienze pedagogiche
in ambienti esterni alla scuola modellandole sulle caratteristiche
del territorio e del contesto sociale e culturale in cui
essa è collocata.
L’outdoor
learning, come modello educativo capace di superare e rimettere
in gioco gli spazi classici dei processi d’apprendimento,
è nato in Germania nella seconda metà del
Novecento ed è diffuso soprattutto nel Nord Europa
in paesi quali la Svezia e la Norvegia. Basato non su una
didattica precostituita, ma su un lavoro per competenze,
si traduce anche in benessere psicofisico per i bambini,
i quali hanno la possibilità di sperimentare, di
stare a contatto con la natura e di imparare a rispettarla.
Le
basi concettuali sono rintracciabili nel movimento di pensiero
e approccio educativo della scuola nuova e nel movimento
pedagogico della scuola attiva, sviluppatesi tra il 1800
e il 1900 e che vedono fra i principali teorici: Dewey,
Ferrière, Bovet, Freinet, solo per citarne alcuni.
Nella
scuola en plein air lo spazio esterno si propone come una
fonte alternativa di apprendimento atto a favorire esperienze
dirette e concrete in natura: stabilire un legame con l’ambiente
aiuta i bambini a sviluppare aspetti importanti della loro
formazione e della loro personalità. Un luogo dove
curiosità e creatività, sogno e avventura
vanno a braccetto. Concetto che già nell’anno
mille Bernardo di Chiaravalle sintetizzava in questo modo:
“troverai più cose nei boschi che nei libri.
Gli alberi e i sassi ti insegneranno cose che nessun uomo
ti potrà dire”.
Clemente Porreca
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