Valérie
Pécresse, candidata gollista alle presidenziali
francesi, propone di applicare quel modello al 10 per
cento delle scuole pubbliche. Ma una tribuna di Le Monde
rivela che nell'esperienza americana gli svantaggi superano
i vantaggi. Meglio il modello finlandese
Importare
dagli Stati Uniti il modello delle charter schools. É
quanto propone Valérie Péecresse, che come
candidata del partito gollista e conservatore Les Républicains
alle elezioni presidenziali francesi si appesta a sfidare
Emmanuel Macron. Più precisamente suggerisce, ispirandosi
erroneamente ai sistemi educativi britannico e svedese,
di trasformare un decimo degli istituti d'istruzione francesi
dipendenti dal governo in “scuole pubbliche sotto
contratto”. Dovrebbero operare nei territori disagiati,
come le grandi periferie urbane dove il meccanismo scolastico
funziona male tra mille difficoltà generando la piaga
degli abbandoni precoci. Godrebbero della stessa autonomia
delle scuole private, il 15 per cento del sistema educativo
francese, con la sola differenza che in virtù della
particolare finalità sociale sarebbero alimentate
con risorse pubbliche.
Il
modello che la candidata all'Eliseo ha in mente è
in realtà quello delle charter schools americane,
che rappresentano il sette per cento del meccanismo educativo
degli Stati Uniti. Si tratta di istituti finanziati dal
governo che operano indipendentemente dal sistema scolastico
statale. Godono insomma di larga autonomia nelle scelte
educative, limitate soltanto dal dovere di conformarsi ai
principi fondamentali fissati dalla Costituzione. Libere
dalle regole, le charter schools sono invece tenute a garantire
i risultati, cioè il rendimento scolastico. La loro
funzione fondamentale è quella di operare in libertà
nelle aree più degradate degli Stati Uniti, dove
il sistema scolastico tradizionale fatica a stare al passo
delle difficoltà economiche e culturali e quindi
non riesce a raggiungere i suoi obiettivi.
Sulla
proposta della candidata Pécresse il quotidiano parigino
Le Monde ha aperto una tribuna animata da due specialisti,
il pedagogista americano Samuel Abrams e il francese Philippe
Bongrand. Le conclusioni alle quali approdano non sono affatto
incoraggianti, perché il sistema praticato negli
Stati Uniti non è privo di effetti negativi. Prima
di tutto si registra che i dirigenti delle charter schools,
ovviamente desiderosi di raggiungere quei buoni risultati
che assicureranno la continuazione dei finanziamenti pubblici,
tendono a usare la loro autonomia per assicurarsi gli alunni
relativamente migliori. In questo modo scaricano sulle scuole
pubbliche, che ovviamente non possono fare distinzioni,
il peso degli alunni difficili. Proprio quelli di cui dovrebbero
occuparsi. Trapiantato in Francia, fanno notare i due studiosi,
questo sistema rischierebbe di peggiorare la situazione,
senza attenuare i problemi di disparità e di segregazione
di cui soffre la società transalpina.
Abrams
fa inoltre notare che per raggiungere i loro obiettivi le
charter schools americane tendono a privilegiare una pedagogia
autoritaria, di tipo quasi militare, per cui la finalità
dell'emancipazione viene resa praticamente irraggiungibile
dall'insistenza sul principio dell'obbedienza. Infine la
necessità d'inseguire gli esiti prefissati si traduce
in una fortissima pressione non soltanto sugli alunni ma
anche sugli insegnanti. Questo determina frequenti abbandoni
da parte del corpo docente, con ovvie conseguenze negative
sulla qualità dell'insegnamento e sulla continuità
didattica.
Gli
specialisti interpellato da Le Monde invitano dunque Valérie
Pécresse, se vuole cercare ispirazione da modelli
stranieri, a considerare piuttosto il caso della Finlandia,
che sistematicamente primeggia nelle valutazioni internazionali
del rendimento scolastico. Li ottiene non soltanto perché
il Paese è relativamente piccolo e la sua società
tipicamente omogenea. Il fatto che altri Paesi di simile
condizioni sono molto lontani da queste performances dimostra
che c'è dell'altro: la scuola finlandese riesce a
conquistare l'impegno degli allievi offrendo corsi di musica,
arte, carpenteria e cucina. Sarà questo il segreto
del successo?
f. s.
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