FOGLIO LAPIS - DICEMBRE- 2021

 

La decisione governativa di praticare la vaccinazione contro il Covid-19 a tutti gli alunni delle scuole ha suscitato una tempesta di reazioni. Fra i critici c'è chi considera la misura inutile, chi eticamente improponibile, chi addirittura dannosa

 

Secondo non pochi studiosi iniettare ai bambini fra i cinque e gli undici anni il vaccino anti-Covid è un errore. Questa opinione piuttosto diffusa a proposito del trattamento dei minori s'inserisce in un articolato dibattito aperto dalla decisione governativa di sottoporre alla vaccinazione obbligatoria l'intera popolazione scolastica, cioè gli alunni dai cinque anni in su. Suscitano critiche anche certe modalità della somministrazione, che spesso è accompagnata dall'offerta ai più piccoli di distrazioni con giocattoli, musiche, clowns, insomma con una procedura simile all'imbonimento pubblicitario che lascia davvero perplessi.

Molte osservazioni critiche partono da una premessa etica. Ammettiamo pure, dicono, che si vaccinino i bambini per proteggere l'insieme della popolazione. Ma se questo ha un costo a carico dei bambini stessi, in termini di possibili effetti collaterali negativi, ebbene non è giusto imporre quel rischio. Non possiamo considerare i bambini come mezzi per proteggere gli adulti. Ma a parte questo, gli elementi attualmente a disposizione ci danno la certezza, sottolineano alcuni specialisti, che la vaccinazione dei bambini, in questo momento, non va a loro vantaggio. Infatti a fronte di un rischio molto basso di complicazioni gravi nel caso incorrano nel contagio, c'è molta incertezza sui possibili effetti collaterali del vaccino a breve o medio termine.

Questi effetti possono essere accettati, dicono i critici del sistema. quando vacciniamo persone con alto rischio di complicazioni gravi nel caso di contagio da Covid-19. Poiché non è questo il caso per i piccoli sotto gli undici anni, sarebbe meglio lasciar perdere. Inoltre si segnala che non ha senso ricorrere all'insegnamento a distanza o addirittura chiudere le scuole in cui si verificano singoli casi di contagio: per la semplice ragione che il danno certo provocato dall'isolamento e dall'interruzione scolastica è senz'altro superiore a quello eventuale per avere contratto il Covid-19. In altre parole non dobbiamo incolpare il virus per le conseguenze negative delle nostre decisioni.

Queste le argomentazioni di coloro che non condividono l'opportunità della vaccinazione massiccia dei bambini per aver ragione dell'emergenza sanitaria. Da parte ufficiale si risponde che in questo momento proprio i minori sono particolarmente esposti al contagio. Una replica che non convince i critici, conviti che quella esposizione non comporta rischi gravi. Ci sono fra di loro anche alcuni che hanno modificato la primitiva posizione, addirittura sostenevano a suo tempo l'obbligatorietà della vaccinazione come unico mezzo per vincere la pandemia attraverso la cosiddetta immunità di gregge. Gli approfondimenti successivi li hanno indotti a correggere il tiro applicando al tema un approccio flessibile: vaccinare soltanto chi è minacciato dal Covid-19 in modo particolarmente pericoloso. Dunque non farsi scudo dei bambini, che quel rischio normalmente non lo corrono.

 

 

                                                                 r. f.  l.

 

 


                                                  

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