Per
contrastare un fenomeno sempre più percepito come
inaccettabile si registrano in Germania alcune iniziative
di carattere preventivo – Si vogliono fornire a
allievi e docenti gli strumenti per individuare le situazioni
di crisi e metterli in grado di affrontarle – Di
particolare interesse la mediazione affidata agli stessi
ragazzi
Le
segnalazioni di casi di violenza e bullismo presso le autorità
scolastiche tedesche aumentano, ma il numero di episodi
resta costante, come dimostrano i dati di assicurazioni
sanitarie, polizia e studi di settore. L’aumento di
denunce presso gli enti scolastici è spia di una
tendenza positiva nel riconoscimento del problema come qualcosa
di inaccettabile, ma le dimensioni del fenomeno non sono
cambiate sensibilmente negli ultimi anni. Nel periodo della
scuola elementare prevalgono le aggressioni fisiche, mentre
successivamente si sviluppano forme più complesse
e psicologicamente raffinate di violenza come l’esclusione,
le minacce, la diffamazione o il cyberbullismo, diffuso
capillarmente almeno dal 2011. Un fenomeno relativamente
recente è la sempre maggiore aggressività
delle baby gang femminili.
Del
concetto di violenza scolastica sono parte anche gli episodi
indirizzati contro insegnanti e dirigenti, che, come afferma
Jan Pfetsch, psicologo pedagogista della Technische Universität
di Berlino, rientrano nel panorama generico di sempre minore
rispetto per l'autorità. Infatti anche gli agenti
delle forze dell’ordine lamenterebbero problemi simili
a quelli segnalati dai docenti. Le scuole più a rischio,
continua lo studioso, sono quelle spiccatamente multietniche,
in quanto la compresenza di alunni con background culturali,
sociali e religiosi diversi rende i processi di integrazione
molto complessi e spesso gli insegnanti non dispongono di
tempo e spazio sufficienti per occuparsene.
Per
far fronte alla questione del bullismo e della violenza
a scuola sono state sviluppate molteplici iniziative di
carattere preventivo, alcune delle quali già radicate
nel sistema educativo tedesco. L’obiettivo è
quello di fornire a allievi e docenti gli strumenti necessari
per individuare e affrontare situazioni di crisi o conflitto
nel più efficace dei modi. Anche il Tribunale dei
Minori collabora con gli istituti scolastici nell’ambito
di un progetto volto a promuovere la conoscenza del sistema
legislativo e dei procedimenti giudiziari tedeschi. Una
parte del programma prevede che i ragazzi recitino in vari
ruoli tutte le tappe di un procedimento penale, dal delitto
alla condanna. In una fase successiva gli scolari avranno
la possibilità di comprendere il funzionamento delle
strutture statali giudiziarie e sociali e delle varie figure
professionali legate a questi settori. A Berlino ogni anno
il Tribunale dei Minori realizza circa 74 di questi progetti.
Anche
i progetti di “mediazione scolastica” sono all’ordine
del giorno nelle scuole tedesche. Si tratta di spazi nei
quali dei mediatori, che possono essere insegnanti, educatori
o psicologi esterni, dirigono la gestione e risoluzione
di un conflitto. Un modello molto diffuso che pare funzionare
egregiamente prevede che gli stessi alunni facciano da mediatori
per i compagni di scuola, magari di uno o due anni più
giovani. Molto celebre a riguardo il sistema sviluppato
dalla pedagoga Ortrud Hagedorn, nel quale i bambini mediatori
si chiamano Konfliktlotsen, da Konflikt, conflitto, e lotsen,
pilotare, dirigere. A volte i mediatori agiscono in spazi
e tempi definiti, altre volte intervengono direttamente
qualora capiti loro di individuare una situazione che potrebbe
esplodere. Il fatto che i bambini stessi vengano coinvolti
nella gestione e prevenzione di queste dinamiche li responsabilizza
e rende coscienti di ciò che è possibile o
impossibile tollerare.
Laura
Venturi
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