Scrittrice romena, fin dall'adolescenza è appassionata di lingua e cultura italiana - Da oltre vent'anni vive nel nostro paese dove svolge un'opera preziosa per vincere i pregiudizi che separano la sua comunità di origine da quella di elezione – Con una particolare attenzione al mondo infantile, cerca di favorire l'integrazione superando il muro della diffidenza
Quando conobbi Eliza, una scrittrice romena che vive da oltre vent'anni in Italia, mi colpirono il sorriso aperto e la giovialità. Ma fu quando entrai a casa sua incontrando il resto della sua famiglia, marito italiano e due stupendi vivacissimi figli, e poi quando andai con lei in giro per il paese nel quale vive, che apprezzai fino in fondo il valore di questa donna dall'allegria contagiosa, quel suo modo leggero e discreto di creare armonia in ogni dove, proprio come una fatina con la bacchetta magica delle sue novelle, la sua capacità di rendere la cultura dell'integrazione, a scuola, tra i bambini, una fantastica esperienza, che resterà nel loro cuore di adulti e certo produrrà una società più umana e più giusta. Quanti insegnanti ci vorrebbero come lei...
Ecco dalle sue stesse parole il racconto della sua esperienza di vita.
“Da ragazza mi è capitato si scrivere qualche poesia per poi abbandonarla presto, mentre ho continuato a leggere. Alla lingua italiana mi sono affezionata all’età di 14 anni e da lì ho iniziato a studiarla sempre più da autodidatta, maggiormente dal ’95, l’anno in cui sono arrivata in Italia. Ho ripreso a scrivere dieci anni fa, ma stavolta un diario sulla mia infanzia dolorosa, fatto che mi ha aiutata ad uscire dalla depressione post-partum. Da allora ho iniziato a scrivere varie fiabe, un romanzo e tante poesie con rima bianca. Sono stata invitata al Museo Civico ad Albano (Roma) a descrivere “il Natale romeno”. All’incontro erano presenti i rappresentanti di altre tre nazioni.
“Ho pubblicato così due libri di poesia in antologia con la casa editrice “Pagine” di Roma, e inoltre su Youtube si trovano alcuni video…
“Nell’aula consiliare di Rocca di Papa, insieme al prof. Bob H. Salmi abbiamo organizzato un evento di poesie italo-romene. Gli scrittori italiani e romeni hanno letto le poesie dei bambini presenti nell’aula, i veri attori, diciotto per la precisione, seduti al posto dei politici. I piccoli dai sei ai dieci anni hanno letto ciascuno la propria opera; e per quel giorno si sono sentiti loro stessi gli oratori della cittadina. In quell’occasione ho donato vari libri di poesie e prosa in lingua romena alla biblioteca comunale. L’evento si trova su internet.
“In seguito è uscito il libro di poesie in antologia “Cenacolo de la Roma” in italiano e romeno, dove hanno partecipato stavolta anche i miei due figli Federico e Maria. Successivamente ho pubblicato il libro “Matteo e la colomba bianca” in italiano e romeno con la casa editrice “Minela” di Bucarest. Da qui l’idea di leggere le mie fiabe nelle scuole locali. Così dopo una lettera scritta alla preside delle scuole di Rocca di Papa, ho iniziato a lavorare con due classi delle prime elementari, portando loro anche il teatrino giapponese Hamishibai. Infine hanno fatto la recita di fine anno con una mia fiaba: “La ragnetta T”. Devo dire che i bambini sono stati spettacolari e le maestre strepitose.
“Da lì a poco, l’associazione Alveare – Amici del castagno di Rocca di Papa, mi ha invitata a scrivere una fiaba per loro. E così è nata “ Metta e il bosco di castagni”; fiaba che, per due anni consecutivi, ho recitato nelle scuole ma anche fuori nelle altre località; sia alle elementari che alle medie. Oltre la fiaba recitata assieme all’amico Aurelio Pucci, l’ho presentata anche attraverso il teatrino Hamishibai. Il teatrino e i disegni sono stati fatti da mia figlia Maria e da mio marito Orlando. Poi abbiamo organizzato una raccolta si poesie che ha unito tutte le associazioni d’Italia che hanno a che fare col castagno.
“Prossimamente uscirà un libro di fiabe in antologia con scrittori molto importanti italiani e romeni, dei quali ho curato la traduzione aiutata da vari docenti. In quella compagnia onestamente mi considero “l’ultima ruota del carro”.
“Al momento ho ripreso a scrivere il libro della mia vita: “Eli col cappotto rosso”; un racconto tra la realtà e la fantasia, in italiano, che pubblico un capitolo alla volta sulla mia pagina FB. Il testo, oserei dire, ha un carattere tragicomico che attraversa la Romania di Ceausescu, descrivendola con la dolcezza di una bambina parecchio bugiarda…
“Integrazione? La voglia c’è ma purtroppo non da parte di tutti. Nell'ambiente italiano in cui vivo ho percepito inizialmente una forte diffidenza ma man mano che ho proseguito questa è venuta a scemare, fino a lasciare il posto ad alcune belle amicizie. Chiunque userà la parola amore riuscirà ad abbattere ogni barriera immaginaria. Io immagino questo… il resto lo metterà il tempo. E’ inevitabile che le razze si intreccino: l’hanno fatto da sempre.
“Sono molto grata per le mie esperienze…e mi danno la voglia di continuare a studiare per perfezionare il mio italiano”.
Fin qui Eliza Puscoi. Che cosa posso aggiungere? Niente altro che un auspicio: a Eliza che ha saltato l'ostacolo della diffidenza e del pregiudizio la vita possa regalare le soddisfazioni che merita.
Marilena Farruggia
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