FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2017

 
 

In realtà non era poi così matto, lo dimostrano il suo intrigante indovinello a proposito del corvo e della scrivania, e la sua ammirevole modestia nell'ammettere di  non avere la risposta - Quanto all'interpretazione autentica di Lewis Carroll, anche lui alla fine privo di soluzione, sarebbe meglio traducibile e più comprensibile se iam fosse sinonimo di corvo - Magia delle parole, e delle lettere che scalpitano prigioniere nella gabbia dell'alfabeto!

 

«La vita è indecifrabile…
una sfera ricoperta di specchio
quello che credi di scoprire
è soltanto un convesso, distorto
riflesso di te stesso»

 

«Io ti parlo di ombra
Tu apri la cartina e mi spieghi dove siamo
(ma io non sono)
dove andiamo e la strada, vedi?, che faremo per arrivare
(ma io volto la testa per non guardare)
Cerco riparo dalla luce della tua chiarezza mentale
dunque tu credi che sia possibile una volontà individuale?
che esista una volontà libera dalla violenza di Dio,
dell’economia, del potere, del destino, della morte?
Io no, io so: non ci sono fughe, non ci sono porte
Tutto è prigione e io ho pena di ogni carcerato
Ho pena anche dell’alfabeto, soffocato fra il muro della A
e il reticolato della Zeta.
E ho pena del viaggio, movimento apparente
in realtà prigioniero, sempre, di una partenza e di una meta»

Queste cose rimuginava Alice, appena “diventata adulta”, prigioniera del suo “adulterio”, non riuscendo a usare la scrivania messa al contrario per produrre, scrivere, appuntarsi note, e si chiedeva: “Il corvo riesce a produrre note, così come appunto la scrivania?”…
Pensava di essersi liberata del Cappellaio, eh? E invece eccolo ancora qua, a parlare del suo più famoso indovinello: Perché un corvo è simile a una scrivania?
Hatter’s Riddle – L’Indovinello del Cappellaio
Infatti, durante un party da pazzi, “A mad tea party”, il Cappellaio propone ad Alice un certo indovinello:
Why is a raven like a writing desk?...
“Perché un corvo è simile a una scrivania?”…
Un bel dilemma! dal momento che Lewis Carroll non pensò dovesse avere una soluzione. E così, nel libro, la piccola Alice si arrende presto al fatto di non sapere trovare la risposta – e così pure il Cappellaio, che le rivela di non averne idea.
La questione sarebbe morta in questo capitolo se i numerosi lettori del libro non avessero preteso a gran voce una soluzione. Per questo motivo Carroll aggiunse un paio di righe di suo pugno alla prefazione della successiva edizione del libro:
«Enquires have been so often addressed to me, as to whether any answer to the Hatter’s Riddle can be imagined, that I may as well put on record here what seems to me to be a fairly appropriate answer. “Because it can produce a few notes, though they are very flat; and it is nevar put with the wrong end in front!”. This, however, is merely an afterthought; the Riddle as originally invented had no answer at all».
                                     Alice in Wonderland – prefazione (1986)
Mah! La soluzione proposta da Carroll è cucita in maniera troppo perfetta sulla lingua inglese per essere comprensibile in ogni altra lingua.
Per capirla dobbiamo “affettarla” come un salame. Per esempio, Lewis Carroll nella sua soluzione scrive “nevar”… Non è un errore di battitura! ma solo la parola “raven” corvo, scritta al contrario… Alice si chiedeva: “Chi metterebbe mai in una stanza una scrivania al contrario? Così pure il corvo, che immagino non apprezzi troppo l’essere capovolto”…
Possiamo ora spaziare su oltre un secolo di soluzioni pensate dagli appassionati…
La più azzeccata è questa:
Because both have pens”…
“Perché entrambi hanno le penne”…
Ecco! La stessa soluzione l’avrebbe già detta sicuramente Gianni Rodari proponendo “Corvo” e “Scrivania” come un binomio fantastico a una classe di ragazze magistrali.
Rodari: Adesso ciascuna di voi, su di un foglietto, senza farlo sapere a nessuno, scrive un’idea su questo titolo: «Corvo e Scrivania». Chi non gli viene in mente l’idea, non scrive niente; però più ragazze scrivono, più materiale avremo. Se vi viene in mente un’idea balorda, stupida… mettete anche la più stupida, scrivetela. Ma scrivete una sola idea; così se abbiamo venti idee, le mettiamo insieme e la storia verrà più movimentata…
Io anche sono pieno di idee stupide… le ho tutte nella tasca destra. Non le ho firmate, perché le firme non hanno nessun valore, come dico a quelli che mi chiedono l’autografo… Se non ci credete, provateci! Andate dal salumiere a chiedere un chilo di salame, e dite che lo pagate con l’autografo di Gianni Rodari… Vorrei vedere se ve lo dà! Un libro, se l’ho fatto io, ci metto il mio nome come “Invernizzi” sui formaggi, per dire che l’ho fatto io… ma sul libro di Alice no, perdio!, perché non l’ho fatto io… O l’ho fatto io, e magari non me lo ricordo?...  Lo voglio scrivere tutto a mano con le penne del Corvo, sopra quella stessa Scrivania messa al contrario, dalla prima parola all’ultima, usando tanti inchiostri. Un inchiostro rosso per i nomi, uno verde per i verbi, giallo per gli avverbi, viola per gli aggettivi e le virgole in blu… L’avventura di Alice attraverso lo specchio scritta tutta a mano con inchiostri differenti. Voglio vedere chi fa una cosa più bella.
Ragazze: Noi! Noi! (cominciano a scrivere le loro storie sopra i foglietti).
La sintesi è questa, scritta su di  un foglietto:
Cara Alice,
Le lettere dopo la zeta
sono delle lepri / Vivono in
un grande prato / Ogni
tanto / Ogni poco / una esce
dalla tana e corre l’erba / il
suo corpo è il suo
significato / Sono lettere
con gli occhi rosa / Quando
le lepri fanno una festa e
sono più di trecento /
quello è un libro / Si legge
solo dall’alto / Lo legge il
vento

and it is nevar put with the wrong end in front!
                                                        La Lepre Marzolina

 

 

                                                          Filippo Nibbi  

                                         

    


                                                  

 
 

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