FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2015

 
 

Ventiquattro ragazzi bulgari, romeni e italiani si sono incontrati in Bulgaria nella prima tappa di un programma Erasmus Plus focalizzato sulla cultura del vino – Superato l'imbarazzo iniziale i giovani hanno scoperto cantando e confidandosi sogni e aspirazioni una comune gioia di vivere – I tre gruppi si ritroveranno il prossimo aprile in Romania, la loro esperienza si concluderà il maggio successivo in Toscana

 

E' il 27 settembre e un imbrunire piovoso accoglie a Bucarest gli otto ragazzi partiti da Perugia. Da lì si sposteranno verso la Bulgaria, facendo sosta per una notte a Craiova, in Oltenia, dove si uniranno al gruppo rumeno e avranno modo di visitare il centro ed alcune chiese ortodosse. Il progetto Erasmus Plus con tema cooperazione agricola e viticoltura coinvolge tre gruppi di giovani italiani, rumeni e bulgari. La prima tappa quella in Bulgaria dello scorso autunno, seguirà un viaggio in Romania previsto per aprile ed un ultimo soggiorno estivo in Italia. 

La destinazione bulgara è Oryahovo, che il gruppo italiano e quello rumeno raggiungono il 28 settembre dopo aver attraversato in traghetto le inquiete acque del Danubio. “La traversata del Danubio ha avuto invece il sapore di una traversata della sopravvivenza, uno sbarco faticoso, disturbato dalla pioggia e dai venti freddi che soffiavano dalle sponde alberate del fiume; unico punto per ripararsi sulla nave era una cabina ingiallita dal tempo” scrive M.G., descrivendo quella particolarissima atmosfera che i ragazzi italiani non potranno fare a meno di notare per tutta la durata del viaggio.

Dopo la prima notte nel romantico e insieme semplicissimo albergo con carta da parati e trine alle finestre, i due gruppi, quello italiano e quello rumeno, sono pronti ad unirsi a quello bulgaro per iniziare con il programma Erasmus Plus. Il primo giorno sarà dedicato ad attività volte ad incoraggiare la socializzazione e l'ambientamento a Oryahovo, con la visita di un museo storico della città e lo studio di danze popolari bulgare dopo cena. Nei giorni seguenti i ragazzi avranno modo di visitare il centro e il museo di Pleven, settima città bulgara per numero di abitanti, e la cantina di Chateau Burgozone, con visita dell'azienda e dei territori agricoli.

Le barriere culturali tra i giovani italiani, rumeni e bulgari piano piano cedono, durante le passeggiate sul Danubio e le serate trascorse insieme a cantare e a raccontarsi sogni ed aspirazioni. Nei racconti di viaggio che i partecipanti italiani ci hanno gentilmente spedito leggiamo lo stupore del trovarsi davanti ad una realtà molto diversa e a ragazzi che ad uno sguardo superficiale sembrano scostanti ed ossessionati dalla carriera, ma che ad un'analisi più approfondita sono semplicemente mossi da un forte desiderio di riscossa e da quei sogni che a prescindere dalle peculiarità culturali sono condivisi da tutti i giovani. 

Un compleanno, quello di I., viene festosamente celebrato da tutti i gruppi al completo, con una torta, un mazzetto di rose, simbolo della Bulgaria, ed un souvenir. La canzone degli auguri risuona intonata in rumeno ed in bulgaro. Ogni momento della vita in comune è caratterizzato da grande semplicità e sincerità e gli ospiti sembrano fare il possibile, con i pochi mezzi di cui dispongono, per fare gli onori di casa e far sentire a proprio agio i ragazzi in visita.

Sarà quindi un arrivederci quello che i partecipanti si scambieranno prima di partire nuovamente per Craiova, che con il suo bellissimo museo di Belle Arti sarà l'ultima tappa prima del rientro in Italia. Anche a Craiova saranno molti i contrasti a colpire la sensibilità dei ragazzi, come quello che I.I. nota presso una chiesa ortodossa: “Questa chiesa è in stile bizantino e il colore acceso dell'oro, la sua opulenza, si contrappone ai tre bambini poveri che stanno all'ingresso. Il loro aspetto è trasandato, i loro sguardi attentissimi; sono zingari e chiedono l'elemosina, sono bambini costretti ad essere grandi. Finché nel mondo non sarà diritto di tutti l'innocenza, nessuno di noi potrà sentirsi veramente in pace.” 

Finché nel mondo non sarà diritto di tutti l'avere occasione di conoscere altre culture e lo scoprire la ricchezza della diversità e la grandezza della matrice che ci unisce, nessuno di noi potrà sentirsi veramente in pace. Arrivederci alla prossima tappa Erasmus Plus.

                                                        Laura Venturi 
                                         

  


                                                  

 
 

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