É
una questione ormai antica, che investe il sistema di
valutazione numerica del rendimento scolastico individuale
- A sollevare una volta ancora il dubbio è il documento
che un organo consultivo francese, il Conseil
supérieur des programmes, ha inviato al
ministro della pubblica istruzione – Vi si rimette in
discussione non soltanto il meccanismo dei voti ma anche i
coefficienti, accusati di stabilire una gerarchia fra le
materie d'insegnamento
I
voti numerici sono un buon sistema per valutare il
rendimento scolastico individuale? É un interrogativo che
si pone da sempre, e che ancora non ha trovato una
risposta capace di mettere tutti d'accordo. C'è chi
sostiene che non c'è altra via per organizzare il
percorso scolastico misurandone i progressi, chi al
contrario accusa questo sistema di essere niente altro che
un meccanismo di selezione, volto a indicare nell'ottica
di una scuola elitaria chi sia in grado di andare avanti
verso l'istruzione superiore. Va da sé che la questione
assume inevitabilmente connotati politici, visto che la
dinamica dei voti sono è mediamente proporzionale al
livello economico e sociale delle famiglie di provenienza,
e dunque il sistema sembra servire egregiamente, per usare
il linguaggio tradizionale del riformismo progressista, i
ceti dominanti che intendono perpetuare la loro egemonia
attraverso le generazioni.
A
riproporre il tema è stato lo scorso novembre un organo
consultivo del sistema scolastico francese, il Conseil
supérieur des programmes, che un anno fa era stato
incaricato dal ministero dell'educazione nazionale di
compiere uno studio sull'organizzazione curricolare della
scuola. Nel rapporto inviato alla ministra Najat
Vallaud-Belkacem, di cui il quotidiano Le Monde anticipa
alcuni punti, si rimette decisamente in discussione il
sistema dei voti. In pratica il Conseil sostiene
che non si può ingabbiare la complessità del processo
educativo nella griglia di una valutazione numerica. Si
tratta di salvare nel percorso scolastico quel principio
di eguaglianza che il meccanismo dei voti mette
necessariamente in discussione, più in generale di
superare le attuali rigidità, per esempio in materia di
esami. Si vuole una scuola più flessibile, che non si
limiti a premiare o riprovare ma faccia semplicemente
procedere il soggetto verso una maggiore consapevolezza di
sé e del mondo.
Anche
i cosiddetti coefficienti, che misurano la quota delle
varie discipline nel determinare la valutazione
complessiva, vengono rimessi in discussione: secondo gli
specialisti del Conseil questa prassi stabilisce
una inaccettabile graduatoria fra l'importanza delle
singole materie. Ancora non è chiaro, dalle prime
anticipazioni trapelate sulla stampa, quale modello venga
proposto al posto di quello tradizionale. É chiaro in
ogni caso che se queste indicazioni dovessero essere
accolte la scuola francese sarebbe investita da
un'autentica rivoluzione. Ma a giudicare dalle valutazioni
discordanti suscitate dal rapporto, è facile prevedere
che la materia sarà sottoposta a ulteriori
approfondimenti. Insomma sul destino del tradizionale
sistema fondato sui voti numerici il dibattito è
destinato a continuare, in Francia e altrove.