FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2014

 
 

Un documento governativo invita gli istituti d'istruzione inglesi a porre l'accento sui “valori britannici”, a cominciare dal rispetto e dalla tolleranza – L'iniziativa è stata decisa dopo l'allarme suscitato dal cosiddetto Cavallo di Troia, il tentativo da parte di una minoranza etnico-religiosa d'influenzare le scelte educative attraverso una maggiore presenza negli organi direttivi – I capi d'istituto fanno notare che quei valori sono già al centro dell'attenzione

 

Rispetto e tolleranza per ogni fede, per ogni razza, per ogni cultura. Democrazia, legalità, libertà individuale. Questi i “valori britannici” di cui una circolare governativa ai capi d'istituto raccomanda la promozione nelle scuole d'Inghilterra. Si tratta in realtà di valori universali, comuni ai paesi più evoluti anche se non sempre integralmente applicati, ma la loro accentuazione in termini di britishness è rivelatrice del contesto in cui l'iniziativa è maturata. Si tratta di una risposta al caso di cui Foglio Lapis si è recentemente occupato (http://www.fogliolapis.it/ottobre2014-3.htm), in riferimento alla decisione di organizzare ispezioni scolastiche senza preavviso. Denominato Cavallo di Troia, consisteva nel tentativo, da parte di gruppi islamici radicali nella città di Birmingham, di acquisire più controllo sulle scelte educative, soprattutto negli istituti situati nelle periferie in cui è più forte la presenza delle minoranze, attraverso una sorta di “scalata” alle posizioni direttive nel sistema scolastico.

Stavolta si cerca di parare la minaccia alla radice, accentuando con l'insistenza sui valori britannici il carattere nazionale del processo educativo. La mossa ha suscitato qualche sorpresa, dal momento che, come afferma Russell Hobby presidente di un'associazione di presidi, quei valori sono già al centro dell'attenzione nelle scuole inglesi. La stessa autorità scolastica fa notare che non c'è nulla di nuovo sotto il sole: infatti il principio era già contenuto nell'Education Act del 2002. La direttiva, spiegano al dipartimento dell'istruzione, ha semplicemente lo scopo di sottolineare con forza l'importanza del tema. Si tratta insomma di una raccomandazione, nella quale sembra d'intravvedere qualcosa di simile a un accenno di panico: siamo sotto assedio, stringiamoci attorno alle nostre bandiere ideali.

Nel documento inviato ai capi d'istituto si fa notare che “anche se altri popoli possono avere opinioni diverse su quello che è giusto o sbagliato, tutti coloro che vivono in Inghilterra sono soggetti alla legge inglese”. Sembra ovvio, ma con i tempi che corrono gli educatori di Sua Maestà ritengono di dover calcare i puntini sulle i. Più avanti si afferma che l'insegnamento “deve esaltare la centralità della legge civile e penale” e contestare tutto ciò che la contraddice. In particolare, e qui l'avvertimento sembra diretto proprio ai musulmani di Birmingham, “le scuole devono garantire che i bambini capiscano la differenza fra il diritto del paese e la legge religiosa”. Sempre in questo ambito, le scuole devono garantire la possibilità di praticare culti. Devono far capire agli alunni che “la libertà di scegliere e praticare altre fedi e credenze è protetta dalla legge” e che una fede diversa non può essere causa di comportamenti discriminatori.

Infine si raccomanda di familiarizzare gli alunni con i rudimenti della politica: spiegando per esempio che il potere giudiziario è indipendente dall'esecutivo. O anche organizzando dibattiti in classe nelle occasioni elettorali, così che i ragazzi si abituino a illustrare e difendere i loro punti di vista.

 

 

                                                        f. s.  
                                         

  


                                                  

 
 

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