Un
documento governativo invita gli istituti d'istruzione
inglesi a porre l'accento sui “valori britannici”, a
cominciare dal rispetto e dalla tolleranza –
L'iniziativa è stata decisa dopo l'allarme suscitato dal
cosiddetto Cavallo di Troia, il tentativo da parte di una
minoranza etnico-religiosa d'influenzare le scelte
educative attraverso una maggiore presenza negli organi
direttivi – I capi d'istituto fanno notare che quei
valori sono già al centro dell'attenzione
Rispetto
e tolleranza per ogni fede, per ogni razza, per ogni
cultura. Democrazia, legalità, libertà individuale.
Questi i “valori britannici” di cui una circolare
governativa ai capi d'istituto raccomanda la promozione
nelle scuole d'Inghilterra. Si tratta in realtà di valori
universali, comuni ai paesi più evoluti anche se non
sempre integralmente applicati, ma la loro accentuazione
in termini di britishness è rivelatrice del
contesto in cui l'iniziativa è maturata. Si tratta di una
risposta al caso di cui Foglio Lapis si è
recentemente occupato (http://www.fogliolapis.it/ottobre2014-3.htm),
in riferimento alla decisione di organizzare ispezioni
scolastiche senza preavviso. Denominato Cavallo di Troia,
consisteva nel tentativo, da parte di gruppi islamici
radicali nella città di Birmingham, di acquisire più
controllo sulle scelte educative, soprattutto negli
istituti situati nelle periferie in cui è più forte la
presenza delle minoranze, attraverso una sorta di
“scalata” alle posizioni direttive nel sistema
scolastico.
Stavolta
si cerca di parare la minaccia alla radice, accentuando
con l'insistenza sui valori britannici il carattere
nazionale del processo educativo. La mossa ha suscitato
qualche sorpresa, dal momento che, come afferma Russell
Hobby presidente di un'associazione di presidi, quei
valori sono già al centro dell'attenzione nelle scuole
inglesi. La stessa autorità scolastica fa notare che non
c'è nulla di nuovo sotto il sole: infatti il principio
era già contenuto nell'Education Act del 2002. La
direttiva, spiegano al dipartimento dell'istruzione, ha
semplicemente lo scopo di sottolineare con forza
l'importanza del tema. Si tratta insomma di una
raccomandazione, nella quale sembra d'intravvedere
qualcosa di simile a un accenno di panico: siamo sotto
assedio, stringiamoci attorno alle nostre bandiere ideali.
Nel
documento inviato ai capi d'istituto si fa notare che
“anche se altri popoli possono avere opinioni diverse su
quello che è giusto o sbagliato, tutti coloro che vivono
in Inghilterra sono soggetti alla legge inglese”. Sembra
ovvio, ma con i tempi che corrono gli educatori di Sua
Maestà ritengono di dover calcare i puntini sulle i. Più
avanti si afferma che l'insegnamento “deve esaltare la
centralità della legge civile e penale” e contestare
tutto ciò che la contraddice. In particolare, e qui
l'avvertimento sembra diretto proprio ai musulmani di
Birmingham, “le scuole devono garantire che i bambini
capiscano la differenza fra il diritto del paese e la
legge religiosa”. Sempre in questo ambito, le scuole
devono garantire la possibilità di praticare culti.
Devono far capire agli alunni che “la libertà di
scegliere e praticare altre fedi e credenze è protetta
dalla legge” e che una fede diversa non può essere
causa di comportamenti discriminatori.
Infine si raccomanda di familiarizzare gli alunni con i
rudimenti della politica: spiegando per esempio che il
potere giudiziario è indipendente dall'esecutivo. O anche
organizzando dibattiti in classe nelle occasioni
elettorali, così che i ragazzi si abituino a illustrare e
difendere i loro punti di vista.