Se
i vasi comunicano, che cosa ci sarà mai alla base, un
principio o un principe? – Quest’ultimo potrebbe non
essere necessariamente vestito come quello di Biancaneve
– Elogio della metafora, secondo Aristotele uno
strumento per misurare le somiglianze fra le cose – E
secondo la nostra esperienza un modo di spalancare
l’orizzonte: come ci dimostrano i bambini, che in
materia la sanno lunga
I
sogni hanno questo
di volgare: che tutti sognano: grati al sole per la sua luce
e alle stelle per la loro lontananza, "in molti fuggono
con la cucina", disse la Bebe, 4.
Rientrando
a casa, la Giò, 60, nonna, e la Bebe, 4, nipote, trovano il
bulldog di peluche fatto a pezzi da Krafen, 2, bulldog di
casa.
–
Che schifo! – esclama la nonna – Sembra…
–
Un angelo – dice la Bebe…
Ecco
una similitudine. Anzi, una metafora.
–
… Sai volare? – aveva chiesto prima la Giò alla Bebe.
–
Sì – risponde
la Bebe
facendo dei saltarellini a similitudine dei passeri. E
questo suo "fare" è un'altra metafora comunicata
alla Bebe dal Principe
dei Vasi Comunicanti.
–
Ma voi lo conoscete il Principio dei Vasi Comunicanti? –
chiede la Chiara, 36, mamma, alla Bebe e alle sue due
amichette.
–
Sì – risponde la Bebe.
–
Com'è? – chiede la mamma.
–
È come quello di Biancaneve, solo che è vestito
diversamente.
E
questa è un'altra similitudine.
Nell'Arte
Poetica di Aristotele c'è un passo che conviene
rileggere per avvisare il Principe
dei Vasi Comunicanti. Precisamente quello in cui il
filosofo analizza le qualità che deve possedere il poeta. E
dopo avere accennato ai vari modi di espressione, afferma
che l'eccellere nelle metafore è la qualità di gran lunga
più importante, "l'unica cosa che non si può prendere
dagli altri, indizio di grande disposizione: infatti far
belle metafore, significa cogliere le somiglianze fra le
cose".
Le
metafore ci danno uno strano senso di esaltazione, un
godimento "estetico", come di una apertura di
orizzonti, dove tutti gli esseri si precipitano ad
incontrarsi, potenziandosi all'infinito: la semplicità dei
fenomeni torna a essere compresa dalla meraviglia dei
bambini quando scoprono le "somiglianze" delle
cose fra loro in un clima in cui mancano le piogge. Il Principe
dei Vasi Comunicanti comunica il momento adatto, quando "nel
parlare avvisai l'altro nascosto". Perché la
poesia è un atto, non una cosa.
La
Bebe e l'Angelica, 9, sorella, detta l'Angelona – "la
nostra Angelona" – sono le due sorelle. Si adorano.
La Giò le becca nell'atto di baciarsi sulla bocca.
–
Non si fa! – dice la Giovanna: – Così lo fanno i
fidanzati… Bebe, te ce l'hai il fidanzato?
–
No… Perché io
è tanto che lo cerco, e non l'ho ancora trovato.
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Filippo Nibbi
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