Quasi
la metà dei ragazzi francesi al termine della scuola
secondaria è deficitaria in fatto di competenze
matematiche – I risultati di uno studio condotto dal
ministero dell’Educazione nazionale rivelano una
situazione inattesa – Scarsa familiarità con i concetti
di durata, volume, lunghezza, incapacità di calcolo
mentale – Sotto accusa l’uso della calcolatrice -
Largamente ignorati i fondamentali della cultura
scientifica
Fra
un quarto e un terzo degli allievi delle scuole secondarie
francesi si fanno impartire ripetizioni di matematica al di
fuori dell’orario scolastico: eppure questo diffuso
ricorso ad aiuti esterni non basta a risollevare una
situazione assai deludente. Secondo una ricerca condotta dal
ministero dell’educazione nazionale, soltanto il 56 per
cento dei collégiens,
gli allievi dei due cicli d’istruzione secondaria,
dimostra alla fine degli studi, cioè al momento del baccalauréat,
di possedere sufficienti competenze matematiche. Illustrando
i risultati di questa indagine, il quotidiano parigino Le
Monde fa notare che questo dato è particolarmente
problematico in vista di una scadenza ormai imminente. Nel
2011 entrerà infatti in vigore una norma che impone, per
ottenere il diploma alla fine dell’istruzione
obbligatoria, la padronanza di un minimo “zoccolo di
competenze”.
Da
questo zoccolo minimo quasi la metà dei ragazzi francesi è
dunque lontana, almeno in riferimento alla matematica. Lo
studio ministeriale rivela che il 44 per cento di loro non
va oltre qualche conoscenza elementare, ma è incapace di un
vero ragionamento matematico, non riesce a gestire
mentalmente nozioni quali la durata, la lunghezza o il
volume. Non hanno insomma assorbito gli insegnamenti
ricevuti, sanno solo rispondere a domande elementari su
questioni intuitive. Sono distanti da concetti come
l’ordine di grandezza, per non parlare di questioni
apparentemente astratte come quelle che attengono
all’algebra.
Secondo
gli analisti del ministero dell’educazione fra le cause di
questa scarsa familiarità con l’universo matematico c’è
anche la perduta abitudine al calcolo mentale, ormai
soppiantato dal ricorso alle calcolatrici. Non a caso fra i
lettori di Le Monde che commentano questa notizia c’è la testimonianza di un
collégien immigrato
dalla Russia, che dichiara la sua sorpresa quando ha
scoperto che nella classe francese in cui si era trasferito
era permesso l’uso della calcolatrice, assolutamente
vietato nel suo paese d’origine. Sullo sfondo una sorta di
“ansietà” nei confronti della matematica, tanto più
sconcertante nel paese che, da Cartesio in poi, allo
sviluppo di questa scienza ha dato un contributo di
straordinaria importanza. Più che uno strumento essenziale
per aiutarci a decifrare il mondo, la matematica è vista
semplicemente come un arduo ostacolo da superare: e proprio
per questo è più difficile superarlo.
I
responsabili francesi dell’istruzione lanciano dunque un messaggio
d’allarme: è infatti in gioco la padronanza di quei
fondamentali della cultura scientifica che nel mondo di
oggi, globalizzato e duramente concorrenziale, devono essere
largamente condivisi. Secondo le periodiche analisi
comparate PISA (il programma per la valutazione
internazionale degli studenti: dell’ultima rilevazione si
parla in altra parte di questo giornale) il problema
coinvolge molti paesi occidentali, allargandosi dalle
competenze matematico-scientifiche fino alla stessa
attitudine alla lettura.
-
l. v.
-
|