L’ultima
indagine PISA, riferita al 2009, rivela che il nostro
paese recupera qualche posizione nella graduatoria del
rendimento scolastico, sia pure rimanendo ancora al di
sotto della media registrata nei settantaquattro paesi
interessati alla rilevazione – Si registrano relativi
progressi in matematica e capacità di lettura – Ancora
lontana la vetta della classifica, occupata dalle scuole
asiatiche e da quella finlandese
Cina,
Corea del Sud e Finlandia ai primi tre posti, Italia
ventinovesima. Cina, Singapore e Hongkong in testa, Italia
trentacinquesima. Questo il quadro comparativo
internazionale che risulta dall’ultima indagine PISA, la
quarta, relativa al 2009, rispettivamente riferito alla
capacità di lettura e alle competenze matematiche. Il PISA
(Programme for International Student Assessment) è
un’iniziativa dell’OCSE (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico), che fin dal 2000
misura periodicamente le competenze alfabetiche, matematiche
e scientifiche dei quindicenni nei paesi del mondo
industrializzato. L’indagine del 2009 ha interessato
settantaquattro paesi, fra i quali l’Italia occupa dunque
una posizione di metà classifica. Niente di esaltante,
visto che la prestazione dei nostri ragazzi si pone comunque
al di sotto della media OCSE: ma è da salutarsi
positivamente il fatto che siamo di fronte a un’inversione
di tendenza.
Infatti
in materia di lettura il nostro paese si collocava tredici
punti sotto la media OCSE nel 2000, addirittura ventitrè
nel 2006. Tre anni più tardi, il divario si è ridotto a
sette punti. Analogo progresso relativo per quanto riguarda
le competenze matematiche: eravamo attardati di
trentaquattro punti nel 2000, di trentasei nel 2006, e
adesso ci ritroviamo di soli tredici punti al di sotto della
media. Lo studio è stato realizzato nell’aprile del 2009
e ha coinvolto in Italia un assortito campione di più di
trentamila ragazzi in un migliaio fra licei, istituti
tecnici, professionali, e altre scuole del secondo ciclo
secondario.
Com’è
sempre il caso quando si ragiona sulle medie statistiche
(ricordiamo l’immortale pollo di Trilussa: uno a te, zero
a me, mezzo per uno!), il dato appiattisce le differenze fra
le varie realtà locali prese in considerazione. Se andiamo
a vedere i risultati ripartiti per grandi aree geografiche,
scopriamo che i ragazzi delle regioni centro-settentrionali
si collocano al di sopra della media OCSE. Ma c’è anche
da registrare che i quindicenni del Sud, per quanto
largamente al di sotto di quella media, sono quelli che
hanno fatto registrare i più consistenti progressi rispetto
alle tre rilevazioni precedenti. Considerato come linea di
tendenza, questo è un dato confortante. Si conferma inoltre
il rendimento mediamente migliore della componente femminile
delle scolaresche italiane.
Nel
suo insieme la quarta indagine PISA conferma che la crescita
impetuosa delle economie dell’Estremo Oriente ha le sue
radici proprio in un apprezzabile rendimento scolastico: per
l’Occidente, rappresentato ai vertici della graduatoria
dalla sola Finlandia, si tratta davvero di una sfida
importante, che chiama in causa una volta ancora la priorità
dell’investimento nell’istruzione. Infatti non sono
certo in discussione le potenzialità personali dei nostri
ragazzi, quanto piuttosto un’organizzazione educativa che
ne impedisce evidentemente la piena realizzazione.
Per quanto riguarda il nostro paese, i dati dello studio internazionale
sono stati salutati con legittima soddisfazione dalle
autorità scolastiche. Ma chi critica le politiche attuali
avverte: il ministro Gelmini cerchi di moderare
l’entusiasmo, perché la rilevazione è stata fatta nella
primavera dello scorso anno, prima che sulla scuola si
abbattessero i suoi tagli… Al di là della rituale
polemica, è auspicabile che i risultati nello studio PISA
vengano sottoposti a un’analisi spassionata, perché con
adeguati interventi normativi, organizzativi e finanziari si
punti a migliorare una situazione che rimane comunque
insoddisfacente. Il suo relativo miglioramento dovrebbe
essere uno stimolo per andare avanti.
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f. s.
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