FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2010

 
 

L’ultima indagine PISA, riferita al 2009, rivela che il nostro paese recupera qualche posizione nella graduatoria del rendimento scolastico, sia pure rimanendo ancora al di sotto della media registrata nei settantaquattro paesi interessati alla rilevazione – Si registrano relativi progressi in matematica e capacità di lettura – Ancora lontana la vetta della classifica, occupata dalle scuole asiatiche e da quella finlandese

 

Cina, Corea del Sud e Finlandia ai primi tre posti, Italia ventinovesima. Cina, Singapore e Hongkong in testa, Italia trentacinquesima. Questo il quadro comparativo internazionale che risulta dall’ultima indagine PISA, la quarta, relativa al 2009, rispettivamente riferito alla capacità di lettura e alle competenze matematiche. Il PISA (Programme for International Student Assessment) è un’iniziativa dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), che fin dal 2000 misura periodicamente le competenze alfabetiche, matematiche e scientifiche dei quindicenni nei paesi del mondo industrializzato. L’indagine del 2009 ha interessato settantaquattro paesi, fra i quali l’Italia occupa dunque una posizione di metà classifica. Niente di esaltante, visto che la prestazione dei nostri ragazzi si pone comunque al di sotto della media OCSE: ma è da salutarsi positivamente il fatto che siamo di fronte a un’inversione di tendenza.

Infatti in materia di lettura il nostro paese si collocava tredici punti sotto la media OCSE nel 2000, addirittura ventitrè nel 2006. Tre anni più tardi, il divario si è ridotto a sette punti. Analogo progresso relativo per quanto riguarda le competenze matematiche: eravamo attardati di trentaquattro punti nel 2000, di trentasei nel 2006, e adesso ci ritroviamo di soli tredici punti al di sotto della media. Lo studio è stato realizzato nell’aprile del 2009 e ha coinvolto in Italia un assortito campione di più di trentamila ragazzi in un migliaio fra licei, istituti tecnici, professionali, e altre scuole del secondo ciclo secondario.

Com’è sempre il caso quando si ragiona sulle medie statistiche (ricordiamo l’immortale pollo di Trilussa: uno a te, zero a me, mezzo per uno!), il dato appiattisce le differenze fra le varie realtà locali prese in considerazione. Se andiamo a vedere i risultati ripartiti per grandi aree geografiche, scopriamo che i ragazzi delle regioni centro-settentrionali si collocano al di sopra della media OCSE. Ma c’è anche da registrare che i quindicenni del Sud, per quanto largamente al di sotto di quella media, sono quelli che hanno fatto registrare i più consistenti progressi rispetto alle tre rilevazioni precedenti. Considerato come linea di tendenza, questo è un dato confortante. Si conferma inoltre il rendimento mediamente migliore della componente femminile delle scolaresche italiane.

Nel suo insieme la quarta indagine PISA conferma che la crescita impetuosa delle economie dell’Estremo Oriente ha le sue radici proprio in un apprezzabile rendimento scolastico: per l’Occidente, rappresentato ai vertici della graduatoria dalla sola Finlandia, si tratta davvero di una sfida importante, che chiama in causa una volta ancora la priorità dell’investimento nell’istruzione. Infatti non sono certo in discussione le potenzialità personali dei nostri ragazzi, quanto piuttosto un’organizzazione educativa che ne impedisce evidentemente la piena realizzazione.

Per quanto riguarda il nostro paese, i dati dello studio internazionale sono stati salutati con legittima soddisfazione dalle autorità scolastiche. Ma chi critica le politiche attuali avverte: il ministro Gelmini cerchi di moderare l’entusiasmo, perché la rilevazione è stata fatta nella primavera dello scorso anno, prima che sulla scuola si abbattessero i suoi tagli… Al di là della rituale polemica, è auspicabile che i risultati nello studio PISA vengano sottoposti a un’analisi spassionata, perché con adeguati interventi normativi, organizzativi e finanziari si punti a migliorare una situazione che rimane comunque insoddisfacente. Il suo relativo miglioramento dovrebbe essere uno stimolo per andare avanti.

 

                                                          f. s. 
                                         

    


                                                  

 
 

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