FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2007

 
 

Nuove regole per contrastare il fenomeno della violenza nelle scuole inglesi – Come evitare che i ragazzi sospesi dalle lezioni (in media 1700 al giorno lo scorso anno scolastico) interpretino la punizione come una vacanza - Si cerca di responsabilizzare le famiglie: dovranno vigilare sui ragazzi nei primi giorni di sospensione - Corsi speciali di “intelligenza emotiva” anche nell’istruzione secondaria - L’opposizione conservatrice chiede più poteri ai capi d’istituto

 

Ogni giorno nelle scuole d’Inghilterra millesettecento alunni vengono sospesi dalle lezioni a causa dei loro comportamenti indisciplinati. In media la sospensione dura tre giorni e mezzo, ma lo scorso anno scolastico ce ne sono state tredicimila della durata di due settimane o più. Il sistema è considerato insoddisfacente: quei ragazzi finiscono di solito con il vagabondare per le strade, esposti fra l’altro al facile richiamo del teppismo e della microcriminalità, e considerano la punizione alla stregua di una insperata vacanza. Per questo con l’anno scolastico in corso si è cercato di correre ai ripari.

Fulcro della nuova normativa è una più stretta responsabilizzazione delle famiglie, che dovranno tenere sotto controllo i loro ragazzi nei primi cinque giorni di sospensione. I genitori, dice il ministro inglese dell’istruzione Ed Balls, devono trasmettere ai loro figli i concetti di giusto e sbagliato e garantire che se ne stanno a casa a studiare, piuttosto che andarsene a spasso per le strade. Trascorso il periodo della “detenzione domestica” le autorità educative competenti per territorio devono offrire agli alunni sospesi corsi speciali. È prevista un’ammenda fino a cinquanta sterline (circa settanta euro), per i genitori rei di omessa vigilanza.

La vecchia normativa prevedeva per i circoli didattici locali l’obbligo di provvedere a corsi speciali soltanto dopo il sedicesimo giorno di sospensione, in pratica per i soli casi estremi. A partire da questo anno scolastico, l’adempimento scatta già al sesto giorno. Alla fine del periodo di espulsione, è previsto prima del ritorno in classe un “incontro di reintegrazione” fra la scuola, il ragazzo e i suoi genitori.

Parallelamente a queste misure destinate ai ragazzi indisciplinati che vengono colpiti da provvedimenti di sospensione, è stato anche introdotta una misura di prevenzione. Un programma che ha al centro gli aspetti sociali e emotivi dell’apprendimento, fin qui applicato soltanto nella scuola primaria, è stato infatti esteso alla secondaria. Si tratta in pratica di lezioni di “intelligenza emotiva”, volte a ridurre i comportamenti asociali e la violenza. Secondo un’indagine recente, le scuole primarie nelle quali è stato applicato questo programma hanno fatto registrare una significativa riduzione del bullismo e un netto miglioramento dell’atmosfera: i ragazzi hanno imparato a rispettarsi reciprocamente e a curare le relazioni interpersonali. Lo stesso obiettivo è perseguito dalle unità in cui vengono indirizzati i ragazzi sospesi: lo scorso anno erano 450 e sono state frequentate da più di quindicimila alunni.

Il tema è assai controverso in Inghilterra, dove le questioni educative sono tradizionalmente al centro dell’attenzione pubblica. Secondo l’opposizione conservatrice dell’attuale governo laburista di Londra il sistema delle unità di recupero è costoso quanto inefficace: non risolve insomma il problema della violenza nelle scuole né quello strettamente connesso della criminalità giovanile. I conservatori propongono invece più poteri per i capi d’istituto, che non hanno al momento la piena libertà di escludere dalle classi gli elementi di disturbo. Michael Gove, ministro dell’istruzione nel cosiddetto governo-ombra, sostiene che “i ragazzi sospesi non devono essere posti di fronte all’alternativa nuotare o affogare. Hanno bisogno di un regime insieme duro e amorevole perché si decidano a cambiare i loro atteggiamenti e riportare le loro vite sui binari giusti”.                                                                                                                          

                                                          
                                            r. f. l. 
                                         

    


                                                  

 
 

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