FOGLIO LAPIS - DICEMBRE - 2005

 
 

Da uno stimolante viaggio fra i significati, che mutano da un paese all’altro, viene fuori un vocabolario fatto di “dilemmi” – Sono “picciole metafore” e danno un senso alla vita – Ce ne sono di straordinarie, come quelle raccolte fra le colline toscane e ripensate in terra di Slovenia – Che ne dite di “panciullo”, l’intuizione di una bambina, Cecilia, di fronte al pancione di sua madre in attesa del fratellino? – E non basta: con un’altra delle sue re-invenzioni Cecilia entra in sintonia con l’arte di Paul Klee  

 

"Balconi affiorati, di dove?, chi sono?" (Dal Canto dei Bec). I balconi "affiorati" dal Canto dei Bec, in quella posizione di verso, hanno il significato di "balconi venuti fuori, venuti a galla, venuti su, di-venuti fiori": ecco!, affiorati, fuori dalla lingua ufficiale, è una pìcciola metafora, in virtù della quale gli interrogativi "di dove?", "chi sono?", espongono l'uni-verso al rischio di altri significati, fuori dall'usuale, e la parola a successivi dilemmi. Chi sono i "Bec", ascolta il loro canto insieme a chi è Chi nel mondo.

- Chi sono i Bec in Toscana?

- Sono i "bécci", i “beccìni", figli delle capre.

- Chi sono i Bec a Soraga, in Val di Fassa?

- Sono i bambini. Tutti i bambini. "Bec" in ladino significa questo: "bambini".

- Chi sono i Bec a Ljubljana?

- Emoni, figli Emona, dal nome latino della capitale della Slovenia. E... nomi!, come dice l'anagramma.

- E... i bambini di Prato?

- Sono fiori.

- Sono utili i fiori? o sono come i colori, utili solo per la felicità? "nota per essere trattata dal potere come la meno necessaria delle necessità".

Sto scrivendo rincantucciato dentro la "Filozofske Fakultete" di Ljubljana.  Intendo godermi la città. Proponendo la costruzione di un DIZIONARIO METAFORICO sarò brevissimo.

- Come si fa?

- Si raccolgono i "dilemmi", cioè le "pìcciole metafore" direttamente dai Bec.

- Dove?... Alla scuola materna, all'elementare, o alla media?

- Alla mìgnola!

- Perché alla mìgnola?

- Perché è meno sotto il potere... La mìgnola può essere anche sotto un pergolato di rose, sotto una carezza, sotto un bacio. Ecco alcuni esempi di "pìcciole-metafore". Le ho raccolte dalla Cecilia, alla scuola "mìgnola" di Monte San Savino:

1 – "Panciullo". La Cecilia osserva la pancia della mamma gonfiata da Giovanni, il fratellino, e dice che vuole fare "amiciccia" con lui, con il "panciullo”, che è un dilemma straordinario.

2 – "Ventorale". La Cecilia osserva il vento che solleva le foglie dopo le doglie che ha la mamma che mette alla luce Giovanni, e dice "ventorale". Che è un altro dilemma molto molto bello.

3 – "Cerchìottolo"... Cos'è questo dilemma detto ancora dalla Cecilia? È un cerchio magico? o lo strumento che lo fa?... È il compasso?... Sì! Ma ho compassione di voi, se credete che sia solo il "compasso", così utile ma così ripetitivo!... Il cerchìottolo può essere il braccio di Giotto che genera il suo O, l’O di Giotto... Ohhhhhhhhhhhh!... Ora sì! Il compasso non è una pìcciola metafora. Il cerchìottolo, sì!

Dopo un po' che Giovanni, il fratellino della Cecilia, era venuto alla luce, chiese alla mamma: "Mamma, perché io no posso vedere i miei occhi?". E la Cecilia le disse: "La mia pisella è un diamante crudo, la tua una topa pelosa".  Pisella è un'altra pìcciola metafora, un altro dilemma da inserire nel DIZIONARIO METAFORICO.

In conclusione, come si costruisce?

Raccogliendo i dilemmi dalla bocca dei Bec. Ovunque. I raccoglitori saranno mamme, babbi, nonni, zii e parenti tutti, maestre e maestri che frequentano la scuola "mìgnola" insieme ai Bec, per imparare con loro la nuova lingua.

Il DIZIONARIO METAFORICO sarà utilissimo per la re-invenzione linguistica e la ri-fondazione della realtà. Per esempio, lo Spirito della tempesta di Paul Klee potrà essere chiamato, usando la pìcciola metafora emanata dalla Cecilia,  Ventorale. Eccolo, questo Spirito!

È un'immagine che esiste solo nel mondo poetico del pittore?  No!  È una forma fantastica che "torna a fagiolo", come si dice in Toscana, per re-inventare una citta, ragazza di linee pulite, nitide, incurvate e spezzate, e una città che sembra fluttuare nello spazio creato dal binomio fantastico citta e città.

A questo punto, ho in chiaro la proposta di registrare il dilemma ventorale nel DIZIONARIO METAFORICO. Uno potrà anche scandalizzarsi se propongo di sintonizzare il dilemma di una bambina sulla stessa lunghezza d'onda di Paul Klee, usando le sue stesse parole "spirito della tempesta". Ma si ricrederà.  Perché il Dizionario aprirà gli occhi sulle metafore a chi lo consulta, che dovrà convenire: "Io al suo posto, lo avrei detto anche prima".

 

Ljubljana, 6. oktobra 2005

Ljubljana ha a che fare con l’amore.

 

                                                 Filippo Nibbi  

 

 

 
 

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