FOGLIO LAPIS - DICEMBRE 2002

 
 

Insegnare ai bambini a nutrirsi correttamente è il fondamento dell’igiene – L’importanza di non dar retta alle lusinghe pubblicitarie, fondando invece l’alimentazione su un’adeguata conoscenza dei vari cibi e dei loro apporti all’organismo – È necessaria un’attenta vigilanza sul funzionamento delle mense scolastiche – Il caso di una dirigente scolastica che difende così un piatto servito ai bambini: immangiabile? Ma no, solo leggermente disgustoso

 

Parlare di corretta alimentazione  può sembrare un’assurdità se si pensa alla fame che fa morire tanti  bambini, ogni minuto, in molti paesi del mondo. Le grandi potenze non potrebbero pianificare un progetto che assicuri ad ogni essere vivente il suo diritto al cibo come elemento primario per vivere e crescere? Troppe forze ingestibili impediscono la realizzazione di un’equa  distribuzione delle risorse alimentari a tutte le popolazioni  che colpite da carestie, calamità e condizioni ambientali non favorevoli  sono prive delle più basilari fonti per la sopravvivenza. In contrapposizione,  in molti paesi  si verifica il problema opposto: l’eccesso alimentare provoca una varietà di disturbi fisici e psicologici che possono raggiungere livelli estremi.

Prendiamo in considerazione quest'aspetto cercando suggerimenti per evitare e prevenire i danni causati da una alimentazione scorretta. Conoscere il nostro corpo e il suo funzionamento è il primo modo per averne cura. E’ ovvio ripetere  che non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere.Conoscenza e informazione sono importanti per indirizzare le scelte di ciò che fa bene e ciò che fa male. Organi, apparati e loro funzioni, classifica degli alimenti e loro apporto di sostanze costruttive del benessere sono  argomenti che trovano largo spazio su  pubblicazioni specifiche ma anche giornali, riviste e  programmi televisivi. Ogni adulto, genitori e insegnanti, ha il dovere di trasmettere ai bambini le nozioni e i consigli espressi dagli esperti.  Conosciamo  la difficoltà di fare seguire regole e avvertimenti  ai ragazzi che hanno già assunto abitudini  scorrette.  Se ravvisano l’insegnamento come un divieto o un’imposizione  si  perderà l’ efficacia  nei confronti dell’obiettivo prefissato. Imparare a mangiare giocando, utilizzando giochi di squadra o test scritti, può rappresentare un buon metodo o almeno un tentativo per trasmettere insegnamenti  e consensi.

Potremo farne uno insieme. I genitori con i figli e gli insegnanti con gli alunni. Lo chiameremo “Il triangolo della VERIFICA alimentare” 

·        Occorre un foglio bianco e un lapis  per ogni partecipante (adulti e bambini)

·        Disegnare un triangolo isoscele  col vertice in alto al centro  del foglio  tenuto verticalmente.

·        Dividere la superficie del triangolo con 6 linee orizzontali, parallele alla base,  distanti qualche centimetro tra loro  (gli insegnanti posso preparare un foglio col triangolo diviso in sezioni e distribuire ad ogni partecipante una fotocopia).

·        Ora ogni partecipante dovrà scrivere i nomi, o rappresentare con un disegno, degli alimenti che mangia  mediamente durante la giornata posizionandoli nei vari settori del triangolo secondo la frequenza e quantità  consumata in ordine decrescente verso l’alto.  (Es.: se un partecipante mangia  in prevalenza pasta la  scriverà nel settore più in basso più largo,come pure se mangia molti dolci, caramelle e cioccolata. Se mangia poca frutta la posizionerà in un settore  verso l’alto. Nell’ultimo spazio al vertice andrà posizionato l’elemento che si mangia in piccole quantità o saltuariamente.

Lasciare tempo per la compilazione con la possibilità di consultazione, di fare domande  e richieste  di aiuto. A compilazione ultimata, dopo avere scritto il proprio nome sul foglio si potrà procedere alla “VERIFICA” confrontando ogni triangolo con quello  riportato in fondo  a questo articolo.  

Questa verifica evidenzierà i gruppi alimentari che abbondano  o sono carenti. Per i quantitativi dovremo rimandare ad un’altro momento.

L’obiettivo è di scoprire comportamenti e abitudini alimentari non corrette, metterle in discussione e stimolare una valutazione delle proposte per eventuali  miglioramenti. Sarebbe opportuno fare  capire ai nostri ragazzi quanto sono fortunati a poter fare delle scelte, a beneficio del loro corpo e del loro benessere, considerando che molti altri bambini non dispongono neppure degli alimenti basilari ed indispensabili per superare i primi anni di vita.

Completare la verifica in classe potrà risultare più semplice se i ragazzi usufruiscono della mensa scolastica consumando quindi un menù uguale per tutti al quale dovranno aggiungere i cibi mangiati  la sera a casa senza escludere i fuori pasto che molto spesso rappresentano  i  punti da modificare.

Ritorniamo a parlare  di  mense scolastiche. All’inizio dell’anno scolastico, tutti i genitori dei bambini che usufruiscono del servizio di refezione scolastica dovrebbero aver ricevuto un’informativa  dall’Ente che  gestisce  direttamente  il centro di cottura e la preparazione pasti. Questo documento deve esaurientemente comunicare  il nome del responsabile del servizio, dei collaboratori, capocuochi, cuochi e d autisti addetti al trasporto sia che la cucina  si trovi all’interno o all’esterno dell’edificio scolastico. Deve inoltre indicare dove vengono acquistate le derrate alimentari. Solitamente i fornitori  vengono scelti in gare o aste pubbliche con contratti di appalto  triennali. Potrebbe succedere che il contratto scada proprio il 31 dicembre dell’anno in corso. Dal 1° di gennaio 2003 i fornitori potrebbero cambiare, e ogni volta che  si verifica un cambiamento, le cose potrebbe andare meglio, ma anche un po’ meno bene. Occorre vigilare anche se certamente un controllo accuratissimo dovrà essere assicurato regolarmente dalle AUSL. Anche i menù mensili devono essere formulati sulla base delle tabelle dietetiche redatte dall’AUSL. I genitori devono essere informati riguardo le possibili richieste e le segnalazioni relative a problemi riscontrati nell’erogazione del servizio, sulla consegna e sulla distribuzione dei pasti nei plessi scolastici,  sulle verifiche da parte dell’utenza con la possibilità di avere un rappresentante dei genitori e dei docenti che attraverso rilevazioni periodiche possano contribuire ad azioni correttive e migliorative del servizio. L’utente deve sapere  come può ottenere che il bambino segua  per alcuni giorni una dieta leggera  definita “bianca” a richiesta del pediatra dopo un periodo di malattia o temporaneo malessere. Diete speciali devono essere possibili, nella maggior parte dei casi, presentando la  documentazione richiesta attestante particolari patologie.. I genitori che per motivi religiosi desiderano l’eliminazione della carne suina dai pasti  potranno richiederlo seguendo le modalità prevista.

E’ assolutamente importante che i genitori verifichino giornalmente se i bambini hanno mangiato correttamente  mantenendo un costante rapporto con  gli insegnanti che sono presenti durante i pasti in modo da poter segnalare o denunciare ogni anomalia  al più presto agli organi competenti, per  rimediare ed eliminare il disagio.  

Non dovrebbero  mai succedere  casi  come quello successo in una scuola di Como dove una dirigente ha minacciato di espulsione dalla scuola una mamma  per avere riferito ai quotidiani locali che i bambini non avevano mangiato perché i bastoncini di pesce erano immangiabili. Solo “leggermente disgustosi”, si è premurata di precisare  la dirigente scolastica. La notizia è finita sulla stampa a difesa della mamma e del diritto di critica e di espressione.

Certamente occorre seguire procedure definite per eliminare le  anomalie e i problemi riscontrati nell’erogazione del servizio mensa,  risalendo alla fonte,  individuando le  responsabilità e applicare immediati provvedimenti.  Non interessa  suscitare scandali o polemiche, ci preoccupiamo esclusivamente che sia salvaguardata  la  salute  e il  benessere dei bambini.

                                Graziella Cupidi

 

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