Insegnare
ai bambini a nutrirsi correttamente è il fondamento
dell’igiene – L’importanza di non dar retta alle
lusinghe pubblicitarie, fondando invece l’alimentazione
su un’adeguata conoscenza dei vari cibi e dei loro
apporti all’organismo – È necessaria un’attenta
vigilanza sul funzionamento delle mense scolastiche – Il
caso di una dirigente scolastica che difende così un
piatto servito ai bambini: immangiabile? Ma no, solo
leggermente disgustoso
Parlare di
corretta alimentazione
può sembrare un’assurdità se si pensa alla fame
che fa morire tanti bambini,
ogni minuto, in molti paesi del mondo. Le grandi potenze non
potrebbero pianificare un progetto che assicuri ad ogni
essere vivente il suo diritto al cibo come elemento primario
per vivere e crescere? Troppe forze ingestibili impediscono
la realizzazione di un’equa
distribuzione delle risorse alimentari a tutte le
popolazioni che
colpite da carestie, calamità e condizioni ambientali non
favorevoli sono
prive delle più basilari fonti per la sopravvivenza. In
contrapposizione, in
molti paesi si
verifica il problema opposto: l’eccesso alimentare provoca
una varietà di disturbi fisici e psicologici che possono
raggiungere livelli estremi.
Prendiamo in
considerazione quest'aspetto cercando suggerimenti per
evitare e prevenire i danni causati da una alimentazione
scorretta. Conoscere il nostro corpo e il suo funzionamento
è il primo modo per averne cura. E’ ovvio ripetere
che non si vive per mangiare, ma si mangia per
vivere.Conoscenza e informazione sono importanti per
indirizzare le scelte di ciò che fa bene e ciò che fa
male. Organi, apparati e loro funzioni, classifica degli
alimenti e loro apporto di sostanze costruttive del
benessere sono argomenti
che trovano largo spazio su
pubblicazioni specifiche ma anche giornali, riviste e
programmi televisivi. Ogni adulto, genitori e
insegnanti, ha il dovere di trasmettere ai bambini le
nozioni e i consigli espressi dagli esperti.
Conosciamo la
difficoltà di fare seguire regole e avvertimenti
ai ragazzi che hanno già assunto abitudini
scorrette. Se
ravvisano l’insegnamento come un divieto o
un’imposizione si
perderà l’ efficacia
nei confronti dell’obiettivo prefissato. Imparare a
mangiare giocando, utilizzando giochi di squadra o test
scritti, può rappresentare un buon metodo o almeno un
tentativo per trasmettere insegnamenti
e consensi.
Potremo farne uno
insieme. I genitori con i figli e gli insegnanti con gli
alunni. Lo chiameremo “Il triangolo della VERIFICA
alimentare”
·
Occorre
un foglio bianco e un lapis
per ogni partecipante (adulti e bambini)
·
Disegnare
un triangolo isoscele col
vertice in alto al centro
del foglio tenuto
verticalmente.
·
Dividere
la superficie del triangolo con 6 linee orizzontali,
parallele alla base, distanti
qualche centimetro tra loro
(gli insegnanti posso preparare un foglio col
triangolo diviso in sezioni e distribuire ad ogni
partecipante una fotocopia).
·
Ora
ogni partecipante dovrà scrivere i nomi, o rappresentare
con un disegno, degli alimenti che mangia
mediamente durante la giornata posizionandoli nei
vari settori del triangolo secondo la frequenza e quantità
consumata in ordine decrescente verso l’alto.
(Es.: se un partecipante mangia
in prevalenza pasta la
scriverà nel settore più in basso più largo,come
pure se mangia molti dolci, caramelle e cioccolata. Se
mangia poca frutta la posizionerà in un settore
verso l’alto. Nell’ultimo spazio al vertice andrà
posizionato l’elemento che si mangia in piccole quantità
o saltuariamente.
Lasciare tempo
per la compilazione con la possibilità di consultazione, di
fare domande e
richieste di
aiuto. A compilazione ultimata, dopo avere scritto il
proprio nome sul foglio si potrà procedere alla
“VERIFICA” confrontando ogni triangolo con quello
riportato in fondo
a questo articolo.
Questa verifica
evidenzierà i gruppi alimentari che abbondano
o sono carenti. Per i quantitativi dovremo rimandare
ad un’altro momento.
L’obiettivo è
di scoprire comportamenti e abitudini alimentari non
corrette, metterle in discussione e stimolare una
valutazione delle proposte per eventuali
miglioramenti. Sarebbe opportuno fare
capire ai nostri ragazzi quanto sono fortunati a
poter fare delle scelte, a beneficio del loro corpo e del
loro benessere, considerando che molti altri bambini non
dispongono neppure degli alimenti basilari ed indispensabili
per superare i primi anni di vita.
Completare la
verifica in classe potrà risultare più semplice se i
ragazzi usufruiscono della mensa scolastica consumando
quindi un menù uguale per tutti al quale dovranno
aggiungere i cibi mangiati
la sera a casa senza escludere i fuori pasto che
molto spesso rappresentano
i punti
da modificare.
Ritorniamo a
parlare di
mense scolastiche. All’inizio dell’anno
scolastico, tutti i genitori dei bambini che usufruiscono
del servizio di refezione scolastica dovrebbero aver
ricevuto un’informativa
dall’Ente che gestisce direttamente
il centro di cottura e la preparazione pasti. Questo
documento deve esaurientemente comunicare
il nome del responsabile del servizio, dei
collaboratori, capocuochi, cuochi e d autisti addetti al
trasporto sia che la cucina
si trovi all’interno o all’esterno
dell’edificio scolastico. Deve inoltre indicare dove
vengono acquistate le derrate alimentari. Solitamente i
fornitori vengono
scelti in gare o aste pubbliche con contratti di appalto
triennali. Potrebbe succedere che il contratto scada
proprio il 31 dicembre dell’anno in corso. Dal 1° di
gennaio 2003 i fornitori potrebbero cambiare, e ogni volta
che si verifica
un cambiamento, le cose potrebbe andare meglio, ma anche un
po’ meno bene. Occorre vigilare anche se certamente un
controllo accuratissimo dovrà essere assicurato
regolarmente dalle AUSL. Anche i menù mensili devono essere
formulati sulla base delle tabelle dietetiche redatte
dall’AUSL. I genitori devono essere informati riguardo le
possibili richieste e le segnalazioni relative a problemi
riscontrati nell’erogazione del servizio, sulla consegna e
sulla distribuzione dei pasti nei plessi scolastici,
sulle verifiche da parte dell’utenza con la
possibilità di avere un rappresentante dei genitori e dei
docenti che attraverso rilevazioni periodiche possano
contribuire ad azioni correttive e migliorative del
servizio. L’utente deve sapere
come può ottenere che il bambino segua
per alcuni giorni una dieta leggera
definita “bianca” a richiesta del pediatra dopo
un periodo di malattia o temporaneo malessere. Diete
speciali devono essere possibili, nella maggior parte dei
casi, presentando la documentazione
richiesta attestante particolari patologie.. I genitori che
per motivi religiosi desiderano l’eliminazione della carne
suina dai pasti potranno
richiederlo seguendo le modalità prevista.
E’
assolutamente importante che i genitori verifichino
giornalmente se i bambini hanno mangiato correttamente
mantenendo un costante rapporto con
gli insegnanti che sono presenti durante i pasti in
modo da poter segnalare o denunciare ogni anomalia
al più presto agli organi competenti, per
rimediare ed eliminare il disagio.
Non dovrebbero
mai succedere casi
come quello successo in una scuola di Como dove una
dirigente ha minacciato di espulsione dalla scuola una mamma
per avere riferito ai quotidiani locali che i bambini
non avevano mangiato perché i bastoncini di pesce erano
immangiabili. Solo “leggermente disgustosi”, si è
premurata di precisare
la dirigente scolastica. La notizia è finita sulla
stampa a difesa della mamma e del diritto di critica e di
espressione.
Certamente
occorre seguire procedure definite per eliminare le
anomalie e i problemi riscontrati nell’erogazione
del servizio mensa, risalendo
alla fonte, individuando
le responsabilità
e applicare immediati provvedimenti.
Non interessa suscitare
scandali o polemiche, ci preoccupiamo esclusivamente che sia
salvaguardata la
salute e
il benessere
dei bambini.
Graziella Cupidi
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