FOGLIO LAPIS - DICEMBRE 2002

 
 

Francesco Calsolaro, in arte dott. Paco, pratica da anni la  clownterapia – Questa volta è andato con il suo naso rosso a restituire il sorriso ai bambini del Molise degenti in ospedale dopo essere stati feriti dai crolli, o illesi ma traumatizzati nelle tendopoli – Il racconto di una esperienza straordinaria, che pratica con slancio umanitario quello che è ormai considerato un sistema terapeutico a tutti gli effetti – Chi desidera saperne di più visiti il sito www.clownterapia.com 

 

1. Scosse nel cuore

Vedere volti straziati dal dolore, sentirsi impotenti ma consapevoli di uno strumento importante: la speranza attraverso un sorriso. Era uno strillo quello dei terremotati che arrivava direttamente al cuore come una scossa che ti chiamava. Spesso sono partito per paesi lontani, dove gente soffriva da profughi , orfani e malati, ma questa volta ero nel mio stesso paese e sapevo che non potevo rifiutare quella chiamata..

 

2. La scintilla

Doveva essere un Blitz spontaneo senza sapere dove avremmo dormito o mangiato per non essere di peso a nessuno ma solo di aiuto, prima di partire però ho tempestato di annunci e fatto sapere della nostra disponibilità, è stata così raccolta da alcuni siti  (molisearch e santacroceonline) che ci permesso di entrare  in contatto con Walter (percussionista e archeologo molisano), inoltre il centro di speleologia ha concesso la sua sede da usare come base. A quel punto non c’erano piu’ scuse, dopo avere fatto degli appelli per scendere giù con altri volontari il dott. Paco era pronto a scendere a preparare il nido.

 

AZIONE  (11 novembre 2002)

 

3. Incontro organizzativo e primo intervento

L’accoglienza è stata meravigliosa  e Walter con i suoi amici fremevano dal desiderio di collaborare con noi. A questo punto arriva Martina, in arte dott.ssa Lentikkia  (clown dottore e dott.ssa in psicologia) . Dopo aver individuato le varie tendopoli che avrebbero accolto il nostro intervento realizziamo il nostro primo intervento a Castellino dove si era verificata una forte scossa.

 

4. Alla ricerca di due piccoli eroi

Chiediamo se ci sono bambini in ospedale e scopriamo che Angelo e Luigi sono in rianimazione e stanno malissimo. L’istinto ci dice che dobbiamo fare qualcosa così partiamo per l’ospedale dove sono ricoverati e come Don Chisciotte e Sancio Panza entriamo, nel frattempo c’è stata un’altra scossa e tutti sono molto impauriti. Nelle vesti del dott. Paco e dott.ssa Lentikkia entriamo in Pediatria dove veniamo accolti bene e ci indicano dove sono i bambini ancora in rianimazione. A nostra sorpresa anche se quel reparto è praticamente blindato causa delle pressioni giornalistiche e dei semplici curiosi, una hostess ci presenta al primario che ci concede una visita speciale augurandoci il meglio.

 

5. Il miracolo del 13 novembre

All’ora prestabilita, nelle vesti del dott. Paco e dott.ssa Lentikkia ci fanno entrare, molto delicatamente ci avviciniamo alla stanza di Angelo tra la perplessità e lo stupore dei famigliari, dei dottori e degli infermieri. Il bambino è agonizzante e strilla per i dolori, con una piccola preghiera nel cuore appoggio il mio naso rosso sul suo letto dicendo che era la cosa più cara che avevo e che era suo. Non facciamo in tempo a girarci per andare via che Angelo si mette il naso e ci dona un grande sorriso. In quell’attimo volevamo sprofondare sparire per non rompere quella magia, ma l’euforia nella stanza era tale che ci ha permesso di rimanere con lui e giocare. Tutti dicevano che era avvenuto il miracolo, specialmente la mamma. Con Luigi, anche se stava un po’ meglio, è stata altrettanto sorprendente la reazione positiva al nostro incontro.

 

Il dott. Paco e la dott.ssa Lentikkia al capezzale di uno dei piccoli molisani feriti nel terremoto

6. Visite e animazioni  ai terremotati

Con l’arrivo di Alessio Marco e Antonella, clowndottori e animatori, dopo aver avuto il consenso di alcune tendopoli andiamo a Castellino dove ci accolgono con entusiasmo non solo i bambini ma anche gli anziani che la sera intorno al fuoco ci raccontano le loro disavventure. Un bambino, Domenico, che per il trauma non mangiava più, con la polvere magica del clown ricomincia ad inghiottire un panino. Il sindaco di Castellino e Walter hanno avuto un ruolo determinante perché non era facile agire senza particolari permessi. Con Walter e la sua compagnia fornita di percussioni e voci partiamo per un giro dove facciamo da supporto a Sant’Elia e Santacroce. Ci viene chiesto di animare una vecchia piazza terremotata dove forse non c’e’ ricordo di uno spettacolo di questo genere. Trasformiamo il luogo in un giardino di fiori fatto di bambini e palloncini, mentre le forze dell’ordine controllano che non ci avviciniamo troppo alle case pericolanti.

 

7. Strani dottori a San Giuliano (14 novembre)

San Giuliano è letteralmente blindato per evitare ogni genere di invasione da parte di giornalisti, fotografi e curiosi. Spieghiamo che intendiamo fare un intervento come clown dottori e che il nostro operato sarà nel pieno rispetto verso chi soffre. Entriamo nel campo e affiancando dolcemente alcuni anziani chiedevamo se volevano che stessimo un pò con loro, ci guardavano, ci abbracciavano e acconsentivano pregandoci di farlo per i bambini. Alcuni di noi strappavano qualche sorriso ai bimbi sopravvissuti mentre altri andavano dai genitori, in particolare il marito dell’insegnante morta nel crollo della scuola e alcune mamme delle vittime che si lasciavano abbracciare da questi strani dottori con il naso rosso.

 

8. Seconda visita da Angelo e Luigi (22 novembre 2002)

Quando già sto per ripartire mi arrivano due  messaggi, uno da parte di Giovanna e dei volontari che si occupano di Angelo e Luigi. Mi dicono che sarebbe opportuno rivederlo e animarlo, anche perché la mamma affermava che dal nostro incontro era migliorato. In un altro messaggio Walter dice che il piccolo Domenico saluta “ciao pagliaccio” qualcuno che crede sia io, ma piangeva quando si rende conto che è qualcun altro. A questo punto ritorno, in compagnia di Giovanna e degli altri volontari che già operano come animatori all’interno dell’ospedale, per questa speciale missione dai due “piccoli eroi” cosi li hanno nominati in ospedale. Questa volta c’è una migliore interazione, con grande gioia della mamma.

 

 

                                Francesco Calsolaro

 

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