Francesco
Calsolaro, in arte dott. Paco, pratica da anni la
clownterapia – Questa volta è andato con il suo naso
rosso a restituire il sorriso ai bambini del Molise
degenti in ospedale dopo essere stati feriti dai crolli, o
illesi ma traumatizzati nelle tendopoli – Il racconto di
una esperienza straordinaria, che pratica con slancio
umanitario quello che è ormai considerato un sistema
terapeutico a tutti gli effetti – Chi desidera saperne
di più visiti il sito www.clownterapia.com
1.
Scosse nel cuore
Vedere
volti straziati dal dolore, sentirsi impotenti ma
consapevoli di uno strumento importante: la speranza
attraverso un sorriso. Era uno strillo quello dei
terremotati che arrivava direttamente al cuore come una
scossa che ti chiamava. Spesso sono partito per paesi
lontani, dove gente soffriva da profughi , orfani e malati,
ma questa volta ero nel mio stesso paese e sapevo che non
potevo rifiutare quella chiamata..
2.
La scintilla
Doveva
essere un Blitz spontaneo senza sapere dove avremmo dormito
o mangiato per non essere di peso a nessuno ma solo di
aiuto, prima di partire però ho tempestato di annunci e
fatto sapere della nostra disponibilità, è stata così
raccolta da alcuni siti (molisearch e santacroceonline)
che ci permesso di entrare in contatto con Walter
(percussionista e archeologo molisano), inoltre il centro di
speleologia ha concesso la sua sede da usare come base. A
quel punto non c’erano piu’ scuse, dopo avere fatto
degli appelli per scendere giù con altri volontari il dott.
Paco era pronto a scendere a preparare il nido.
AZIONE
(11 novembre 2002)
3.
Incontro organizzativo e primo intervento
L’accoglienza
è stata meravigliosa e Walter con i suoi amici
fremevano dal desiderio di collaborare con noi. A questo
punto arriva Martina, in arte dott.ssa Lentikkia
(clown dottore e dott.ssa in psicologia) . Dopo aver
individuato le varie tendopoli che avrebbero accolto il
nostro intervento realizziamo il nostro primo intervento a
Castellino dove si era verificata una forte scossa.
4.
Alla ricerca di due piccoli eroi
Chiediamo
se ci sono bambini in ospedale e scopriamo che Angelo e
Luigi sono in rianimazione e stanno malissimo. L’istinto
ci dice che dobbiamo fare qualcosa così partiamo per
l’ospedale dove sono ricoverati e come Don Chisciotte e
Sancio Panza entriamo, nel frattempo c’è stata un’altra
scossa e tutti sono molto impauriti. Nelle vesti del dott.
Paco e dott.ssa Lentikkia entriamo in Pediatria dove veniamo
accolti bene e ci indicano dove sono i bambini ancora in
rianimazione. A nostra sorpresa anche se quel reparto è
praticamente blindato causa delle pressioni giornalistiche e
dei semplici curiosi, una hostess ci presenta al primario
che ci concede una visita speciale augurandoci il meglio.
5.
Il miracolo del 13 novembre
All’ora
prestabilita, nelle vesti del dott. Paco e dott.ssa
Lentikkia ci fanno entrare, molto delicatamente ci
avviciniamo alla stanza di Angelo tra la perplessità e lo
stupore dei famigliari, dei dottori e degli infermieri. Il
bambino è agonizzante e strilla per i dolori, con una
piccola preghiera nel cuore appoggio il mio naso rosso sul
suo letto dicendo che era la cosa più cara che avevo e che
era suo. Non facciamo in tempo a girarci per andare via che
Angelo si mette il naso e ci dona un grande sorriso. In
quell’attimo volevamo sprofondare sparire per non rompere
quella magia, ma l’euforia nella stanza era tale che ci ha
permesso di rimanere con lui e giocare. Tutti dicevano che
era avvenuto il miracolo, specialmente la mamma. Con Luigi,
anche se stava un po’ meglio, è stata altrettanto
sorprendente la reazione positiva al nostro incontro.
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Il dott. Paco e la
dott.ssa Lentikkia al capezzale di uno dei piccoli
molisani feriti nel terremoto |
6.
Visite e animazioni ai terremotati
Con
l’arrivo di Alessio Marco e Antonella, clowndottori e
animatori, dopo aver avuto il consenso di alcune tendopoli
andiamo a Castellino dove ci accolgono con entusiasmo non
solo i bambini ma anche gli anziani che la sera intorno al
fuoco ci raccontano le loro disavventure. Un bambino,
Domenico, che per il trauma non mangiava più, con la
polvere magica del clown ricomincia ad inghiottire un
panino. Il sindaco di Castellino e Walter hanno avuto un
ruolo determinante perché non era facile agire senza
particolari permessi. Con Walter e la sua compagnia fornita
di percussioni e voci partiamo per un giro dove facciamo da
supporto a Sant’Elia e Santacroce. Ci viene chiesto di
animare una vecchia piazza terremotata dove forse non
c’e’ ricordo di uno spettacolo di questo genere.
Trasformiamo il luogo in un giardino di fiori fatto di
bambini e palloncini, mentre le forze dell’ordine
controllano che non ci avviciniamo troppo alle case
pericolanti.
7.
Strani dottori a San Giuliano (14 novembre)
San
Giuliano è letteralmente blindato per evitare ogni genere
di invasione da parte di giornalisti, fotografi e curiosi.
Spieghiamo che intendiamo fare un intervento come clown
dottori e che il nostro operato sarà nel pieno rispetto
verso chi soffre. Entriamo nel campo e affiancando
dolcemente alcuni anziani chiedevamo se volevano che
stessimo un pò con loro, ci guardavano, ci abbracciavano e
acconsentivano pregandoci di farlo per i bambini. Alcuni di
noi strappavano qualche sorriso ai bimbi sopravvissuti
mentre altri andavano dai genitori, in particolare il marito
dell’insegnante morta nel crollo della scuola e alcune
mamme delle vittime che si lasciavano abbracciare da questi
strani dottori con il naso rosso.
8.
Seconda visita da Angelo e Luigi (22 novembre 2002)
Quando
già sto per ripartire mi arrivano due messaggi, uno da
parte di Giovanna e dei volontari che si occupano di Angelo
e Luigi. Mi dicono che sarebbe opportuno rivederlo e
animarlo, anche perché la mamma affermava che dal nostro
incontro era migliorato. In un altro messaggio Walter dice
che il piccolo Domenico saluta “ciao pagliaccio”
qualcuno che crede sia io, ma piangeva quando si rende conto
che è qualcun altro. A questo punto ritorno, in compagnia
di Giovanna e degli altri volontari che già operano come
animatori all’interno dell’ospedale, per questa speciale
missione dai due “piccoli eroi” cosi li hanno nominati
in ospedale. Questa volta c’è una migliore interazione,
con grande gioia della mamma.
Francesco Calsolaro
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