FOGLIO LAPIS - DICEMBRE 2002

 
 

Nuovi percorsi presentati la scorsa estate alla Early Chilhood Conference dell’International Society for Music Education – Un centinaio di esperti di tutti i paesi riuniti a Copenaghen – Il contributo italiano di Sonia Simonazzi, l’ideatrice di RITMìA, un metodo innovativo che lei stessa ha illustrato nel nostro numero di ottobre – Il rapporto indissolubile fra musica e movimento, e il ruolo  crescente dell’educazione musicale interattiva

 

Perché è fondamentale accostarsi alla musica fin dalla più tenera età? Come individuare le qualità che ciascun bambino manifesta con i primi vagiti, e quali sono le migliori strategie per potenziarle?  L’educazione musicale nella prima infanzia riveste una tale importanza che l'International Society for Music Education ha istituito da alcuni decenni una commissione permanente (Early Childhood Music Education) per approfondirlo e selezionare le esperienze più significative in ambito internazionale. Anche quest'anno un centinaio di esperti di tutti i paesi si sono incontrati per presentare le loro ricerche alla Decima Conferenza dell'ECME, presieduta da Lily Chen-Hafteck della Kean University. Tema del convegno, svoltosi dal 5 al 9 agosto presso la Facoltà di Pedagogia di Copenhagen, è stato lo sviluppo della musicalità innata nel bambino.

Il discorso di apertura di Colwyn Trevarthen dell'Università di Edimburgo ha incoraggiato insegnanti ed educatori a non concentrarsi solamente sulle predisposizioni e le capacità necessarie per l'apprendimento ma piuttosto a ricercare le cause che inducono i bambini a esprimersi in modo musicale ancora prima di aver ricevuto qualsiasi forma di istruzione. La musica in primo luogo come forma di comunicazione, quindi, vista soprattutto come fonte di ispirazione e rilascio delle emozioni.

Unica esponente italiana  invitata alla rassegna è stata Sonia Simonazzi, ideatrice di RITMìA, un metodo innovativo per avvicinare alla musica i bambini dai tre ai dieci anni. Principali caratteristiche della sua pratica (http://www.metodo-ritmia.com) sono l'introduzione all’educazione musicale attraverso il gioco e l'integrazione tra stimolazione sonora, movimento del corpo ed espressione grafico-pittorica. Accompagnati da particolari strumenti e dai suoni della voce e del respiro, i bambini vivono la spontaneità del movimento creativo alternato a posizioni derivate anche da antiche tradizioni come lo yoga. Gesti e posture enfatizzano le sensazioni indotte dalla stimolazione sonora, facilitando l'apprendimento dei parametri musical di base. In questo modo anche i più piccoli vengono guidati ad ascoltare e ascoltarsi usando la musica come mezzo di espressione e di comunicazione.

La ricerca di Simonazzi ha confermato le sue linee innovative incontrando riscontri e raffronti nei lavori di diversi esperti. In particolare la relazione di  Charlotte Fröhlich della Musikhochschule di Hannover ha evidenziato tematiche e interrogativi che trovano parallelismi negli assunti di RITMìA. Aiutare i bambini a diventare in primo luogo giovani artisti (e non necessariamente specialisti musicali); sottolineare il rapporto indissolubile fra musica e movimento individuando esperienze che amplifichino la presa di coscienza di se stessi e del proprio corpo; evidenziare punti di contatto fra musicoterapia e pedagogia musicale per l'approfondimento di pratiche che incrementino lo sviluppo globale dell'individuo.

Nell'ambito del convegno non sono mancati accenni a Internet e all'apprendimento interattivo. Linda Page Neelly della Università del Connecticut ha presentato un interessante sito (www.sesamestreet.com) che propone la Sesame Street Music Zone, nata grazie alla sua collaborazione con Lori Custodero della Columbia University e con i creativi e i pedagogisti del famoso programma televisivo. Il sito si rivolge a bambini ed educatori con il fine di approfondire l¹apprendimento online, e offre la possibilità di navigare tra pagine selezionate e di scaricare giochi e musica. In conclusione, il convegno ha posto l’attenzione su come sia fondamentale partire da percorsi più spontanei e di ampio raggio che non penalizzino la formazione di futuri “veri” musicisti ma al contrario ne favoriscano lo sviluppo permettendo una formazione più articolata e accattivante in grado di assecondare il naturale bisogno di gioco dei bambini

 

                                r.f.l.

 

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