Fra
undici settembre e due novembre, utili riflessioni sulla
guerra e sulla morte – Non occorre molto per stimolare
l’immaginazione e far sgorgare i fiotti della
Fantastica: per esempio può bastare l’omissione di
qualche verbo e di qualche virgola – E così saltano
fuori, fra l’altro, una “nonna di legno” decisamente
collodiana, o una “zia a cento piani” che lascia
davvero perplessi
“Se
scoppia la guerra, gli abitanti di Lucca diventano
Lucchetti, quelli di Pistoia Pistole: tutti maschi i primi,
tutte femmine le seconde… E si torna al tempo delle classi
separate: di soli maschi o di sole femmine. Perché la
Guerra è idiota: non c’è niente che dia l’idea
dell’infinito quanto la stupidità della Guerra!”,
dicevo ai ragazzi della scuola alberghiera di Aulla chiusi
dentro un’Auletta per iniziare a congegnare la Fantastica.
“Vedete”, dicevo loro: “Auletta è in provincia di
Salerno, e qui siamo a Aulla in provincia di Massa
Carrara… Cos’è che non va?”.
Ilaria
Settimelli, insegnante di “contegno”, materia specifica
della scuola alberghiera, che mi aveva seguito coi ragazzi
dentro quella Auletta, non capiva. Poi arrivarono le
femmine. Ci fu una scomposizione perfetta di ragazze in
ragazzi e viceversa: uno sdoppiamento. Una ragazza lesse il
lavoro che loro, le ragazze, avevano fatto, intitolato “La
Guerra e il Mare” dedicato ai ragazzi della
“Garibaldi”:
Quando
i pesci
fanno a cozze
il mare è pieno di rombi.
E in acqua non c’è scampo.
Seguì
l’alzabandiera per annunciare agli alberghi di Massa e
Viareggio che il laboratorio di Fantastica era iniziato a
quell’ora: l’ora del dessert. E fu tutto un programma:
“UNA VOCE NEL DESSERT”.
Generalmente,
nelle scuole alberghiere italiane a terra, la bandiera viene
adoperata come uno straccetto: serve a ripulire il mento di
porte e finestre dalla polvere. In mare è diverso, perché
polvere ce n’è di meno, e si vedono meglio le stelle.
“Le strisce che si vedono in mare dietro le navi, sono
bianche come la polvere, ma non sono di polvere. Così
quelle che si formano in cielo dietro ai jet: sono bianche,
ma non sono di polvere”, dissi facendo osservare la
bandiera americana, alla scuola alberghiera di Aulla, poco
dopo l’Undici Settembre: una data micidiale!
Riprendemmo
a congegnare la Fantastica davanti a questa foto:
Ripetemmo:
Si
sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie…
Dissi:
“Il Bosco di Courton dove è nata la poesia può essere,
per me, il Bosco di Courtona, dove sono nato, perché la
guerra è in casa!… Bisogna recuperare la Speranza… Come
si fa?… Proviamoci!… Scriverete frasi brevi, senza verbo
e senza virgola, puramente nominali, che vi mettano in
proporzione con il cuore dei bambini”.
Scrissero:
La
casa della zia a cento piani
Il libro di Giovanni a colori
Il motorino di quello senza fari
Il giardino del babbo senza foglie
Il trespolo del pappagallo a croce
Il mestolo della nonna di legno
La macchina del generale con le ruote bianche…
Ragazze
e ragazzi metabolizzarono subito le frasi senza verbo e
senza virgola che avevano scritto. C’è chi vide nella
“zia a cento piani” la più alta delle case di moda;
c’è chi vide nel “pappagallo a croce” un prete, in
“quello senza fari” un’ombra, in “Giovanni a
colori” il fratello antagonista di Giovanni dalle Bande
Nere, nella “nonna di legno” la mamma di Geppetto, nel
“generale con le ruote bianche” un pompiere di New York,
nel “babbo senza foglie” un Talibano nudo che esclama:
“Osama nell’alto dei cieli!”. A una ragazza nacque
l’idea di fare i seguenti “Esercizi funebri”. Ricordo
che il parto fu indolore. Si possono ripetere in tutte le
scuole del pianeta, sperimentalmente, secondo il metodo
galileiano… “Provate! Provate! Provate””, dico agli
insegnanti delle altre scuole: “Se otterrete risultati
concordanti, la Fantastica funziona”.
Lo
schema degli “Esercizi funebri” è il seguente:
1 –
Riconoscere i fiori.
2 – Problemi sulle tombe.
3 – Cruciverba: il nonno del defunto.
4 – Proiezione di diapositive al posto delle foto.
5 – Distribuzione dell’acqua a flebo.
6 – Localizzare la tomba con il computer.
7 – Il labirinto: percorso per ritrovare il
defunto.
8 – Gioco degli orrori.
9 – Educazione musicale: L’aria della tomba.
10 – Giudizi formato lapide: “E’ stata a
messa”, “Non è stata a messa”.
Mi
auguro che il Ministro dell’Istruzione voglia trasmettere
al collega americano l’idea di far fare questi Esercizi in
tutte le scuole del pianeta, iniziando dall’Afghanistan.
“Mo
i ratti scappano… Vedrai, se non è così!”, dissi a
ragazze e ragazzi.
Abbiamo
continuato a congegnare la Fantastica facendo questi
“Esercizi funebri” fin dopo il 2 novembre. E il
laboratorio è ancora in corso. Riporto la più bella
espressione di un ragazzo in toscano puro:
“Il
mi’ poro babbo, che ancora è vivo!”.
Filippo Nibbi
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