Come
insegnare a leggere e scrivere? - Una questione che investe
la prima e fondamentale esperienza scolastica - L'importanza
che sia il bambino l'artefice dell'apprendimento - Presupposto
essenziale un corretto sviluppo del linguaggio - A confronto
in un'indagine condotta nelle elementari della Valle d'Aosta
il Metodo Pagliarini e l'Approccio Stella
Imparare
a leggere e a scrivere oltre ad essere un obiettivo fondamentale
della scuola italiana, caratterizza la prima esperienza
scolastica di molti alunni. La stessa rappresentazione sociale
che ne hanno genitori e bambini, fa sì che sia la prerogativa
principale della prima scolarizzazione. Solo in seguito,
infatti, subentrano richieste formali prettamente scolastiche:
apprendimento sistematico e impegno costante.
Leggere e scrivere,
tuttavia, sono processi cognitivi assai complessi ed articolati,
per molti versi autoregolati dal soggetto in una molteplicità
di modi e per una varietà di scopi. Le stesse componenti
percettive e motorie, che ne sono alla base, non sono in
grado di esaurirli da sole. Leggere, infatti, consiste essenzialmente
nell'estrarre informazioni da un testo e scrivere vuol dire
progettare e produrre una varietà di testi per un'ampia
gamma di scopi.
Ancor
prima di intraprendere il percorso scolastico un bambino
inizia a porsi delle domande rispetto alla lingua scritta
e a darsi delle risposte. Lo fa a modo suo, con tempi, modi
e consapevolezza non sempre costanti. In un certo senso
si costruisce la sua teoria di cosa si intenda per leggere
e per scrivere. Citando E. Ferreiro potremo dire che l'alfabetizzazione
è possibile grazie ad un processo di concettualizzazione
sulla lingua scritta da parte del bambino.
Solo
in seguito, e dopo un lungo e travagliato percorso, arriverà
a comprendere che ad ogni suono emesso deve corrispondere
un segno scritto. Sulla base di questa consapevolezza potrà
accedere significativamente al codice alfabetico convenzionale
e vivere perfettamente in armonia col mondo alfabetizzato
che lo circonda.
E' giusto chiederci
quanto fondamentale sia il metodo adottato per insegnare
a leggere e a scrivere e quanto questo possa incidere sul
successo/abbandono scolastico. Ma andiamo con ordine e poniamoci
due interrogativi: le abilità possedute dai bambini al loro
ingresso in 1a elementare sono omogenee? al termine della
1a elementare i livelli di produzione scritta presentano
differenze sostanziali?
Domande
non da poco e alle quali invitiamo tutte le agenzie coinvolte
nel processo educativo a riflettere. Da parte nostra intendiamo
farci aiutare riportando gli sviluppi di una ricerca condotta
nell'a.s. 1996-97 dalla classe V C dell'Istituto Magistrale
"Regina Maria Adelaide" di Aosta, sotto la sapiente guida
della prof.ssa Marica Biglieri. Oggetto di tale ricerca
furono i due metodi maggiormente diffusi per l'apprendimento
della scrittura in Valle d'Aosta: Metodo Fogliarini ed Approccio
Stella.
Per iniziare, le ragazze
hanno svolto in classe un percorso teorico sulle tematiche
principali oggetto della ricerca, hanno elaborato gli strumenti
d'indagine (test e questionari da somministrare ai bambini),
si sono interessate a reperire un campione abbastanza rappresentativo
(attraverso contatti con direttrici e maestre delle scuole
a loro più vicine), hanno definito le tecniche di codifica
e di analisi dei dati. A questo punto erano pronte, divise
in piccoli gruppi e in due periodi differenti (novembre
e maggio), a "scendere in campo" prendendo contatto diretto
con gli alunni delle classi elementari.
Prima
di spiegare, anche se brevemente, i due metodi e di presentare
le conclusioni finali a cui sono giunte le ragazze, ci preme
sottolineare la motivazione principale della loro ricerca:
"la mancanza, nel nostro corso di studi, dell'insegnamento
della didattica". Se non è saggezza questa?!
Il
Metodo Fogliarini si avvale del procedimento sillabo-letterale,
introducendo alcune varianti all'interno del metodo naturale
ed è articolato in tre fasi: sincresi, analisi e sintesi.
La prima fase è comune ai due approcci, in quanto nella
mente del bambino si valorizza l'oggetto come esso appare
nella realtà. Nell'analisi la parola è scomposta nelle sue
sillabe (es: nave = na + ve) ed, infine, ricomposta nella
parola che richiama l'oggetto (es: na + ve = nave). I vantaggi
dell'analisi mista sillabo-letterale sono indubbi, ogni
parola viene scomposta in un numero minore di elementi rispetto
a quella letterale, così come la sua ri-composizione finale.
Il procedimento si mostra così più rapido, più naturale
e facilmente memorizzabile.
Seguendo
pedissequamente il metodo si nota come anche la scrittura
viene insegnata facilmente, in quanto il bambino è invitato
a riprodurre in corsivo gli ideogrammi delle sillabe della
parola che ritrova nel rammentatore murale.
Nell'ottica
dell'Approccio Stella, più che nel precedente, il
bambino è considerato il principale artefice del proprio
apprendimento e tutte le sue produzioni sono accettate.
Questo perché:
- l'apprendimento non
è inteso come passaggio repentino da una situazione d'assenza
ad una di presenza, ma come modifica successiva di fasi;
- l'apprendimento non
coincide con l'intelligenza, tutti possono apprendere.
Le
basi teoriche sono quattro:
·
utilizzo di esempi negativi: il bambino confronta
le sue produzioni con il modello adulto ed è in grado di
riconoscerne l'eventuale distanza
· adozione del paradigma
del dialogo: in contrapposizione al paradigma della
trasmissione in cui il bambino è il soggetto passivo ed
è, quindi, metodologicamente unidirezionale, questo si palesa
come circolare per cui confrontando le proprie conoscenze
si pongono le basi per apprendimenti futuri
·
ruolo della ridondanza: gli indici pertinenti vengono
messi in risalto rispetto agli altri
·
gradualità del conflitto cognitivo: l'apprendimento
è possibile solo quando ci troviamo di fronte ad una situazione
nuova, ma non eccessiva, perché altrimenti non si è in grado
di percepire il conflitto stesso.
La
lettura viene insegnata seguendo due fasi:
-
anticipazione: il lettore immagina ciò che vi è scritto
nel testo prima di decifrarlo;
-
decifrazione: si analizza il segmento scritto nelle unità
che lo compongono, si identificano le parti uguali e quelle
diverse.
Mentre
per la scrittura si seguono cinque fasi:
·
il bambino scrive il proprio nome e siccome sarà in grado
di farlo viene messo a suo agio
· scrittura su stimolo
visivo: si presentano delle figure (es: orso, coccinella)
e si individua se nel bambino prevale il canale visivo rispetto
a quello uditivo (es: coccinella, animale piccolo = pochi
grafemi; orso, animale grande = tanti grafemi Ü canale visivo
e viceversa)
· scrittura su stimolo
uditivo: dettare senza sillabare alcune parole in modo da
capire se e come il bambino utilizza il canale uditivo e
a che stadio di sviluppo si trova il suo modello linguistico
·
scrittura su stimolo visivo: presentare la figura di un
oggetto ed osservare se il bambino è in possesso di sue
regole stabilite (es: singolare/plurale; maschile/femminile)
e come risolve queste difficoltà
· disegno e scrittura:
far disegnare un oggetto al bambino ed invitarlo a fargli
scrivere cosa ha disegnato in modo da verificare le sue
capacità di decodificazione di una doppia consegna e la
capacità di memoria.
Raccolti
i risultati le ragazze giunsero alle seguenti conclusioni:
le abilità possedute dai bambini al loro ingresso in 1a
elementare sono da ritenersi tendenzialmente omogenee, mentre
i livelli d'uscita non lo sono. Questo perché l'Approccio
Stella favorisce l'apprendimento di un lessico più ampio,
ma meno corretto e permette la costruzione di frasi più
lunghe e con un maggior numero di complementi e di subordinate
rispetto al primo metodo.
I risultati della ricerca
non sono certamente da ritenersi scientifici (come pensiamo
non lo fossero per le ragazze), così come non si è inteso
assolutamente sottoporre a giudizio i due autorevoli metodi
testé citati. L'aver menzionato questa esperienza scolastica
non può che ritenersi uno spunto per aiutarci a riflettere,
in quanto se l'apprendimento è un processo tramite il quale
l'individuo è modificato, in misura più o meno definitiva
dall'ambiente circostante e da ciò che egli fa, grande importanza
deve essere data all'apprendimento del linguaggio. Un corretto
sviluppo del linguaggio è il presupposto essenziale per
l'apprendimento della scrittura.
Molte difficoltà di
apprendimento della lettura e della scrittura sono imputabili
a cause scolastiche: fare in fretta, sovraffollamento delle
classi, cambiamenti d'insegnante, etc. Nella storia dell'istruzione
si è assistito (e ahimè! si assiste tuttora) a fenomeni
di abbandono o di insuccesso, legati spesso a questi fattori.
La stessa bocciatura quante volte è stata utilizzata come
strumento che maschera le difficoltà di apprendimento, permettendo
al sistema scuola una scappatoia legale per non prendersene
mai carico realmente?
E' essenziale rispettare
le forme di ragionamento di cui il bambino è in possesso
e mobilitarle al servizio dell'apprendimento. Solo in questo
modo linguaggio orale e scritto diventeranno complementari.
Clemente Porreca
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